La Libia comincia a dividersi. La Cirenaica (ricca di petrolio) si dichiara semiautonoma

Ieri a Bengasi, città da cui è partita la rivolta contro il regime di Gheddafi, migliaia di rappresentanti di leader tribali, milizie e politici hanno partecipato a una cerimonia che ha dichiarato la Cirenaica semiautonoma. Nella regione orientale si concentrano la grande maggioranza dei giacimenti di petrolio libici. Ma Tripoli protesta.

Non si diradano le nuvole sul futuro della Libia. Che la rivolta per abbattere Muammar Gheddafi avrebbe potuto portare a scontri sanguinosi si sapeva, che l’appoggio della Nato ai ribelli di Bengasi avrebbe diviso la Libia lo temevano in molti. Evidentemente, non a torto. Alcuni leader tribali, insieme a comandanti di milizie armate, hanno dichiarato ieri “regione semiautonoma” la Cirenaica, da dove la rivolta contro Gheddafi è partita. Proprio il giorno prima, il Consiglio transitorio nazionale libico (Cnt) si era opposto alla creazione di una regione parzialmente autonoma, temendo che questo avrebbe potuto dividere il paese in un futuro non troppo lontano.

Nonostante la presa di posizione da parte di Tripoli, ieri migliaia di rappresentanti dei maggiori leader tribali, soldati e politici hanno dato vita a una cerimonia nella città di Bengasi per decretare che la regione ricca di petrolio avrà un consiglio autonomo con il compito di amministrare al meglio gli affari della regione, che si estende dalla città costiera di Sirte fino al confine orientale con l’Egitto. A capo del nuovo consiglio è stato nominato Ahmed Zubair Senussi, a lungo prigioniero politico sotto il regime di Gheddafi e membro del Cnt, che ha promesso di proteggere i diritti della Cirenaica e che ha assicurato di riconoscere il Cnt a capo della politica internazionale della Libia. Durante la cerimonia è stata anche respinta la legge elettorale che prevedeva 60 posti su 200 per la Cirenaica nell’assemblea che dovrà essere eletta a giugno.

Il Cnt, dal canto suo, «rifiuta uno Stato federale – ha detto ieri il primo ministro ad interim libico Abdurrahim al-Keib -. Abbiamo già proposto una legge che prevede il principio della decentralizzazione». Secondo il presidente del Cnt Mustafa Abdul Jalil, i consigli locali avranno competenze economiche e amministrative: «Spazzeremo via il sistema centralista che tanto ha fatto soffrire il nostro popolo». Ma niente Stato federale: «I libici hanno combattuto per una Libia unita». Ma la volontà del popolo della Cirenaica di essere più indipendente non è dettata solo da un desiderio di indipendenza dal governo centrale. La stragrande maggioranza delle riserve petrolifere libiche infatti si trovano nella regione orientale e la più grande compagnia petrolifera statale è di stanza a Bengasi.

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