Papa Francesco si è messo alla guida di una rivoluzione pacifica ma potente

La Gmg di Rio ci ha lasciato il ricordo di una manifestazione allestita con una magnifica coreografia addolcita dal senso musicale dei brasiliani e dall’uso sapiente della musica: basta ricordare l’adagio di Albinoni durante l’ultima stazione della Via Crucis cantato da un coro coinvolgente. Non solo un bel ricordo, ma una nostalgia – saudade – di quella gente e di quei luoghi.

Nello stesso tempo, anche se i giornali faticano a riconoscerlo, papa Francesco si è imposto come leader mondiale. Un capo di una rivoluzione pacifica ma potente. Francesco ha la capacità di unire i toni di una fede intimamente vissuta, che conosce l’unione personale col Dio Padre, ai toni del condottiero che spinge alla battaglia: basta con i giovani che non conoscono la dignità del lavoro, basta con i vecchi emarginati dal vivere civile, condotti ad un’eutanasia morale. Invece in piedi! A combattere!

Il discorso agli argentini ha lasciato col fiato sospeso. Il primo equipaggiamento per la battaglia – ha ricordato il Papa – sta nella risposta di Madre Teresa. Alla domanda su come costruire una civiltà più giusta e su cosa doveva cambiare nella Chiesa, rispose: «Tu ed io». Il Papa scherzando dice che l’umiltà è l’astuzia di Dio. In realtà vuol dirci che è l’intelligenza di Dio. L’umiltà è la verità che consente di appoggiarsi alla forza della fede per restaurare, come san Francesco, la Chiesa e la società intera. Grazie o mio Dio per questo Papa e aiutami a rispondere con fede e coraggio personale ai suoi inviti.

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