Martina al Meeting (o si vive da falene o si vive da pescatori)

Una settimana a Rimini per allestire gli stand. Chi glielo fa fare a mia figlia e tutti gli altri militanti di spendere tempo e soldi senza nulla in cambio? Una passione per l'uomo

Tempi è al Meeting di Rimini (20-25 agosto) con un suo stand – padiglione C2 (vicino alla libreria) – dove è possibile rinnovare l’abbonamento. Quest’anno con una novità: chi sottoscrive l’abbonamento riceverà il libro “Luigi Amicone, l’anarcoresurrezionalista”. Il tutto a soli 60 euro.

Martina, che ci fa tu qui? Che ci fai tu qui, figlia mia, a Rimini ad allestire gli stand della fiera del Meeting? Non hai altro da fare, Martina? Sei bella nei tuoi vent’anni e dovresti essere in discoteca, o su una spiaggia della Riviera, o in un alpeggio valdostano, o a casa a vedere qualche serie Netflix, Amazon Prime, Sky.

Insetti kamikaze

Dovresti essere là e non qua, in qualche galera ideologica in cui ti hanno promesso una libertà consumabile in fretta, perché tutto quel che c’è è l’attimo da spremere e dilapidare, dicono. E non c’è altra felicità se non quella delle falene, come dice lo scrittore russo Andreï Makine: «Le falene si gettavano su qualsiasi fonte di luce, andavano a sbatterci contro, si bruciavano, cadevano sfinite, riprendevano forza, si precipitavano di nuovo verso l’incandescenza. Davanti alla loro assurda testardaggine, c’era da immaginarsi un eros sublime la cui intensità rendeva irrisorio il rischio di morire. Quell’anno, nel mese d’agosto, vedevamo nugoli d’insetti kamikaze crivellare, ogni sera, le lanterne dei ristoranti e i lampioni. E folle di vacanzieri che, con analoga ostinazione, cercavano il calore di un abbraccio, lo stordimento di una relazione».

Pagare per lavorare

Invece Martina è qui, assieme ai suoi amici universitari di Architettura. Prepara quegli stand, quelle scenografie, quei luoghi che da sabato saranno popolati da centinaia di visitatori e militanti per dire che esiste una “Passione per l’uomo”.

Assieme a lei stanno già lavorando altri ragazzi di vent’anni, altri ragazzi di settant’anni – il bancario, il professionista, l’operaio, l’impiegato, la pensionata – che per una manciata di giorni daranno il loro tempo perché il Meeting sia. Non solo il loro tempo, anche i loro soldi, ché la militanza il vitto e l’alloggio se li paga. Pagare per lavorare, non s’è visto mai (una brianzola, poi…), e senza nemmeno un reddito di cittadinanza o un buono benzina da chiedere in risarcimento.

Perché sono qui?

Perché il Meeting sia. Perché «la fede senza opere è morta», diceva san Giacomo. Dunque che questa fede si veda è compito della matricola d’Architettura che allestisce gli stand, del professore di Disegno che pulisce i tavoli, della liceale che trascorre ore in piedi nei polverosi parcheggi all’ingresso.

Perché sono qui? Nessuno ha mai detto loro che dovevano fare la claque a Draghi, o al Papa, o al presidente di Eni. Che dovevano esibire un’appartenenza muscolare alla cristianità o una devozione diluita nell’andazzo mondano. O essere dei ciellini, nemmeno dei bravi ciellini.

Sono qui perché credono a una promessa fatta loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». Una passione per l’uomo, ecco.

Foto Ansa

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