Israele non si fida dell’Onu (e spera non si apra il fronte col Libano)

Si guarda con poche speranze alla possibilità di un nuovo cessate il fuoco. E si teme che, dopo Gaza, il conflitto si sposti a nord, contro gli Hezbollah alleati dell'Iran

L'assemblea generale straordinaria della Nazioni Unite si prepara a chiedere a Israele un cessate il fuoco umanitario, riprendendo i contenuti della risoluzione che al Consiglio di sicurezza è stata bloccata dal veto americano, mentre in piazza a Tel Aviv si riuniscono i parenti degli ostaggi che sono nella mani di Hamas. I cartelli hanno il volto di giovani donne, bambini, uomini e anziani. «Confidano in noi per riportarli a casa», «riportateli adesso», gridano i parenti e tanti giovani riuniti. Non è una manifestazione contro il governo, la popolazione non è divisa sul da farsi, ma in molti chiedono di sapere di più su quanto l’esercito sta facendo, di conoscere quali precauzioni sono usate per tutelare gli ostaggi. Domande a cui il governo non risponde perché potrebbero dare preziose informazioni ai terroristi.

Sono più di cento i soldati caduti in due mesi di guerra a Gaza. Hanno di fronte combattenti che conoscono una sola alternativa: «To kill or to die», uccidere o ...

Contenuto riservato agli abbonati: abbonati per accedere.

Già abbonato? Accedi con le tue credenziali:

Exit mobile version