Perché tutti dovrebbero difendere Formigoni

Feltri ci spiega le tre ragioni del suo sostegno totale e pubblico all’ex governatore lombardo, condannato e «vergognosamente abbandonato da troppi»

Articolo tratto dal numero di settembre 2019 di Tempi. Attenzione, di norma, gli articoli che compaiono sul mensile sono riservati agli abbonati. Per abbonarti a Tempi clicca qui.

***

Il perché della mia vicinanza a Roberto Formigoni lo confesso volentieri a Tempi. Mi sento a casa qui su queste vostre pagine. Se non fosse un po’ irrispettoso verso chi lo è stato, e in qualche modo lo è per davvero, direi che a scrivere su questo mensile mi sento in cella, compagno di detenzione dell’ex presidente della Regione Lombardia. Un uomo che la vostra redazione e i vostri lettori non hanno trattato da ex amico, ma da fratello vittima di una intollerabile ingiustizia, che invece lui tollera benissimo con un coraggio leonino. Troppi che hanno beneficiato del suo governo illuminato, colleghi di partito e non solo, lo hanno vergognosamente abbandonato. Niente di nuovo, una vecchia malattia, da cui i cattolici non sono immuni, evidentemente l’acqua santa non è disinfettata.

Credo che Tempi sia stato gemello di Libero, in questo i due giornali sono stati soli, quando invece ritengo che la difesa di Roberto dovrebbe riguardare chiunque abbia un occhio alla verità delle cose e non alla propaganda sbraitante di chi ha sostituito la propria coscienza con il diavolo dell’invidia ideologica.

Mi permetto subito di ringraziare il direttore Boffi perché è stato il tramite attraverso cui è stato possibile per tanti inviare il proprio saluto a Formigoni, consentendo a lui di far sapere che reggeva il colpo, accettava la sua condizione, e ne traeva ragione per una maturazione della sua fede. Non ho letto nelle sue missive una sola espressione di lamento e scoramento. Non è il tipo che ami piangere sulle spalle del prossimo.
Espongo a questo punto tre ragioni del mio sostegno a Formigoni toto corde e coram populo (so che i vostri lettori conoscono il latino e perciò sfoggio due formule all’uopo).

  1. È esattamente l’uomo che ho conosciuto. Questa è la prima ragione per cui ho approfondito la sua storia giudiziaria, rintracciandovi l’evidenza dei torti che ha subìto. Lo conosco. Non posso dire prima di questi mesi di prigionia che fosse mio amico (lo è diventato ora, e spero che anche lui condivida questo outing, per carità non sessuale, almeno per ora), ma nelle occasioni in cui l’ho incontrato lungo trent’anni ogni volta si è confermata in me la prima intuizione: cioè la schiettezza e la lealtà della sua persona, non mi ha mai tirato sòle, anche se non sempre ho condiviso le sue scelte politiche.
  2. Che si sia dedicato al bene dei lombardi e non a far la bella vita, arricchendosi, è constatabile da qualsiasi osservatore. Ha trasformato una macchina arrugginita e costosa in un gioiello studiato in tutto il mondo. La Lombardia ha il numero più basso di dirigenti e dipendenti in proporzione al numero di abitanti non solo rispetto alle restanti Regioni d’Italia. Incredibilmente, vista la nostra abitudine esterofila, anche in paragone alle varie amministrazioni omologhe degli altri paesi europei, la Lombardia primeggia per efficienza. La sanità è a livelli di eccellenza himalayana. Formigoni ha inventato, collaudato e dato stabilità a un sistema portandolo sul tetto del mondo. Una rete per la salute che consente anche al povero cristo di accedere alle migliori strutture, al punto che, da ogni località italiana ma non solo, pazienti maltrattati a casa loro accorrono nelle cliniche e negli ambulatori pubblici e privati lombardi.
    In passato ho avuto a che dire, mi pareva uno spreco, a proposito dei grattacieli voluti dall’allora governatore. Ritenevo fossero monumenti vanagloriosi. Proprio in questi mesi in cui l’ex presidente è – come si dice – “ristretto” ho potuto visitarli e conoscerli da dentro. Informandomi sui costi e sulla loro efficienza. Ho ammirato la loro bellezza quasi prepotente. Ho cambiato idea. Sono degni della più grande e forte Regione del continente.
  3. Infine la sentenza. Corrotto e corrotto in massimo grado Roberto Formigoni? Per di più nel settore di massimo vanto di questo suo governo quasi ventennale? Se fosse il prodotto di una Corte islamica di Mogadiscio, direi: terzo mondo. Il problema è che è il nostro mondo, ha trovato una conferma in Cassazione ed è – secondo l’avvocato Franco Coppi – un luminoso esempio di mancanza di prove. Su Tempi avete a lungo lavorato sulle carte, e ai vostri lettori è perfettamente noto che alcune vacanze dove ha accolto l’invito di amici sono state gonfiate. Erano imprudenze veniali, sono state trasformate in crimini infamanti. Che tutto sia stato maneggiato con volontà ideologica vendicativa è dimostrato dalla cattiveria esibita ostinatamente persino dopo la condanna. Elevando l’ingiustizia al quadrato hanno negata a un uomo di 72 anni la possibilità di scontare la pena ai domiciliari. Poi quando finalmente il tribunale di sorveglianza ha ammesso, dopo cinque mesi di sofferenza in carcere, che non c’era ragione per insistere con la galera, la procura ha fatto ricorso. Mentre, con simpatico coordinamento temporale, i colleghi del Senato gli hanno tolto la pensione, confiscando anche i contributi versati.
    Insopportabile maramaldeggio. Tutto questo mi disgusta. Non mi basta lamentarmi alla luna. Quello lo lascio fare ai lupi, che hanno le loro ragioni. Dei lupi vorrei però avere le zanne affilate per spezzare le catene dell’indifferenza e dell’ingiustizia.

Per questo ho appreso e propagandato con Libero la sottoscrizione a suo favore voluta da alcuni amici. Per questo intendo sostenere la richiesta al capo dello Stato, che so sensibile al tema, perché dia la grazia a Formigoni.
La grazia per definizione non si merita, è gratuita. Questa grazia avrà il merito di raddrizzare un torto.

Vittorio Feltri

***

Alcuni amici di Roberto Formigoni hanno costituito un comitato per raccogliere fondi per sostenerlo. Le offerte – di qualunque entità – possono essere inviate con bonifico bancario al conto corrente del comitato all’Iban IT90 A033 5901 6001 0000 0163155, indicando come causale “Comitato Amici RF contributo – nome e cognome”.

Foto Ansa

Exit mobile version