«Anche le scuole paritarie partecipano al bene comune – protesta Macrì -, esattamente come quelle statali. Solo a Roma danno istruzione a migliaia di bambini, ma sembra che questo non sia apprezzato. Le scuole paritarie sono parte costitutiva di un unico sistema educativo. Quello italiano. Ma ciò che conta è sempre e solo un punto di vista pregiudiziale, che mette davanti l’ideologia. Si fa ancora fatica a comprendere che le scuole paritarie fanno il bene dell’Italia intera. Per punire questo tipo di istituto si vanno direttamente a colpire le famiglie, il danno è doppio. Tutte le famiglie dovrebbero avere gli stessi diritti».
PARITA’ CHIESTA DALL’EUROPA. Molti istituti rischiano di chiudere e a breve partiranno i primi ricorsi: «Già l’anno scorso avevamo presentato un ricorso al Tar per via delle tariffe sull’Imu. Anche in quel caso si portava avanti una discriminazione, visto che le scuole statali non dovevano versarlo. Abbiamo vinto e non hanno dovuto pagare tutte le scuole che hanno una tassa di iscrizione al di sotto del costo medio di un alunno di una scuola statale, quindi quasi tutti gli istituti. Speriamo di riuscire a vincere anche con la questione dei rifiuti. L’Unione Europea ha sottolineato più volte agli Stati membri l’importanza di una scelta educativa libera per le famiglie. L’ultima volta nel 2012 il consiglio d’Europa ha richiamato gli Stati a tutelare e garantire concretamente il diritto di scegliere, sancendo anche l’importanza di sovvenzioni e di pari condizioni rispetto agli istituti pubblici, senza discriminazioni. Ma l’Italia sembra non ascoltare».
Foto scuola da Shutterstock