Perché anche chi non lo vota oggi dovrebbe dire: «Forza Renzi»

Si può ritoccare l'Italicum, ma la sua impalcatura va tenuta. Altrimenti saremo sempre nelle mani dei vecchi apparati, soliti cacadubbi e qualche magistrato con la luna storta

Strano paradosso quello italiano: si è passati da una Prima a una Seconda Repubblica con la sostituzione secca del mondo della politica con il pianeta rosso dell’associazione nazionale magistrati. E ora, davanti al colpo di genio e di coraggio di Matteo Renzi che spalanca riforme dello Stato che in quarant’anni non sono mai state fatte (ma di cui si è molto parlato per perdere tempo e far niente), scattano le trappole dei vecchi apparati e dei cespugli cacadubbi (Grillo è un altro affare: è tribalismo e utopia di un’Italia da sottosviluppo, tanto lui è arrivato alla pensione e si annoiava allo specchio del suo talento stranamente buttato alle ortiche e al vento: raccoglierà tempesta)

Insomma, cosa vuoi dire di male allo spirito (e secondo noi anche alla lettera) dell’Italicum? Ha straragione Pierluigi Battista. Si accaniscono sui dettagli per continuare a surfare sull’onda degli ultimi quarant’anni. Si attaccano al “dibbattitto demmoccrattico” per incagliare Renzi e affogarlo nella loro palude di vecchi apparatčik.
Così, mentre dal pianeta rosso si godono lo spettacolo e ci si ficcano dentro come il topo nel formaggio, tocca solo a Renzi e ai renziani capire che se concedono una sola unghia ai cacadubbi e agli apparati antichi, prima gli portano via le braccia, poi, questione di tempo, li fanno secchi. Tutti. Naturalmente cominciando dal capo sindaco.

Dietro le quinte e sui giornali è questa la partita che si gioca sull’Italicum e che si dirimerà (si spera nella settimana a venire) nell’aula parlamentare.
C’è una proposta obiettivamente seria e veramente innovativa di sistema elettorale. Una proposta che, se viene adottata così com’è, certificherà l’avvento di una vera sovranità popolare e governi sicuri, stabili, duraturi. Liberi finalmente dai ricatti dei piccoli e finalmente costretti, se voglio prendersi quel che spetta loro, cioè il diritto-dovere di governare, decidere, fare, spezzare le trame dei corpi separati dello Stato.

Non solo. Con il patto sull’Italicum, Renzi e Berlusconi (più Renzi, ovviamente, di Berlusconi), hanno passato il Rubicone del risentimento degli inetti per il vecchio e grande leone di Arcore. Risentimento che ha invaso e incancrenito ogni piega della vita sociale e politica del nostro paese. E ha reso possibile che il nostro Stato marcisse sotto un disordinato accrocchio di poteri, in uno stallo generale, da declino ventennale.

Ecco, tutto ciò è stato superato di slancio da un ragazzo sveglio. Un ragazzo che è l’Italia di adesso e l’Italia del futuro. L’Italia che non gliene frega niente di buttare via la meglio gioventù per intignirsi nell’odio da vecchi malvissuti. L’Italia che ha ben altri problemi dei riccastri che si nobilitarono all’ombra della Costituzione e misero in scena i film sul Caimano (ma alla fin fine che film è stato, che titoli di coda ha avuto, se non, “beh, dopo vent’anni abbiamo portato all’editore un bel pacco di quattrini, 500 e passa milioni”?).

Renzi? Lo abbiamo criticato anche noi. E anche con qualche buona ragione (almeno così pensiamo). Però, adesso lasciamo perdere. Non siamo in campagna elettorale e non stiamo a discutere di programmi. Adesso, che tu sia onestamente a destra o onestamente a sinistra, tu puoi e devi onestamente applaudire. Applaudire il bravo, bravissimo Matteo Renzi.

Veniamo al merito. Certo che in sede di Commissione si si può “ritoccare” l’Italicum. Ma la sua impalcatura, a nostro giudizio, deve restare quella uscita dal “patto del Nazareno”. Altrimenti siamo punto e a capo. Altrimenti Letta rimane in un’inutile instabile stabilità. E c’è pure il caso che Napolitano si dimetta e si vada a elezioni anticipate col proporzionale puro. Una via di fuga perfetta per non risolvere niente. Per riavere di nuovo in parlamento tre poli e di nuovo un governo che fa un tubo. Finisce che poi qualcuno dà sul serio fuoco al Parlamento.

Volendo essere proprio caciaroni, come è necessario per scrivere giornali e difendere rendite di posizione, le quisquilie su cui si vorrebbe stoppare Renzi sono le seguenti.

In conclusione, da qualunque parte lo si guardi il tormentone Italicum si deve dire “Forza Renzi!”. Poi magari non lo voterai (io, per esempio, non lo voterò). Però, o oggi vince il Renzi pattista o domani c’è il rischio che non valga nemmeno più la pena di andare votare.

@LuigiAmicone

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