La Lombardia verso l’autonomia scolastica? Ferrante: «La Regione lavora in questa direzione»

La “Cresci Lombardia”, approvata dalla Regione, prevede che, a partire dall’anno scolastico 2012/2013, gli istituti possano assumere docenti attraverso concorsi differenziati. Per il presidente di Diesse Lombardia: «Un passo determinante per raggiungere l’autonomia».

Vivaci polemiche tra sindacati, personale docente e politici per l’approvazione in Regione Lombardia dell’articolo 8 del documento “Cresci Lombardia”.  Dove si prevede che, a partire dall’anno scolastico 2012/2013, gli istituti scolastici possano assumere docenti attraverso concorsi differenziati. Un primo passo verso l’assunzione diretta e quindi verso la sospirata autonomia scolastica? Risponde a tempi.it Mariella Ferrante, presidente di Diesse Lombardia, associazione di docenti, da anni, molto attiva sul territorio. «L’articolo 8 del “Cresci Lombardia”, apre una possibile pista di lavoro, che verrà verificata e dettagliata. Quindi calma e sangue freddo. Abbiamo però molta fiducia nell’esperienza a livello nazionale del neo assessore lombardo all’Istruzione Valentina Aprea».

Nel documento però non si parla di assunzione diretta di tutto il personale docente.
Si fa riferimento alla possibilità di reclutamento con concorso d’istituto che realizzi l’incrocio diretto fra domanda e offerta. Quindi non è il preside che decide di assumere un’insegnante che gli piace.

I dubbiosi l’hanno definita una proposta incostituzionale.
L’incostituzionalità potrebbe nascere in un secondo momento, e ciò dipende da come verrà dettagliata la proposta. Partendo dalla premessa che si sta parlando di materia concorrente e che quindi la Regione può, attraverso l’articolo quinto che specifica le competenze degli enti locali, mettersi d’accordo con il ministero, non vedo come possano queste venti righe essere accusate di incostituzionalità. Ci sono una serie di vincoli certi, per esempio l’abilitazione, che non possono essere elusi ma credo che una trattativa con il Governo sarà inevitabile.

La liberalizzazione dell’assunzione dei docenti non sarebbe un passo avanti per la scuola, statale o paritaria, che lavori per ripensare il suo progetto educativo?
Come associazione che partecipa alla Compagnia delle Opere abbiamo sempre sostenuto che la questione del reclutamento è centrale dal punto di vista dell’autonomia scolastica. Per poterla pienamente realizzare, però, occorrerebbero non solo le norme ma le risorse economiche.

Perchè?
Perché se bisogna assumere personale secondo un organico funzionale, che rispetti le richieste della scuola, bisogna diversificarlo. C’è un problema di costi e la questione tagli è onnipresente.

Come si potrebbe risparmiare?
Riducendo drasticamente il personale, abbassando di un anno la durata della scuola dell’obbligo, come aveva già ipotizzato il ministro Berlinguer, e riducendo le materie. Per quanto riguarda l’assunzione dei docenti, sarebbe più praticabile e meno costosa una richiesta da parte di una rete di scuole e non da un singolo istituto.

La Regione Lombardia ha fiducia nel ministro Francesco Profumo. La sua opinione?
Vedo un po’ di luce, ma l’apparato centralista è un muro di gomma e persiste l’opposizione di una parte consistente dei sindacati. Se vogliamo dirla tutta, le scuole di sinistra, come l’Umanitaria di Milano, per esempio, hanno stipulato convenzioni con lo Stato e sono libere di chiamare gli insegnanti abilitati, indipendentemente dalle graduatorie. Cerchiamo allora di portare avanti una sperimentazione in base alla quale anche le altre scuole possano farlo liberamente. 

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