Ora che c’è l’Urna Bio abbiamo risolto l’antica scocciatura della morte: rinasceremo alberi

Addio cimiteri, addio lugubri lapidi, addio tristezza. Anche i vostri peccati contro l'ambiente saranno redenti. Depositate le vostre ceneri nel bicchierone di torba e cellulosa, e sarete reintrodotti nel cerchio della vita

«Io mi ritrovo molto guardando gli alberi. Anno dopo anno e sempre di più considero gli alberi come delle persone. Che fossero esseri viventi lo sapevo, ma adesso l’ho scoperto intuitivamente, e mi sento natura con essi. Oppure col mare, quando ci entro dentro, d’estate. Ecco, è la natura il luogo dove mi sento sciogliere i nodi che nel mio interno porto. Trovare il senso della vita è domanda alla quale non c’è risposta. La natura si pone forse questa domanda? La natura vive e basta. E noi siamo natura». (Eugenio Scalfari, L’Espresso2 febbraio 1996)

Quando verrà anche per noi il momento di vedere l’erba dalla parte delle radici, potremo scegliere se aspettare con pazienza il giorno del Giudizio Universale oppure se diventare concime per alberi. Due designer spagnoli hanno messo in vendita “Bios Urn”, un’urna cineraria completamente biodegradabile che ci permetterà di rinascere a seconda vita, sotto forma di alberello.

«Bios Urn reintroduce l’essere umano nel cerchio naturale della vita», hanno spiegato i suoi due autori. Composta di guscio di cocco, torba compatta e cellulosa, al suo interno contiene, nella sua parte superiore opportunamente sigillata, un seme di albero a vostra scelta. In quella inferiore, invece, saranno posizionate le vostre ceneri. Dopo averla piantata in un terreno fertile, l’urna si decomporrà così che i vostri resti («sprigionando il loro potere fertilizzante») diventino un tutt’uno con l’albero che, nel frattempo, avrà cominciato a germogliare.

Affascinante, vero? Addio cimiteri, addio lugubri lapidi, addio tristezza. Urna Bios ha anche il potere di redimere i vostri peccati (i vostri peccati contro l’ambiente, s’intende). La vostra catarsi sarà assicurata dal fatto che per la vostra sepoltura moltissima Co2 è stata risparmiata: non v’è stata lavorazione di marmi, non sono stati abbattuti alberi per la vostra bara, nessuna vernice è stata spruzzata per il vostro congedo. Solo un vostro caro dovrà prendersi la briga di portarvi sottobraccio fino al luogo dove vorrete rinascere come arbusto.

E qui, siamo certi, mica finirete sullo svincolo della Milano-Meda o nei pressi di qualche guard rail della Salerno-Reggio Calabria. Nella vostra seconda vita di faggio o betulla potrete scegliere di rinascere dove più vi aggrada. Abbarbicati sulle scogliere amalfitane oppure alle pendici del Cervino. Su qualche promontorio con vista sul Lago di Como o in qualche pineta ligure, lontano dal chiasso e dall’usura moderna.

La vostra giornata sarà scadenzata dal ritmo dei giorni, dai bagliori dell’alba che fan capolino tra i vostri germogli e dalle luci sanguinolente dei tramonti, fino ai chiari diafani emessi dalla falce di luna. E poi il susseguirsi delle stagioni, dal riposo invernale quando tutto tace e mormorano solo i passi dello scoiattolo sulla neve, alla primavera con i nuovi orgasmi dell’esuberante vegetazione, ai caldi estivi coi temporali che frustano il cielo, fino agli autunni variopinti che solleticheranno con bave di vento le vostre ramificazioni.

E sarà magnifico e sarà meraviglioso farsi cullare dalle onde che si srotolano nel vicino fiumiciattolo, gioire per lo sbocciare dei primi virgulti, ammirare la perseveranza dell’indefessa formica, emozionarsi per i balli notturni delle lievi cicale. Salutare il dì che arriva col profumo della prima rugiada, accomiatarsi dal giorno trastullandosi con le ombre della sera.

E tutto questo paradiso – tenete presente – al modico prezzo di settantacinque dollari, spese di spedizione escluse. Ma, d’altronde, che cos’è un piccolo obolo per questo ben di dio? Niente più patemi su giudizi finali, niente più sacrifici e vecchie storie sui peccati in vita e altri noiosi impicci quali resurrezione dei corpi, convocazione nella valle di Giosafat, inferno-purgatorio-paradiso. Sarà solo una banale, semplice, pura questione chimica. Nessun sonno eterno, campi elisi, aldilà cristiani. Solo una lenta questione di decomposizione e ricomposizione perpetua, come da sempre accade nel mondo sublunare. Nessuna nascita (inizio) e morte (fine), ma solo un perpetuo girare in circolo, ininterrotto ed eterno, senza soluzione di continuità.

E certo, messa così, potrebbe essere quasi convincente. Se non fosse che poi si corre il rischio di diventare orinatoio per quadrupedi. Un’esperienza che non vale la spesa dei vostri settantacinque dollari.

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