«Le stragi di cristiani in Nigeria vanno oltre l’umana comprensione»

Dal 17 aprile al 10 luglio nello stato di Plateau sono già state uccise 346 persone, 315 cristiani e 31 musulmani. Il reverendo Gideon Para-Mallam a Tempi: «Come può il nuovo governo non dire niente?»

Dal 7 al 10 luglio 38 persone sono state uccise in Nigeria in quattro diversi attentati nello stato di Plateau, nelle aree governative locali di Riyom e Mangu. «Sono stati uccisi uomini, donne e perfino bambini piccoli di 2 e 5 anni», dichiara a Tempi il reverendo Gideon Para-Mallam. Il presidente della Gideon & Funmi Para-Mallam Peace Foundation, con sede a Jos, capitale dello stato di Plateau, denuncia l’aggravarsi della sicurezza nella regione: dal 17 aprile al 10 luglio sono già state uccise 346 persone, 315 cristiani e 31 musulmani, la maggior parte dei quali nell’area di Mangu.

Cristiani sepolti nelle fosse comuni in Nigeria

«Quello che sta accadendo va oltre ogni umana comprensione», spiega il presidente che con la sua fondazione dal 2010 monitora la situazione delle violenze, sostiene economicamente le vittime, sensibilizza ed educa giovani leader sul tema della pace e soprattutto fa incontrare cristiani e musulmani per favorire la riconciliazione.

Le foto condivise con Tempi confermano le sue parole: giovani uomini e donne fatti a pezzi, dilaniati dai machete, talvolta bruciati vivi nelle loro case o raggiunti da proiettili alla schiena mentre tentavano di scappare. La maggior parte di loro sono stati sepolti in fosse comuni.

«Perché Tinubu non si occupa delle stragi?»

Davanti a un simile massacro, il nuovo governo federale di Bola Tinubu non sembra comportarsi diversamente dal precedente di Muhammadu Buhari. Dall’esecutivo di Abuja non è arrivato nessun commento, nessun comunicato, nessuna visita, nessun interessamento per le vittime o per l’arresto degli assassini. «Come è possibile che il presidente resti in silenzio quando centinaia di uomini, donne e bambini vengono uccisi ormai con cadenza quotidiana nello stato di Plateau?», continua il pastore protestante.

In due mesi e mezzo sono stati attaccati in tutto 54 villaggi solo nello stato di Plateau. I cristiani accusano i pastori Fulani di volerli cacciare dalle proprie case, mentre l’associazione Miyetti Allah, che parla spesso in difesa dei pastori nomadi, denuncia «una crociata contro i Fulani».

La motivazione religiosa dietro gli omicidi

Sicuramente il governo deve intervenire per fermare le violenze e affrontarne le cause, che sono – come confermato da un recente reportage di Tempi nell’area più colpita dagli attacchi  – religiose, etniche, economiche e politiche insieme.

«Queste stragi di cristiani hanno innanzitutto una base religiosa», spiega il reverendo Para-Mallam. «Fino a quando resteremo seduti a guardare la libertà religiosa che viene calpestata in Nigeria? Fino a quando daremo false narrative della violenza per essere politicamente corretti?».

@LeoneGrotti

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