Preghiera o resistenza armata? Cosa dice la Chiesa davanti al male della guerra

Lettere a monsignor Camisasca e risposte del vescovo sul conflitto in Ucraina e la posizione della Chiesa tra preghiera e sostegno al popolo sotto attacco

Caro don Massimo, la ringrazio di quanto ha espresso nell’articolo “L’Europa è debole perché non ha un’anima”. Mi hanno colpito queste parole coraggiose, che porto nel cuore: «L’Ucraina ci sta mostrando il volto più grande e più bello dell’Europa: l’amore alla patria, alla terra, alla democrazia, all’Occidente, alla famiglia. Il coraggio di combattere per questi valori. […] La vita non è solo progresso, né comodità. È anche sacrificio, lotta». Condivido ogni singola lettera di quanto ha scritto, pertanto le chiedo: fin dove si spinge il diritto (se non è più un dovere, come sembra) di difendere le proprie idee e la propria terra? Il pensiero mainstream di coloro che vogliono la pace a tutti i costi sembra dirci che, proprio perché si condanna la guerra, diventano corresponsabili delle nefandezze che stanno accadendo in Ucraina anche coloro che la guerra la subiscono e, per il semplice fatto di difendersi, in qualche modo la alimentano. Anche parte del...

Contenuto riservato agli abbonati: abbonati per accedere.

Già abbonato? Accedi con le tue credenziali:

Exit mobile version