Iran e Medio Oriente. Scontro frontale tra Qatar e Arabia Saudita (e Trump)

Donald Trump ha appaltato ai paesi sunniti del Golfo la lotta all'Iran sciita e al terrorismo. Ma il piccolo Qatar fa scoppiare una «grave crisi politica»

Nel suo primo viaggio all’estero da presidente degli Stati Uniti, Donald Trump ha visitato l’Arabia Saudita, schierandosi con gli sceicchi e con tutto il mondo sunnita per contrastare l’Iran in Medio Oriente ed «eliminare il terrorismo». Ma il mondo sunnita in generale, e i paesi del Golfo in particolare, non sono così uniti come sembrano.

«IRAN GRANDE POTENZA». Martedì Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti hanno preso una decisione senza precedenti, oscurando in patria tutti i siti web del Qatar, compresa la potente emittente Al Jazeera. La mossa è stata dettata dai commenti scottanti e inusuali usciti sull’agenzia di stampa qatariota su Iran e Israele.
Secondo una notizia pubblicata dall’agenzia QNA, l’emiro sunnita del Qatar Al-Thani avrebbe definito l’Iran, potenza sciita più importante della regione e nemico numero uno dell’Arabia Saudita, «una grande potenza», descrivendola come fondamentale per mantenere la stabilità nel Medio Oriente. Il commento è stato visto subito come una critica nei confronti del discorso di Trump e della strategia saudita, visto che l’emiro avrebbe anche aggiunto che «non è saggio nutrire sentimenti di ostilità verso l’Iran, che è una grande potenza islamica».

GRAVE CRISI POLITICA. Al-Thani, sempre secondo l’agenzia ufficiale, avrebbe definito inoltre «buone» le relazioni tra il Qatar e Israele e descritto Hamas come «i rappresentanti ufficiali dei palestinesi». Altre frasi appoggiavano invece i miliziani sciiti libanesi di Hezbollah. Dopo essere uscita e aver creato un terremoto politico, la notizia è subito stata cancellata e il Qatar ha accusato non meglio precisati hacker di aver pubblicato la «fake news». Arabia Saudita ed Emirati hanno risposto oscurando i siti qatarioti, mentre il vice capo della polizia di Dubai (Emirati), Dhahi Khalfan Tamim, ha dichiarato: «Il Qatar che preferisce i Fratelli Musulmani e l’Iran all’Arabia Saudita, gli Emirati, il Kuwait e il Bahrain è una grave crisi politica».

FAIDA INTERNA. L’agenzia di Stato qatariota potrebbe davvero essere stata hackerata ma non c’è dubbio che critiche simili alle politiche degli altri paesi sunniti, Arabia Saudita in testa, si possono leggere ed ascoltare tutti i giorni su Al Jazeera. E non è certo la prima volta che i paesi del Golfo litigano tra loro. La stessa Qna ha subito puntato il dito contro «Arabia Saudita, Egitto, Emirati, Bahrain e Kuwait che cercano di minare la reputazione del Qatar». Non è questo il tipo di frasi che si rivolge ai propri alleati.

FRATELLI MUSULMANI. Già nel marzo del 2014 tutti questi paesi avevano per la prima volta ritirato i propri ambasciatori da Doha, accusando gli sceicchi di cercare di destabilizzare l’Egitto. In quell’occasione, i paesi sunniti lamentavano che l’alleato del Golfo sosteneva in Egitto i Fratelli Musulmani per destabilizzare il paese e far cadere il presidente Abdel Fattah al-Sisi (salito al potere con un colpo di Stato nel 2013, che ha deposto proprio il presidente espressione della Fratellanza, Mohamed Morsi). Il Qatar, era l’accusa, «sostiene chi minaccia la sicurezza e la stabilità dei paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo (Gcc) attraverso un lavoro diretto o con l’influenza politica». Tra le accuse c’era anche quella di appoggiare «media ostili».

RUOLO DI AL JAZEERA. Quest’ultima accusa era dovuta allo spazio che la tv satellitare Al Jazeera lascia ai sermoni incendiari del predicatore islamico Yusuf Al Qaradawi, che non perde occasione per criticare emiratini e sauditi per la loro decisione di scaricare la Fratellanza. I Fratelli Musulmani, messi al bando in Egitto come «organizzazione terroristica», sono mal visti anche dall’Arabia Saudita, che si sente minacciata dai loro tentativi di conquistare il potere nei paesi arabi.

TERRORISMO IN SIRIA. L’Egitto non è l’unico terreno di scontro tra i paesi del Golfo. Nonostante le monarchie sunnite cerchino di abbattere il regime dell’alawita (setta sciita) e alleato dell’Iran Bashar al-Assad, Arabia Saudita e Qatar hanno sostenuto sia l’Isis sia Al-Qaeda sia altre milizie in guerra tra loro. Doha ha puntato con forza sulla Coalizione nazionale siriana, dominata dai Fratelli Musulmani, mentre Riyad ha appoggiato politicamente, militarmente ed economicamente milizie salafite e islamiste riunite nel Fronte islamico.

MANTENERE IL POTERE. Il Qatar, paese piccolissimo e ricchissimo, ma senza una vera potenza militare, non agisce in modo opposto rispetto agli altri paesi del Golfo da oggi. Quando ha accettato di ospitare una base americana sul suolo patrio, lo ha fatto in chiave antisaudita, e se Al-Thani intrattiene ottimi rapporti con Iran e Hamas (che finanzia da anni) lo fa per non inimicarsi una grande potenza che dista solo 300 km dalle sue coste e non rischiare di perdere il potere. Con l’Iran, oltretutto, il Qatar condivide il giacimento marino di North Dome, sede di 1.800 milioni di miliardi di metri cubi di gas naturale. Il Qatar, insomma, deve sgomitare e fare il doppio gioco per non farsi inglobare dai paesi più grandi. Sia gli “amici” sunniti dell’Arabia Saudita, che i “nemici” sciiti dell’Iran.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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