«Da De Magistris un premio alla camorra». E il Corriere scassa il sindaco scassatore

Antonio Polito firma sul Corriere della Sera un editoriale molto istruttivo sull’idea di giustizia promossa in Italia dai cosiddetti “cultori della legalità” (anche detti “partigiani della Costituzione”), oggi in parte organizzati in veri e propri partiti o movimenti (arancioni). Questi manettari invocano l’invasione giudiziaria di ogni campo della vita dei cittadini ma, scrive Polito, «non appena possono premiano l’illegalità», e lo fanno «per demagogia o per calcolo elettorale» se non addirittura per «connivenza vera e propria».

LO SCANDALO. Polito ce l’ha con la Napoli di Luigi De Magistris, «città-faro del movimento giustizialista visto che ha eletto sindaco un pm, dove è stata appena approvata, praticamente all’unanimità, la sanatoria degli occupanti abusivi delle case comunali». Quello delle occupazioni abusive, spiega l’editorialista del Corriere, è nel capoluogo campano «un fenomeno vastissimo: sono circa 4.500 le domande di condono giunte al Comune per altrettanti alloggi». Domande accettate.

INGIUSTIZIA SOCIALE. De Magistris – ricorda sempre il giornalista – ha anche avuto la faccia tosta di spiegare che «non è una sanatoria. Io la chiamerei delibera sul diritto alla casa». Sarebbe dunque una questione di “giustizia sociale”? Proprio per niente. Anzi, è vero il contrario. Perché, scrive furioso Polito, perché «per ogni famiglia che vedrà legalizzato un abuso, una famiglia che avrebbe invece diritto all’abitazione secondo le regole e le graduatorie perderà la casa. Non c’è modo migliore di sancire la legge del più forte, del più illegale».

QUEI FORTINI DELLA MALAVITA. E non è finita. Secondo Polito «la sanatoria non è solo iniqua, è anche un premio alla camorra organizzata». Infatti, come ormai sanno tutti in Italia, e come è stato anche «provato da inchieste giornalistiche e giudiziarie», «”l’occupazione abusiva di case è per i clan la modalità privilegiata di occupazione del territorio”, come ha detto un pubblico ministero». Nella mani della camorra, i palazzoni popolari si trasformano in «fortini, canyon chiusi da cancelli, garitte, telecamere, posti di blocco, praticamente inaccessibili dall’esterno e perfetto nascondiglio per latitanti, armi e droga».

A PROPOSITO DI LEGALITÀ. Può essere che il sindaco De Magistris non sappia tutto questo? Certo che lo sa. Gigetto ha fatto il pm, ricorda Polito, e forse non a caso «ha evitato di assumersi in prima persona la responsabilità di questa scelta», lasciandola fare però al Consiglio comunale. L’ex magistrato promise che a Napoli, una volta al potere, avrebbe “scassato tutto”, egemonia camorrista compresa. Ma «se De Magistris volesse dare un colpo serio alla criminalità organizzata nella sua città, potrebbe forse cominciare col guardare nell’elenco di occupanti abusivi che il suo Comune ha appena deciso di legalizzare».

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