L’Ucraina ha bisogno di 500 mila nuovi soldati. «La guerra la combattono i poveri»

Zelensky annuncia la probabile mobilitazione alla conferenza stampa di fine anno. Ma tra corruzione e abusi di potere trovare nuove leve non sarà facile

Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky (Ansa)

Cinquecentomila nuovi soldati, anche sotto l’attuale limite dei 27 anni, per proseguire nel 2024 la guerra di difesa dall’invasione russa. Lo ha annunciato a tutta l’Ucraina il presidente Volodymyr Zelensky durante la conferenza stampa di fine anno. La mobilitazione, che supera anche quella di Vladimir Putin del 21 settembre 2022, quando richiamò in servizio 300 mila riservisti russi, non è ancora ufficiale ma dice molto sull’andamento del conflitto, sullo stato delle forze armate ucraine e su come Kiev sta gestendo il servizio di leva.

Prosegue lo scontro tra Zelensky e Zaluzhny

Parlando ai giornalisti, il presidente ucraino ha scelto di presentare la proposta estremamente impopolare come una richiesta del capo delle forze armate, Valery Zaluzhny, con il quale va avanti uno scontro feroce da mesi. In realtà Zaluzhny non ha fatto che obbedire allo stesso Zelensky, che a fine novembre chiese a lui e al ministro della Difesa, Rustem Umerov, di presentare entro una settimana un nuovo piano di mobilitazione.

Durante la conferenza stampa, però, Zelensky ha usato queste parole: «Il comandante in capo Zaluzhny ha suggerito di mobilitare tra le 450 mila e le 500 mila persone. Sono tantissime, ho risposto che per autorizzare una richiesta simile avrebbero dovuto portare altri argomenti che lo giustificassero». E ancora: «È una questione delicatissima che riguarda l’efficacia sul campo di battaglia, ma anche i diritti delle persone e il bilancio economico. Zaluzhny deve darmi più dettagli».

Per la mobilitazione servono 13 miliardi

Scaricare la responsabilità di una decisione impopolare sul capo dell’esercito non è un bel segnale per Zelensky, il cui consenso è crollato dall’84 per cento dell’anno scorso al 62 per cento, secondo un sondaggio rilasciato questo mese dall’Istituto internazionale di sociologia di Kiev. Il consenso nei confronti di Zaluzhny, invece, è cresciuto all’88 per cento.

Al di là delle argomentazioni politiche e di tenuta sociale, ci sono anche quelle economiche, come sottolineato dal presidente: con due grandi pacchetti di aiuti da 64 e 54 miliardi rispettivamente bloccati per il momento da Usa e Ue, Kiev non potrebbe finanziare una simile mobilitazione, che verrebbe a costare circa 13,4 miliardi di dollari.

La guerra dissangua la Russia e l’Ucraina

La conferenza stampa di Zelensky ha riacceso i riflettori sull’andamento del conflitto dopo l’ammissione del fallimento della controffensiva. Se infatti sono circolate stime sui soldati persi in battaglia dalla Russia in due anni di guerra, 315 mila tra morti e feriti secondo un documento declassificato dell’intelligence americana, non esistono cifre analoghe per quanto riguarda Kiev.

Secondo funzionari americani, le perdite ucraine si attesterebbero «ben oltre le 150 mila». E la richiesta di una nuova mobilitazione sembra confermare che il conflitto non sta dissanguando soltanto Mosca, ma anche Kiev.

Kiev non trova più soldati

La difficoltà a reperire nuovi soldati è legata anche ai consueti problemi di corruzione in Ucraina. Secondo un’inchiesta del New York Times, se all’inizio del conflitto gli ucraini si sono arruolati volontariamente in massa, da tempo gli uffici che raccolgono le domande di arruolamento sono deserti. Al punto che i funzionari hanno iniziato ad adottare pratiche poco ortodosse per obbligare i giovani ad andare al fronte.

C’è chi viene letteralmente prelevato per strada dai reclutatori, spinto dentro un’auto e costretto ad arruolarsi. Chi viene fermato dall’esercito ai check-point militari e portato, con le minacce o la forza, ai centri di reclutamento. Chi viene bloccato sul posto di lavoro fino a quando non accetta di indossare l’uniforme e chi si vede confiscare il passaporto come mezzo di pressione.

L’abuso della legge marziale in Ucraina

In molti casi le maniere forti utilizzate sono «illegali», secondo quanto dichiarato al Nyt da diversi avvocati che hanno portato i casi dei loro assistiti in tribunale. Solo a novembre, sarebbero 226 i processi aperti. Tetiana Fefchak, a capo di un team di legali che difende gli uomini arruolati illegalmente, spiega di ricevere 30 o 40 telefonate al giorno. «L’esercito sente di poter fare ciò che vuole, abusando della legge marziale. In un caso ho dovuto difendere un disabile mentale di 36 anni costretto ad arruolarsi con la forza».

Una delle ragioni che spinge a Kiev a comportarsi in questo modo è la facilità con cui molti cittadini, idonei alla leva, sono riusciti a farsi esonerare pagando mazzette da circa 1,000 dollari. Anche per questo ad agosto Zelensky ha licenziato 24 responsabili regionali del servizio di leva, mossa criticata da Zaluzhny. Secondo Fefchak i licenziamenti non hanno cambiato niente, perché altri funzionari sono rimasti al loro posto. Anzi le cose sono peggiorate: «Siccome chi è rimasto ha delle quote da rispettare, cerca di prelevare qualunque persona con ogni mezzo».

«Questa guerra è combattuta dai poveri»

Il risultato è che spesso in Ucraina va al fronte chi non può permettersi di corrompere i funzionari o di pagare un legale: «Questa è una guerra combattuta dai poveri», dichiara un altro avvocato di Kiev mantenendo l’anonimato.

Non c’è dubbio che l’annuncio della nuova mobilitazione, anche se ancora non è stata ufficialmente approvata, non sarà ben accolta dalla popolazione dell’Ucraina. Nell’ultimo anno, infatti, la guerra ha prodotto un sostanziale stallo sul terreno, a fronte però di decine di migliaia di vittime da una parte e dall’altra.

@LeoneGrotti

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