La Germania sorveglia i confini, l’Austria chiude il Brennero. Addio Schengen

L’Italia ha criticato la decisione austriaca e chiesto di mantenere gli impegni

tratto dall’Osservatore Romano – È un’Europa senza Schengen quella che si profila all’orizzonte dopo la «reazione a catena» – come l’ha definita il cancelliere austriaco Sebastian Kurz – di annunci e dichiarazioni che ha contraddistinto le ultime 24 ore del dibattito politico sul nodo immigrazione. L’Austria ha fatto sapere ieri di essere pronta a blindare il Brennero se Berlino chiuderà le proprie frontiere. Dopo l’accordo nel governo tedesco sui respingimenti dei migranti, con il passo indietro della cancelliera Merkel e la vittoria politica del ministro dell’interno Seehofer, Vienna ha detto di essere pronta a blindare i confini meridionali per un periodo limitato di tempo: i controlli rafforzati scatteranno alla fine di luglio.

Kurz ha auspicato ieri «un’Europa senza frontiere interne nel medio e lungo termine», ma ha sottolineato di «non poter fare promesse» sulle tempistiche necessarie per tornare al completo funzionamento del trattato di Schengen, quello che stabilisce la libera circolazione in alcuni paesi Ue più la Norvegia. Questa mattina il cancelliere austriaco è tornato sulla questione, affermando che Vienna «condivide con la Germania l’obiettivo di respingere i migranti verso il paese di primo ingresso dove sono stati registrati». In ogni caso «non chiuderemo alcun accordo che appesantirà la pressione sull’Austria» ha spiegato Kurz. Parole forti, che rischiano di aprire una crisi senza precedenti con altri paesi, come l’Italia, che invece chiedono una profonda riforma del regolamento di Dublino: il trattato in base al quale i migranti devono richiedere l’asilo, e quindi permanere nel paese di primo arrivo.

In Germania, nel frattempo, non si attenuano le tensioni aperte dall’accordo raggiunto tra cristianodemocratici (Cdu) e l’Unione cristianosociale (Csu). Domani ci sarà una seconda riunione della coalizione di governo, ma stavolta la Cdu-Csu incontrerà i socialdemocratici, che hanno già espresso critiche nei confronti dell’intesa. «È necessario più ordine in tutti gli aspetti che riguardano la migrazione, in modo che le persone abbiano l’impressione che il diritto e l’ordine siano applicati» ha detto oggi Merkel in un discorso al Bundestag. La gestione dei migranti «non è una questione che riguarda alcuni paesi d’Europa, bensì è un compito che coinvolge tutti». La difesa delle frontiere esterne – ha aggiunto – deve essere però rafforzata e per questo «Frontex va potenziato e la Germania darà certamente il suo contributo».

L’Italia ha criticato la decisione austriaca e chiesto di mantenere gli impegni. «Il Consiglio europeo ha affermato che l’immigrazione è una questione europea e serve uno sforzo condiviso» ha ricordato il ministro degli Esteri italiano, Enzo Moavero Milanesi, chiarendo che chiudere il Brennero «sarebbe contro questo spirito». Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha rilanciato: se gli austriaci chiudono il Brennero, «noi abbiamo tutto da guadagnarci». L’impatto di questa chiusura – ha spiegato Salvini – è minimo perché sono pochi i migranti che passano dal Brennero verso l’Austria. Smorza i toni il presidente della repubblica italiana, Sergio Mattarella. «Da metà del 2017 a metà del 2018 gli arrivi attraverso il Mediterraneo in Italia sono diminuiti dell’85 per cento, la pressione si è abbassata e questo dovrebbe consentire a tutti i governi, come loro responsabilità, razionalità senza cedere all’emotività». Parlare di confini da chiudere – ha aggiunto il titolare del Quirinale – «non è razionale ma risponde a emotività subita o suscitata. La responsabilità politica richiede razionalità e governo comune del fenomeno. È possibile, c’è il dovere di farlo». Riferendosi al recente consiglio Ue, Mattarella ha aggiunto: «Non era quella la sede per decisioni operative, ma era la sede per indicare criteri. Naturalmente occorrerà poi dar loro concretezza con delle decisioni operative e sono convinto che vi siano possibilità per raggiungerle concordemente».

Intanto, mentre prosegue il dibattito politico, la situazione nel Mediterraneo resta drammatica. La guardia costiera libica ha salvato questa mattina 125 migranti, tra cui sei bambini e 28 donne, che erano a bordo di un gommone. L’imbarcazione stava affondando da circa quattro ore a est di Tripoli. Purtroppo, in sei non ce l’hanno fatta: i corpi sono stati recuperati dalle acque. I migranti, riferisce la marina libica, erano «di diverse nazionalità africane» ed erano «salpati alle due del mattino e l’imbarcazione ha cominciato ad affondare alle tre». Fatti sbarcare alla base navale di Tripoli a mezzogiorno, i naufraghi «hanno ricevuto cure mediche e umanitarie» prima di essere consegnati alle autorità libiche.

Foto Ansa

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