Merkel-Renzi: apertura Ue alla flessibilità per lo sviluppo

Dopo una notte di lungo lavoro per gli "sherpa" delle diplomazie italo-tedesche, la relazione del Consiglio europeo oggi parlerà di «miglior uso della flessibilità» e riserva «particolare attenzione alle riforme strutturali che rilanciano la crescita»

Ieri sera il duro scontro tra la cancelliera tedesca Angela Merkel e Matteo Renzi che, all’ennesima chiusura della Germania sul tema “flessibilità europea”, l’aveva apostrofata polemicamente: «Non sforeremo come la Germania nel 2003,ma vogliamo chiarezza, chi fa le riforme deve avere diritto alle flessibilità». Poi la decisione dei due leader di lasciare spazio al lavoro degli sherpa italo-tedeschi e una lunga notte che deve aver portato consiglio. Ed ecco quindi che oggi si è tenuto, fuori programma, un colloquio a due Merkel-Renzi prima del vertice sul Consiglio europeo. Da quanto riportano i principali quotidiani, l’incontro bilaterale è avvenuto in un clima “molto positivo”.

LA NUOVA BOZZA PROGRAMMATICA. Oggi inoltre la bozza del Consiglio europeo di ieri esce “rivista”, con un piccolo riferimento del presidente Herman Van Rompuy ad “un miglior uso della flessibilità”. Si dice poi esplicitamente: «Alle riforme strutturali che rilanciano la crescita e migliorano la sostenibilità dei conti pubblici deve essere data particolare attenzione, anche attraverso una valutazione più integrata delle misure fiscali e delle riforme strutturali, facendo nel contempo il miglior uso della flessibilità già prevista dalle esistenti regole del Patto di stabilità e di crescita».

OK SUL PROGRAMMA DELLA COMMISSIONE. In particolare si apprende, secondo fonti qualificate, che Merkel e Renzi avrebbero “fatto un giro d’orizzonte sul testo del documento programmatico della prossima Commissione europea”, una lettura condivisa dei punti principali e stavolta Renzi avrebbe ottenuto una maggiore apertura di Merkel sulle politiche di rilancio economico e, di conseguenza, anche sulla flessibilità.

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO EUROPEO. Intanto continua il toto nomine sulla nuova presidenza del Consiglio europeo. Al posto di Herman Van Rompuy, Renzi ieri avrebbe proposto l’attuale ministro degli Esteri Federica Mogherini. Ma secondo Repubblica, oggi il Pd potrebbe proseguire rilanciando con due nomi di maggiore appeal europeo. Uno è Enrico Letta, che ha da sempre anche un rapporto con il presidente uscente Herman Van Rompuy. Secondo Pierluigi Bersani «Non è una possibiltà campata per aria. Io stesso ho potuto registrare stima e simpatia dei leader europei nei confronti di Enrico Letta. Enrico è uno che indossa perfettamente i panni europei e che viene ritenuto capace di trovare punti di equilibrio in situazioni difficili. Per l’Italia averlo al posto di Van Rompuy sarebbe un gran colpo». Secondo Repubblica, Letta avrebbe l’appoggio di Cameron, Hollande e non dispiacerebbe nemmeno a Merkel. L’altro nome è poi quello di Massimo D’Alema.

GOZI GIUBILA: «PIU’ DI QUANTO VOLESSIMO». Il responsabile del Pd per le politiche Ue, il renziano Sandro Gozi ha particolarmente esultato per l’esito del lavoro degli sherpa italo tedeschi e secondo il deputato «Abbiamo ottenuto quanto volevamo: ampi spazi di manovra sul fronte della flessibilità con l’impegno a tenere conto delle riforme strutturali e la possibilità di sviluppare strumenti finanziari per progetti di investimenti nel lungo periodo».

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