Sulla Meloni la posizione del “Flying Circus” di Letta è quella di Chiara Ferragni

Sul Post Giulia Siverio scrive: «Nessuna donna è stata presidente della Repubblica né presidente del Consiglio. Per avere un’idea dello squilibrio: se da qui alla fine del secolo ci fossero soltanto donne presidenti della Repubblica, la situazione sarebbe appena in parità».

La novità antropologica di una premiership di Giorgia Meloni è colta da molte intelligenti donne di sinistra, che pure mai la voterebbero, da Marina Terragni a Ritanna Armeni e persino, per certi versi, da Concita De Gregorio. Poi c’è la posizione prevalente nel Flying Circus del Monty Python Enrico Lettino: quella di Chiara Ferragni.

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Su Open Stefano Bonaccini dice: «Se agitiamo lo spettro fascista mettiamo in campo qualcosa che rischia di dare un messaggio agli elettori di poca concordia. Per me non ci sono nemici, ma avversari. È una destra che va battuta sul campo delle idee perché su questo abbiamo molto più noi da dire di loro».

A Bonaccini non piace molto la campagna “il rosso e il nero” di Lettino. Il governatore dell’Emilia-Romagna è un politico radicato nel territorio e in una tradizione, e ha dunque idee da spendere invece che trucchetti come l’attuale segretario del Pd. Se come è probabile, le elezioni saranno vinte dal centrodestra, si aprirà una sfida nel centrosinistra tra un modello Mélenchon (peraltro da noi guidato da un piccolo avventuriero come Giuseppe Conte e non da una personalità radicata nella politica come in Francia) e un modello Spd-Gruenen, il cui miglior leader potrebbe essere proprio Bonaccini. Ecco un motivo decisivo per affrettare la fuoriuscita dalla politica italiana di quel missus di Emmanuel Macron, il nostro Lettino, che più che pasticci non sa combinare.

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Su Dagospia  si cita un articolo di Giovanni Orsina sulla Stampa: «È molto probabile che, alla guida del destra-centro, il 25 settembre Meloni vinca. Se lo sarà meritato, come detto, ma avrà anche avuto vita relativamente facile: le sarà bastato stare ferma perché il Paese le cadesse in mano come una pera matura. La parte di gran lunga più difficile, per lei ma anche per chi le si opporrà, verrà dopo: spezzare il circolo vizioso, interrompere le metamorfosi, provare ad avviare un ciclo politico che duri più dello spazio d’un mattino».

Orsina dice che la Meloni vincerà per due motivi: uno positivo, perché ha dimostrato serietà, uno pericoloso perché gli italiani sono disperati e puntano su qualsiasi cosa sia “nuova” a prescindere come direbbe Totò. Un’analisi condivisibile ma che ha una spiegazione storica molto concreta: il tentativo di Giorgio Napolitano di governare l’Italia dall’alto, politica poi lasciata in eredità a Sergio Mattarella (ma soprattutto a Ugo Zampetti). Il fatto che la Meloni possa governare sulla base del voto dei cittadini invece che grazie agli intrighi del Quirinale, apre una possibile prospettiva diversa dal recente passato. Che naturalmente può essere sprecata.

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Sulla Zuppa di Porro si scrive: «Sono emersi infatti nuovi video e nuove fotografie che potrebbero mettere in imbarazzo la premier finlandese e che l’hanno già costretta a chiedere scusa. Pietra dello scandalo è la fotografia in topless di due note influencer che la Marin aveva invitato nella sua residenza ufficiale. Nella foto si vedono le due donne che si baciano coprendosi il seno nudo con un cartello con la scritta “Finlandia”. “Abbiamo fatto la sauna, nuotato e passato del tempo insieme”, ha detto Marin. “Quel tipo di foto non avrebbe dovuto essere scattata, ma per il resto non è successo nulla di straordinario».

Che Sanna Marin balli nella sua residenza pur ufficiale è un affare solo suo, e che peraltro fa piacere a chi ha una visione allegra della vita e aveva già apprezzato molto un ministro degli Esteri come Gianni De Michelis che si scatenava in discoteca. Che circolino video sui balli (e sulle tette al vento delle amiche) di un primo ministro pone un problema alla politica in tempi di telefonino, come in Italia avevamo già sperimentato ai tempi di Silvio Berlusconi.

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