Papa Francesco: «L’incontro con Dio ci spinge a scendere verso gli altri con carità fraterna»

Nell'Angelus di oggi Papa Francesco ha commentato l'episodio della Trasfigurazione: «Anche noi abbiamo bisogno di salire sulla montagna per sentire la voce del Signore. Ma non possiamo rimanere lì»

Papa Francesco, nell’Angelus di oggi in Piazza San Pietro, ha proseguito il suo cammino quaresimale soffermandosi sulle pagine del Vangelo di questa domenica che raccontano l’episodio della Trasfigurazione di Gesù. Cristo «prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse in disparte su un alto monte». La montagna, nella Bibbia, è presentata di frequente come luogo di vicinanza a Dio e di incontro intimo nella preghiera. «Gesù si mostra ai tre discepoli trasfigurato, luminoso, bellissimo; e poi appaiono Mosè ed Elia, che conversano con Lui. Il suo volto è così splendente e le sue vesti così candide, che Pietro ne rimane folgorato, tanto che vorrebbe rimanere lì, quasi fermare quel momento». Ma c’è un invito che Dio fa ai discepoli. Ed è quello che il Santo Padre ha richiamato tutti a seguire: «Ascoltatelo». Ha spiegato: «Noi, discepoli di Gesù, siamo chiamati ad essere persone che ascoltano la sua voce e prendono sul serio le sue parole. Per ascoltare Gesù, bisogna seguirlo, come facevano le folle del Vangelo che lo rincorrevano per le strade della Palestina».

«LEGGETE TUTTI I GIORNI IL VANGELO?» Per fare questo risulta fondamentale, ha spiegato Papa Francesco, leggere il primo modo con cui Dio si comunica a noi, ossia la sua Parola scritta. «Faccio una domanda: voi leggete tutti i giorni un passo del Vangelo? Qualcuno sì, qualcuno no, metà e metà». Francesco ha invitato tutti ad avere con sé sempre un piccolo Vangelo da portare in tasca, o nella borsa, per poter leggere qualche piccolo passo durante la giornata. «Lì è Gesù che ci parla».

SALIRE E SCENDERE. Tornando poi all’episodio della Trasfigurazione, il Pontefice ha messo in risalto due elementi: la salita e la discesa. «Noi abbiamo bisogno di andare in disparte, di salire sulla montagna in uno spazio di silenzio, per ritrovare noi stessi e percepire meglio la voce del Signore. Ma non possiamo rimanere lì! L’incontro con Dio nella preghiera ci spinge nuovamente a “scendere dalla montagna” e ritornare in basso, nella pianura, dove incontriamo tanti fratelli appesantiti da fatiche, malattie ingiustizie, povertà materiale e spirituale». Il fedele è chiamato a portare i frutti del proprio incontro con Dio agli altri: «Se non siamo stati con Dio, se il nostro cuore non è consolato, come potremo consolare?». Per questo, prima della preghiera, il Papa ha chiesto a tutta la Piazza di affidare alla Madonna l’intero cammino quaresimale, «imparando un po’ di più a “salire” con la preghiera e a “scendere” con la carità fraterna».

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