Le bambine abbandonate a Londra (per finta) e quelle a cui abbiamo impedito di nascere (per davvero)

Channel 5 "svergogna" i 615 passanti che ignorano le finte orfanelle piazzate ad hoc in un centro commerciale. Ma il nostro mondo sopprime i bambini prima della nascita con noncuranza anche maggiore

Accade sabato pomeriggio, in un centro commerciale nel cuore di Londra. Sotto lo sguardo della mamma, nascosta dietro un pilone, riprese dalla candid camera di Channel 5, due sorelline di 7 e 5 anni, Uma e Maya, fingono di essere state abbandonate: una, in piedi, stringe un pupazzetto, l’altra, seduta per terra, si succhia il pollice, entrambe guardano intorno e chiedono aiuto. Il servizio tv (video in fondo alla pagina) censisce in venti minuti 615 persone che passano loro accanto senza fermarsi, come se non esistessero; finché una pensionata del Kent si piega e si informa della loro sorte.

Non è una novità nel mondo “civile” che i bambini siano fuori dai nostri pensieri: c’è un’industria che prospera sui prodotti anti-concepimento e c’è un settore della ginecologia specializzato nell’impedire le nascite con l’aborto. Ma le immagini delle centinaia di donne e uomini che quasi scansano le bambine illustrano meglio di ogni riflessione quanto futuro abbia un mondo per il quale i bambini sono un intralcio.

Se l’informazione avesse pretesa di completezza, a quelle immagini andrebbero affiancate quelle degli ecografi che svelano la vitalità del bambino prima della nascita: la differenza temporale rispetto a Uma e a Maya, nell’indifferenza dei più, pesa non su un abbandono, bensì sulla stessa esistenza in vita di chi succhia il pollice prima di essere venuto alla luce.

Ecco, lo scoop vero sarebbe mandare in onda questi fotogrammi, per rimarcare la “civiltà” di un mondo che sopprime il proprio domani con noncuranza maggiore di quella mostrata dai clienti del megastore londinese, senza peraltro affrontare un solo problema delle gestanti che vivono questo dramma. Poiché questo tipo di scoop non trova autori, andrebbe risparmiata la meraviglia del servizio di Channel 5 e di chi l’ha ripreso su altre testate: suona vagamente ipocrita.

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