La partita europea in cui Meloni può raccogliere l’eredità di Berlusconi

C'è un vuoto da riempire e un progetto liberal-conservatore in costruzione. La scomparsa del fondatore di Forza Italia dà alla premier un grande peso negoziale perché il Ppe si ritrova oggi con un partito, nel terzo più grande paese dell’Ue, senza leader

Si è provato molte volte a trasformare Forza Italia in un vero partito: si sono proposti congressi, coordinamenti, primarie interne e di coalizioni. Nulla di tutto questo era possibile in modo serio perché la straordinaria personalità del Cavaliere impediva qualsiasi fuga dal partito personale e da una visione leaderistica. Anche il fallimento del Pdl, il più grande partito di centrodestra d’Europa nel 2009, si iscrive in questa logica di mancata istituzionalizzazione. Alla fine, negli ultimi dieci anni, sono state le varie elezioni politiche a diventare le primarie del centrodestra. Prima con la crescita della Lega di Salvini, poi con l’affermazione di Giorgia Meloni. Berlusconi ha accettato, talvolta malvolentieri, di diventare secondo e poi terzo violino della coalizione. Tuttavia, da fondatore del centrodestra si è sempre dimostrato coerente e leale verso alleati giovani che prendevano più voti di lui. Ora, con la scomparsa del leader di Forza Italia, si apre un vuoto che...

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