L’incontro sull’Artsakh e il dibattito sulla Laudate Deum

Ci vediamo a Milano per parlare dell'esodo dei poveri armeni. E qualche lettera sull'esortazione apostolica di papa Francesco

Papa Francesco durante l’Angelus in piazza San Pietro, Città del Vaticano, 1 ottobre 2023 (Ansa)

Carissimo direttore, il dramma che gli armeni dell’Artsakh stanno vivendo riempie di dolore il cuore e getta un’ombra di angoscia su questi giorni. Ringrazio Tempi per la partecipe attenzione che sta dedicando a questi fratelli (ma sarebbe forse più corretto dire “padri”, vista la millenaria storia cui appartengono) nella fede, e chiedo se non esiste un modo concreto e immediato per aiutarli – dando per scontata, naturalmente, la preghiera, vera arma di chi ha fede in Cristo. Domando, inoltre, se può consigliare un libro mediante cui approfondire la storia di questa terra tanto bistrattata dalla storia recente. Grazie, un saluto cordiale.

Matteo Coatti via email

Assieme all’associazione Esserci, Rosetum e Le Vedette stiamo organizzando per sabato 21 ottobre alle ore 10.30 a Milano l’incontro “«Ci hanno tradito tutti tranne Dio». La fine dell’Artsakh (la fine?). L’esodo di un popolo“. Con Rodolfo Casadei, Renato Farina e Massimiliano Salini. Ci sarà un video di testimonianze di profughi dall’Artsakh e uno della scrittrice Antonia Arslan. Per quanto riguarda il libro, le consiglio di dare un’occhiata alla collana “Frammenti di un discorso mediorientale” diretta da Antonia Arslan per l’editore Guerini.

***

«Il testo non parla di ecoansia, ma la fa venire e, postulando come incontrovertibili delle verità su cui il mondo scientifico ancora dibatte…» (L’ecologia “parziale” della Laudate Deum). Mi sembra che la comunità scientifica si sia data un riferimento nel Ipcc (Intergovernmental Panel for Climate Change). Fino dal suo report del 2001 ha stabilito che gli elementi forzanti di origine naturale non sono sufficienti a spiegare il riscaldamento globale degli ultimi decenni. Per limitare il riscaldamento globale sono necessarie riduzioni forti, rapide e durature di CO2, metano e altri gas serra. C’è una relazione quasi lineare tra emissioni di CO2 e l’aumento di temperatura causato da quella stessa CO2. Per cui se continuiamo a emettere ogni anno 40 Gt di CO2 in circa 10 anni avremo raggiunto la soglia di 1,5 gradi e nel 2050 arriveremo a 2 gradi. Qui non si tratta di “ecoansia” ma di realtà con cui fare i conti: presto e fra tutti, pena il superamento di soglie irreversibili. Dove cercare di trovare accordi per i processi richiesti? La comunità internazionale si è data le Cop (Conference of Parties) come spazio dedicato a questi scopi. Non è stato per niente facile e non lo sarà neanche per la Cop28 identificare le scelte da fare e i modi per perseguirle con il controllo di tutti. Infatti per non sfondare una certa soglia di temperatura bisognerà imporre tagli alle emissioni molto più drastici, che potrebbero rivelarsi economicamente e socialmente inaccettabili specialmente per i paesi con le economie più fragili e la popolazione più povera e numerosa. Ma non vi sono luoghi e metodi alternativi a Ipcc e Cop per trovare accordi globali. Certamente non possiamo e non dobbiamo abbandonare la nostra concezione di “ecologia integrale” ma mi sembra che il documento di papa Francesco ci chieda di aprire gli occhi sul punto a cui siamo arrivati e sulla necessità di non superare soglie di non ritorno. Non siamo allarmisti ma non possiamo mettere la testa sotto la sabbia non considerando la portata reale della situazione raggiunta.

Renzo Gorla via email

Guardi, le cose non stanno così e a dirlo sono scienziati molto seri. Io le consiglio solo di leggere questa intervista che facemmo a Steven Koonin, ex sottosegretario di Obama, che, usando come unici dati quelli dell’Onu e del governo americano, scoprì che quei dati dicevano l’esatto opposto di quello che vogliono farci credere. E cioè che non c’è alcun impazzimento del clima. In ogni caso: lo so che è abbastanza inutile contrapporre i “propri” esperti a quelli altrui (ognuno crede a quelli cui vuole credere e io non voglio farne una guerra di religione), ma anche lei dovrebbe convenire con me che, almeno, è corretto quello che ho scritto: nel mondo scientifico c’è un dibattito in corso. Scegliere una parte è legittimo, basta sapere che quella è “una parte”.

***

Caro direttore, come affermò Benedetto XVI, il Papa si può criticare. Questa volta ha fatto ha scritto un documento che, relativamente alla questione climatica, è sostanzialmente errato: come si può affermare che c’è una certezza sulla causa antropica del riscaldamento atmosferico? Ci sono dei premi Nobel per la fisica che affermano il contrario: Ivar Giaever, norvegese, e John Clauser; oltre a docenti universitari di climatologia: Richard Lindzen, Franco Prodi e Nicola Scafetta. C’è un appello di 1500 studiosi all’Onu, rimasto inascoltato. Quello che dispiace è che Bergoglio si è schierato su posizioni caratterizzate da una nuova religione intollerante.

Giorgio Di Concetto via email

***

Ho letto su Tempi online l’articolo di Emanuele Boffi “L’ecologia parziale della Laudate Deum”. Già dal titolo se ne intuisce il giudizio espresso nel sintetico commento all’esortazione. Desidererei qui condividere con voi alcune mie considerazioni su una parte del testo papale che personalmente mi ha impensierito. Al paragrafo 35 si auspica il costituirsi di «organizzazioni mondiali più efficaci, dotate di autorità per assicurare il bene comune mondiale, lo sradicamento della fame e della miseria e la difesa certa dei diritti umani fondamentali». Il punto è che devono essere dotate di una reale autorità per “assicurare” la realizzazione di alcuni obiettivi irrinunciabili. Così si darebbe vita a un multilateralismo che non dipende dalle mutevoli circostanze politiche o dagli interessi di pochi e che abbia un’efficacia stabile. E di seguito al paragrafo 42: «Si tratta di stabilire regole universali ed efficienti per garantire questa protezione mondiale». Sembrerebbe, dal contenuto e dal “tono” del testo, che ci si allinei ai vari progetti di “global governance” che ogni tanto appaiono, uno su tutti quello attribuibile all’Onu. Tale disegno pare preveda un governo universale di ispirazione socialista, con una gestione centralizzata e che soprattutto vede nella presenza dell’uomo e nella sua attività una minaccia per sé stesso e per la sopravvivenza del pianeta. Il mio timore è che questa parte del testo della Laudate Deum possa essere considerata, anche andando oltre le intenzioni dell’autore, una sorta di connivenza con i funesti progetti Onu. Condividete?

Giovanni Corno Barzanò (Lc)

Non credo che il Papa avesse in mente quanto lei scrive.

Exit mobile version