La Consulta boccia il Porcellum

Bocciati per i giudici della Corte costituzionale sia il premio di maggioranza che le liste bloccate. Ne rimane un sistema proporzionale puro a preferenze

La consulta ha votato l’incostituzionalità del Porcellum: bocciati per i giudici della Corte costituzionale sia il premio di maggioranza che le liste bloccate. Ne rimane un sistema proporzionale puro a preferenze. Secondo i rumors trapelati dal parlamento, intanto, Pd (sia per quanto riguarda il premier Enrico Letta, che il candidato alla segreteria del Pd Matteo Renzi) e Ncd sarebbero orientati a lavorare per un sistema presidenziale alla francese.

LETTA E QUAGLIARIELLO. I giudici della Consulta hanno spiegato che le motivazioni della sentenza sul Porcellum «saranno rese note con la pubblicazione della sentenza, che avrà luogo nelle prossime settimane e dalla quale dipende la decorrenza dei relativi effetti giuridici». Il premier Enrico Letta ha intanto smentito ufficialmente le voci su un accordo con Matteo Renzi: il premier «non farà patti né riservati né alla luce del sole con nessuno dei tre candidati» si legge su una nota stampa di Palazzo Chigi. Intanto il ministro alle Riforme istituzionali, Gaetano Quagliariello, ha reso noto che se il Parlamento non varerà a breve una riforma elettorale, il Governo «interverrà, non per decreto, ma in un altro modo. Lo deve fare perché questo Governo tra i suoi punti programmatici aveva e ha la riforma delle istituzioni».

GRASSO E IL SENATO. Ieri sulla stasi di una riforma elettorale era intervenuto il presidente del Senato Piero Grasso, che quasi aveva “minacciato” di trasferire la discussione in materia alla Camera se Palazzo Madama non si fosse dato una mossa. «I gruppi parlamentari non riescono a trovare un accordo politico, dimostrando di non sentire la marea montante di una rabbia che si riverserà, più forte di prima, contro tutti i partiti» aveva detto e poi ha avvertito: «Se lo stallo dovesse continuare, nonostante i recenti sviluppi politici, non esiterò un attimo a sostenere il trasferimento di questo tema alla Camera dei Deputati».

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