Londra, scuola ebraica a rischio chiusura perché non insegna ai bambini i valori Lgbt

I dirigenti dell'istituto difendono la loro politica «coerente con i precetti della loro fede». Ma questo per gli ispettori dell’Ofsted non è un’attenuante

La Vishnitz Girls School di Hackney (quartiere del nord-est di Londra), una scuola elementare ebraica femminile ultraortodossa frequentata da 212 bambine fra i 3 e gli 11 anni, rischia la chiusura per essersi rifiutata di tenere lezioni sull’accettabilità dell’omosessualità e sulla riassegnazione chirurgica del sesso. La scuola è stata oggetto di un’ispezione per la terza volta in sei mesi da parte del governativo Ofsted, l’Ufficio per gli standard nell’educazione e nei servizi ai bambini, che ha rilevato che la scuola si rifiuta di ottemperare a quanto previsto dall’Equality Act, una legge contro le discriminazioni che prevede tutele per i soggetti che presentano “caratteristiche protette”. Fra queste caratteristiche compaiono l’orientamento sessuale e la riassegnazione di genere, che andrebbero presentate nelle scuole ai bambini sin dalla più tenera età in un’ottica di approvazione.

«VALORI FONDAMENTALI». Il rapporto dell’Ofsted accusa la scuola di non fornire alle sue allieve «una piena comprensione dei fondamentali valori britannici». Infatti l’ispezione ha appurato che alle allieve «non è fornito un insegnamento esplicito su questioni come l’orientamento sessuale. Ciò restringe lo sviluppo spirituale, morale, sociale e culturale degli allievi e non promuove l’uguaglianza di opportunità secondo modalità che tengano conto dei differenti stili di vita».

QUESTIONE DI FEDE. La cosa è tanto più grave in quanto i dirigenti della scuola «sono consapevoli che le caratteristiche protette elencate nell’Equality Act del 2010 devono essere insegnate nelle scuole, e tuttavia riconoscono che la loro scuola non insegna agli studenti tutte le caratteristiche protette, soprattutto quelle relative alla riassegnazione di genere e all’orientamento sessuale. Questo significa che le allieve hanno una limitata comprensione dei differenti stili di vita e delle differenti partnership che gli individui possono scegliere nella società odierna. La proprietà e i dirigenti sono d’accordo che la politica della scuola circa le caratteristiche protette implica che essa non soddisfa gli standard (dell’Ofsted, ndt)». Gli ispettori sono ben consapevoli che l’inadempienza della scuola deriva dalla sua identità religiosa: «La proprietà e i dirigenti della scuola credono con forza che la loro politica è coerente con i precetti della loro fede religiosa». Ma questo agli occhi dell’Ofsted non rappresenta un’attenuante, perché «la scuola non incoraggia le allieve a rispettare altre persone, in quanto non dedica particolare attenzione alle caratteristiche protette».

RISCHIO CHIUSURA. Da quando la notizia dell’ispezione e dei suoi risultati negativi è apparsa sulla stampa, la Vishnitz School mantiene il più stretto riserbo e non rilascia dichiarazioni, nonostante corra il rischio di un’imminente chiusura: una scuola trovata carente negli standard dell’Ofsted viene rimossa dal registro delle scuole indipendenti, e le sue attività diventano reato perseguibile. Alcune voci si sono però levate in difesa della scuola. Gill Robbins del gruppo di pressione Christians in Education ha protestato che «l’Equality Act funziona in realtà in modo gerarchico, con l’orientamento sessuale e il riassegnamento di genere al vertice delle caratteristiche protette dalla legge. Tutte le uguaglianze sono uguali, ma alcune sono più uguali di altre». Infatti la legge del 2010 elenca nove caratteristiche meritevoli di protezione da discriminazioni, elencate in ordine alfabetico (quello della lingua inglese non corrisponde a quello in italiano): età, disabilità, riassegnazione di genere, matrimonio e unione civile, gravidanza e maternità, razza, religione e convinzioni, orientamento sessuale, sesso.

«LA QUALITÀ NON CONTA». Gli ispettori non accennano in nessun modo al fatto che nel caso di questa scuola la difesa della specificità religiosa confligge con la richiesta di insegnare determinati valori. «Alla fine la Ofsted ha svelato il suo vero programma», continua la Robins. «Non gli importa quanto valida sia la vostra scuola sotto tutti gli altri aspetti: il semplice fatto di rifiutare di insegnare a bambini molto piccoli la riassegnazione di genere vi porterà alla chiusura. Questo è l’esito possibile non solo per questa scuola, ma anche per altre scuole ebraiche che si rifiutano, per motivi religiosi, di insegnare le questioni Lgbt». Uno degli aspetti sorprendenti del rapporto dell’Ofsted è la concomitanza del giudizio negativo sul rispetto dell’Equality Act con una valutazione più che positiva della scuola sotto tutti gli altri criteri. Le allieve «sono ben motivate, hanno un atteggiamento positivo nei confronti dell’apprendimento e sono propense a pensare autonomamente»; la scuola è commendevole per «la buona conoscenza delle materie (da parte delle allieve, ndt) e le risorse didattiche di alto livello». Addirittura in un passaggio del rapporto si legge che le allieve sono state «tenute al riparo dall’apprendimento di certe differenze fra le persone, come quella dell’orientamento sessuale. La cultura della scuola è, tuttavia, centrata sull’insegnare ai bambini a rispettare tutti, indipendentemente dalle convinzioni e dagli stili di vita».

ALTRE SCUOLE NEL MIRINO. Non si ha conoscenza di voci di politici che si siano levate a difesa della scuola, tranne quella di David Kurten, portavoce dell’Ukip per le questioni dell’educazione e consigliere comunale londinese. «I bambini delle elementari sono troppo giovani per essere esposti a idee come i dettagli degli atti sessuali non riproduttivi e della fluidità di genere», ha dichiarato. «I bambini meritano di vivere la loro infanzia, invece sotto la maschera dell’“inclusione” e della “lotta al bullismo” vengono esposti precocemente a idee dannose, per indebolire e alla fine chiudere la scuole a orientamento religioso a vantaggio del laicismo. Tuttavia il laicismo non è una tela bianca neutrale rispetto alle visioni del mondo. I gruppi laicisti e umanisti fanno campagne contro le scuole religiose da più di un secolo. L’Ofsted è ormai parte del blob rosso che intende imporre il marxismo culturale». Nel mirino dell’Ofsted ci sarebbero altre sei scuole a orientamento religioso, di cui tre ebraiche, che non hanno superato le recenti ispezioni in materia di adempimenti all’Equality Act.

@RodolfoCasadei

Foto Ansa

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