Libertà religiosa. Scola: «Clericalismo e fondamentalismo usano Dio per il potere»

Il fondamentalismo è «un’operazione parassitaria del potere ideologico» nei confronti della fede, ha detto oggi l'arcivescovo di Milano, in un incontro con Pisapia, Podestà, Maroni e il ministro Mauro

Libertà religiosa. Fondamentalismo. Ecumenismo. Questi i temi sui quali si sono confrontati gli ospiti del cardinale Angelo Scola oggi, nel palazzo arcivescovile della diocesi di Milano. All’incontro sulla libertà religiosa, hanno partecipato il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, il presidente della provincia, Guido Podestà, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni. Presente anche il neo-ministro della Difesa Mario Mauro.

LIBERTÀ RELIGIOSA. L’obiettivo dell’ecumenismo è portare «il cristianesimo all’unificazione» ha spiegato Scola, parlando della visita alla diocesi (15 e 16 maggio), in occasione del diciassettesimo anniversario dell’Editto di Milano, del patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I. Dopo aver presentato l’incontro ecumenico con la Chiesa Greco-Ortodossa, l’arcivescovo di Milano ha affrontato il tema della libertà religiosa, che, ha detto, «deve essere concretizzata, storicamente»: «Senza luoghi di culto, la libertà religiosa sarebbe pura astrazione». Pericolo per la libertà religiosa, ha aggiunto Scola, è il «potere ideologico» che «distoglie la religione dal suo vero fine», «usando il nome di Dio» per i suoi obiettivi: «Clericalismo e fondamentalismo usano il nome di Dio per il potere». «Il fondamentalismo, spesso legato al terrorismo», ha proseguito il cardinale, è la conseguenza di «un’operazione parassitaria del potere ideologico».
Anche Mauro ha condiviso la riflessione di Scola, aggiungendo che attualmente ci sono 51 stati nel mondo che non garantiscono la libertà religiosa, e altri dove avvengono persecuzioni nei confronti dei cristiani. «La libertà religiosa», ha spiegato il ministro della Difesa, parafrasando Giovanni Paolo II, «è la cartina di tornasole di tutte le altre libertà», «dove fiorisce, fioriscono tutte le altre». «Il rapporto con il trascendentale, al di fuori del contingente e del potere, garantisce la libertà» ha concluso Mauro.

MOSCHEE NON FINANZIATE DA STATI.  Interrogato sull’immigrazione, Roberto Maroni ha spiegato che per lui «flussi migratori non sono un problema ma una sfida», che deve essere affrontata «nel rispetto delle regole e dei valori territoriali». «Ridurre a un unicum» senza identità, la cultura del territorio, ha detto Maroni «non è vera integrazione». La vera integrazione parte dal «riconoscimento delle radici culturali» del paese ospite, «e l’Europa», aggiunge Maroni, «è un paese cristiano». «Negare la realtà è negare la storia».
Scola ha approvato le parole del presidente lombardo: «Il meticciato non può dare luogo a una confusione sincretista», ha detto. «La libertà di religione» ha spiegato l’arcivescovo, si attua quando il culto è fondato su un «effettivo bisogno, che si concretizza in maniera realistica, tenendo conto della fisionomia della nostra storia e della nostra cultura». Infatti, ha spiegato, Dio non è uno strumento del potere. Per questo si è detto contrario alla costruzione di luoghi di culto promossa da “stati” che operano «dall’alto» e non dalle comunità religiose presenti sul territorio.
Guido Podestà ha concordato con il cardinale, spiegando che nella provincia sono già presenti luoghi di culto non cristiani, la cui esigenza era, appunto, sentita dalle comunità religiose locali. «Non sono innamorato di alcuna religione, amo tutte le religioni», ha spiegato il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, che ha promesso di adoperarsi perché tutti i milanesi abbiano la possibilità di pregare nei propri luoghi di culto.

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