Nucleare, via libera Onu all’accordo con l’Iran. Che però insiste: «Morte a Israele e America»

Con questi slogan è stato interrotto il discorso in moschea della Guida suprema Ali Khamenei. Kerry: «Se questa è la politica dell'Iran, è un problema»

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite all’unanimità ha dato il via libera all’accordo sul nucleare raggiunto pochi giorni fa dall’Iran e le potenze mondiali. Per entrare in vigore, l’intesa dovrà essere ratificata anche da Teheran e dal Congresso americano.

CRITICHE DEI PASDARAN. L’approvazione dell’Onu, salutata positivamente da tutti, non ha trovato però il favore di un importante attore nel paese degli ayatollah: Mohammed Ali Jafari, comandante in capo del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica. Ali Jafari ha criticato aspramente l’accordo perché interferisce con le operazioni militari iraniane e supera le «linee rosse» stabilite dalla Guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei. «Non lo accetteremo mai», ha detto all’agenzia semi-ufficiale Tasnim.

ACCORDO NUCLEARE. Secondo i termini dell’intesa raggiunta a Vienna, l’Iran potrà continuare ad arricchire l’uranio ma non in modo significativo per ottenere la bomba atomica in breve tempo. La maggior parte del materiale fissile arricchito finora, infatti, verrà trasferito all’estero. In cambio, le potenze mondiali toglieranno le sanzioni al regime sciita, la cui economia è stata messa in ginocchio negli ultimi anni. Il rischio che Teheran si doti di un ordigno nucleare non è scongiurato in assoluto, ma se l’accordo verrà implementato agli ayatollah servirà almeno un anno per ottenerlo, periodo durante il quale le sanzioni potranno essere ripristinate, come ora.

BOTTA E RISPOSTA. L’ambasciatore americano alle Nazioni Unite, Samantha Power, ha ricordato ieri che «il patto non cambia il fatto che siamo molto preoccupati dalle violazioni dei diritti umani commesse dal governo iraniano, (…) dal sostegno al terrorismo e dalle continue minacce contro Israele». L’ambasciatore iraniano ha risposto subito alle accuse: «Non accettiamo lezioni dal paese che ha invaso due stati nella nostra regione e creato il terreno favorevole per la crescita del terrorismo e dell’estremismo».

«NON CAMBIEREMO POLITICA». I rilievi di Power però non sono campati in aria. Sembra infatti che lo “storico” accordo voluto fortemente dal presidente Usa Barack Obama non cambierà per nulla l’atteggiamento dell’Iran. Nel fine settimana, la Guida suprema Ali Khamenei ha parlato in una moschea della capitale affermando che «le politiche degli Stati Uniti sono opposte di 180 gradi rispetto alle nostre. (…) Anche dopo questo accordo la nostra politica nei confronti dell’America arrogante non cambierà».

«MORTE A ISRAELE E AMERICA». Il sermone è stato più volte interrotto dalle grida: «Morte all’America» e «Morte a Israele». Le dichiarazioni hanno un evidente valore retorico e politico, visto che ogni protagonista, tanto Obama quanto Khamenei, hanno bisogno di vendere il compromesso in patria come una vittoria. Le parole dell’ayatollah, però, hanno molto infastidito la Casa Bianca. «Non so come interpretare queste parole a questo punto, se non [pensando che] questa è la politica» dell’Iran, ha commentato in un’intervista alla tv saudita Al Arabiya John Kerry, segretario di Stato americano.

STATI UNITI PREOCCUPATI. «So che spesso possono essere fatti dei commenti pubblicamente e poi le cose possono evolvere in modo diverso», ha aggiunto. «Ma se questa è la politica dell’Iran, è molto allarmante, è molto problematica». Un commento parimenti problematico da parte di chi ha appena firmato un accordo “storico” nella speranza che l’Iran si allontani dalle posizioni estremiste che l’hanno caratterizzato fin dalla rivoluzione islamica del 1979.

@LeoneGrotti

Foto Ansa/Ap

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