Palmira, Rutelli: «Ricostruiremo quello che l’Isis ha distrutto»

I jihadisti hanno demolito parte del sito siriano patrimonio dell'Unesco. Intervista a Francesco Rutelli: «È perversione iconoclasta»

«Non permetteremo che a Palmira rimanga un buco come in Afghanistan. Quello che l’Isis ha distrutto, lo dobbiamo ricostruire». Francesco Rutelli è «addolorato e indignato» per la «crudele esecuzione» di 12 persone nell’antica città siriana e parlando con tempi.it condanna «la perversione iconoclasta dei terroristi», che ha distrutto un’altra parte del sito archeologico patrimonio dell’Unesco.

PATRIMONIO UNESCO. Ieri l’agenzia Sana ha riferito che lo Stato islamico ha «distrutto la facciata dell’anfiteatro romano e le 16 colonne del Tetrapilo», due dei monumenti più importanti del sito archeologico, situato nella provincia di Homs, nel centro del paese. I jihadisti avevano conquistato Palmira, dove si trovano meravigliose rovine dell’Impero romano risalenti al I e II secolo d.C. nel maggio del 2015. Qui avevano fatto saltare in aria il tempio di Bel-Shamin. Riconquistata dall’esercito siriano con l’aiuto dei russi a marzo, la città è stata di nuovo ripresa dall’Isis a dicembre.

«SALVARE VITE E CULTURA». «Si conferma la spasmodica attenzione dei terroristi per l’aspetto mediatico», commenta Rutelli. «La distruzione di questo patrimonio artistico irripetibile, dove sono state appositamente massacrate delle persone, dimostra che l’impegno per salvare vite umane e porre fine alla guerra non può essere separato da quello per la protezione del patrimonio culturale di un paese come la Siria».

LA MOSTRA AL COLOSSEO. Come presidente dell’Associazione “Incontro di civiltà”, Rutelli è impegnato da anni in questo campo e l’anno scorso ha curato la mostra di successo “Rinascere dalle distruzioni”, che ha portato al Colosseo tra ottobre e dicembre la ricostruzione a grandezza naturale di tre manufatti distrutti o danneggiati dall’Isis in Siria e Iraq. Tra questi, oltre al toro androcefalo alato di Nimrud e a una sala dell’archivio di Stato di Ebla, c’era anche il soffitto del Tempio di Bel, distrutto a Palmira.

«RICOSTRUIREMO». «Quando sarà finita questa guerra e nella regione sarà di nuovo garantita la sicurezza non permetteremo che a Palmira resti un grande buco», conclude Rutelli. «Oggi è il giorno del dolore ma andremo a ricostruire quanto è stato distrutto, con l’aiuto delle autorità locali e internazionali. L’Italia è già pronta per far tornare Palmira al suo antico splendore».

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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