No Tav, per Erri De Luca la violenza in Val di Susa «non è terrorismo ma sabotaggio necessario»

Non esiste “rischio terrorismo” in Val di Susa. L’allarme lanciato dal procuratore Gian Carlo Caselli non sembra affatto interessare lo scrittore Erri De Luca, che sostiene la lotta valligiana contro la linea Torino-Lione e ha pure scritto alcune pagine nel e-book Nemico pubblico. Oltre il tunnel dei media: una storia NoTav. Alle accuse del magistrato di Torino, che punta il dito contro alcuni intellettuali di sinistra per le loro vicinanze al movimento antagonista e contro il movimento “trenocrociato” per la sua evidente deriva violenta, l’autore napoletano risponde laconico con un’intervista all’Huffington Post: «Caselli esagera».

«SABOTAGGI NECESSARI». La sua analisi? Non c’è terrorismo, solo sabotaggio. Prendi, ad esempio, i ragazzi che la scorsa settimana sono stati fermati con alcune bombe molotov in auto. De Luca è ironico: per lui era solo «pericoloso materiale da ferramenta. Proprio quello che normalmente viene dato in dotazione ai terroristi. Mi spiego meglio: la Tav va sabotata. Ecco perché le cesoie servivano: sono utili a tagliare le reti». Tutto lecito quindi: sabotaggi e vandalismi «sono necessari per far comprendere che la Tav è un’opera nociva e inutile». La analisi di De Luca si fa ancora più approfondita quando l’intervistatore gli chiede dei tanti blitz che hanno colpito le aziende che lavorano per costruire la Tav, come quella di Bussoleno, che ha chiuso per i continui danneggiamenti. Azioni lecite? Risposta: «La Tav non si farà. È molto semplice».

COMPLOTTO DELLE BANCHE. Già protagonista degli anni di piombo, Erri De Luca ha vissuto la sua giovinezza a Roma, dove era responsabile del servizio d’ordine di Lotta Continua. Parlando di quel periodo, ha sempre sostenuto con orgoglio di aver fatto parte dell’ultima generazione rivoluzionaria del Novecento. Il terrorismo, disse non più di un anno e mezzo fa in tv, non era quello dei gruppi armati di sinistra, bensì quello delle stragi di piazza Fontana e piazza della Loggia; a queste era da contrapporre la violenza, vera e propria forza promotrice del miglioramento di tante popolazioni nel Novecento. Sono aspetti che vengono fuori anche nella sua intervista sulla Tav di ieri. Non manca ovviamente un pensierino al “gombloddo” che ci starebbe dietro all’alta velocità, voluta da «una decisione presa dalle banche e da coloro che devono lucrare a danno della vita e della salute di una intera valle», il tutto ovviamente con l’avallo della politica, che «ha semplicemente e servilmente dato il via libera». E infine, ecco la profezia: «La Tav non verrà mai costruita. Ora l’intera valle è militarizzata, l’esercito presidia i cantieri mentre i residenti devono esibire i documenti se vogliono andare a lavorare la vigna. Hanno fallito i tavoli del governo, hanno fallito le mediazioni: il sabotaggio è l’unica alternativa». Tira un vento gelido in Val Di Susa: tra posti di blocco, blitz notturni e scontri sembra di essere tornati negli anni di piombo. E De Luca si ha già rispolverato l’eskimo.

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