Il costoso menu per McDonald’s in Francia

Accusata di evasione fiscale, pur di non affrontare un processo l'azienda di fast food americana patteggia e pagherà a Parigi un miliardo e 245 milioni di euro

È il più grande patteggiamento per evasione fiscale della storia francese: entro la fine del mese McDonald’s pagherà 1 miliardo e 245 milioni di euro al fisco transalpino per chiudere il procedimento a suo carico per dirottamento dei profitti realizzati in Francia in altre giurisdizioni fiscali allo scopo di pagare meno tasse.

McDonald’s accusata di riciclaggio di frode fiscale

L’inchiesta era iniziata nel dicembre 2015 in seguito al deposito di una denuncia per “riciclaggio di frode fiscale” presso la Procura finanziaria nazionale, l’istituzione giudiziaria creata alla fine del 2013 per investigare sui comportamenti fiscali delle grandi imprese. A denunciare era stato il Comitato aziendale della filiale che riunisce i 16 ristoranti McDonald’s dell’area occidentale dell’Ile-de-France che va da Versailles a Goussainville; comitato all’interno del quale – cosa rara in Francia – esponenti della Cgt (il sindacato francese storico) e del sindacato autonomo Unsa collaboravano senza problemi. Spiega il delegato sindacale Gilles Bombard: «Non avevamo né tredicesima né premi di produzione a motivo del fatto che i conti della filiale erano in rosso. Tuttavia il giro d’affari cresceva costantemente del 5 per cento all’anno e l’impresa annunciava la creazione di nuovi posti di lavoro ogni anno».

Il “doppio sandwich olandese-lussemburghese”

I lavoratori chiedono che si faccia un audit indipendente dei conti della filiale, ma McDonald’s si rifiuta. Tuttavia l’audit si fa, e le 172 pagine della revisione contabile vanno ben al di là dell’analisi dei conti della filiale dell’ovest parigino, e svelano il modo di funzionamento della multinazionale americana. L’80 per cento dei 36 mila ristoranti McDonald’s nel mondo è gestito in franchising. Le ditte locali versano ogni anno alla casa madre una cifra pari al 25 per cento del loro giro d’affari suddivisa in tre canoni: quello per l’affitto dei locali (che sono sempre di proprietà di McDonald’s), quello per l’utilizzo del marchio e quello per gli investimenti pubblicitari. Questi massicci prelievi fanno sì che alcuni ristoranti si ritrovino facilmente in deficit anche se apparentemente la loro attività funziona.

Nel caso francese (con tutta la sua spocchia per l’eccellenza della cucina nazionale, la Francia è il secondo mercato mondiale per McDonald’s, con ben 1.500 ristoranti che nel 2019 hanno realizzato un giro d’affari di 5,4 miliardi di euro) l’importo di questi canoni viene trasferito una prima volta in Olanda e da lì ad alcune sussidiarie con sede in Lussemburgo, fra le quali MCD Luxembourg Real Estate. Nel granducato le imposte sulle imprese sono del 2 per cento, mentre in Francia sono del 33 per cento. Il sistema è chiamato “doppio sandwich olandese-lussemburghese”.

Fino alla sede di McDonald’s di Chicago

Della denuncia depositata dai rappresentanti dei lavoratori nel dicembre 2015 si occupano gli agenti dell’Ufficio centrale della lotta contro la corruzione e le infrazioni fiscali e finanziarie (Oclciff) – che con una sua inchiesta nel 2019 era stato all’origine della decisione di Google di pagare un patteggiamento fiscale da 965 milioni di euro col fisco francese – e quelli della Direzione verifiche nazionali e internazionali del fisco (Dvni). Fra le loro carte appare pure Unhappy Meal, un rapporto realizzato nel 2015 da alcuni sindacati europei e americani che individua in un’altra sussidiaria lussemburghese di McDonald’s – McDonald’s Europe Franchising Sarl – il terminale dei profitti dirottati da tutto il mondo per pagare meno tasse. Secondo questo rapporto McDonald’s aveva evaso 1 miliardo di euro fra il 2009 e il 2013 ai danni del fisco di Francia, Italia e Gran Bretagna.

Le autorità francesi risalgono fino alla sede americana di McDonald’s a Chicago, attivano rogatorie internazionali col ministero della Giustizia Usa e condividono parti dell’inchiesta con l’Internal Revenue Service, cioè il fisco americano. Ecco allora che piuttosto che affrontare un processo la multinazionale del fast food accetta di patteggiare con le autorità francesi, come consentito dalla Convenzione giudiziaria di interesse pubblico inserita nel codice penale francese nel 2016.

Più di Google e Amazon

La cifra di 1 miliardo e 245 milioni di euro che McDonald’s si appresta a versare comprende 508 milioni di imposte non versate e una sanzione di 609 milioni di euro, e copre un arco di tempo che va dal 2009 al 2020. Si tratta della cifra più alta finora ottenuta attraverso il meccanismo della Convenzione giudiziaria di interesse pubblico.

Prima di essa la più alta era rappresentata dai 965 milioni di euro pagati da Google e da una somma imprecisata attorno ai 200 milioni di euro pagati da Amazon nel 2018. Nel 2020 Airbus aveva versato alle autorità francesi una cifra più alta, pari a 2,1 miliardi di euro, ma si trattava di un accordo volto a chiudere un’inchiesta per corruzione e non per pura evasione fiscale. McDonald’s Francia ha dichiarato che la transazione non rappresenta un’ammissione di colpa, che farà di tutto per conformarsi alle leggi francesi e che la compagnia in questi anni ha pagato al fisco francese tasse sui profitti per 2,2 miliardi di euro e creato 25 mila posti di lavoro negli 11 anni in questione.

Foto Ansa

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