Sarà discussa probabilmente giovedì alla Camera dei Lord inglese la proposta di legge per la legalizzazione del suicidio assistito. Il provvedimento, presentato da Lord Charles Falconer e promosso come una norma «caritatevole», pensata per «aiutare le persone che soffrono», consentirà ai medici di prescrivere, dietro esplicita e cosciente richiesta degli interessati, farmaci letali ai pazienti malati allo stadio terminale con meno di sei mesi di vita di aspettativa. Attualmente l’assistenza al suicidio è un reato punibile con il carcere.
L’APPELLO. «Molti disabili si oppongono fortemente alla legalizzazione», ha scritto in un appello pubblicato una settimana fa dal Telegraph la baronessa Tanni App (nella foto), paraplegica, vincitrice di 11 medaglie alle paralimpiadi e membro della Camera dei Lord. Grey-Thompson ha firmato la missiva insieme ad altri difensori dei diritti dei deboli, tutti «profondamente convinti che un mutamento della legge porterà le persone disabili e altre vulnerabili, inclusi gli anziani, a sentirsi spinti a porre fine alla propria vita». Inoltre, secondo i firmatari, la campagna che si sta svolgendo «per legalizzare il suicidio assistito rinforza il credo già radicato per cui le vite dei pazienti terminali e delle persone disabili non hanno lo stesso valore di quelle delle altre persone».
STRATEGIA DEL SENTIMENTO. Nei primi giorni di maggio anche il nunzio apostolico della Gran Bretagna, monsignor Antonio Mennini, ha criticato con forza il disegno di legge lanciando un avvertimento circa le sue possibili disastrose conseguenze. Il vescovo ha assicurato il proprio personale sostegno e il supporto di papa Francesco agli oppositori del progetto normativo che nasconde dietro il termine «gentile, politicamente corretto e compassionevole» di «morte assistita» una «realtà» ben più cruda: una forma di eutanasia. «Purtroppo – ha osservato il nunzio – l’esperienza ci insegna che l’opinione pubblica è manipolabile, soprattutto attraverso argomentazioni che fanno leva sulle sui sentimenti di compassione. Ma una volta aperto questo vaso di Pandora conosciamo anche le sue terribili conseguenze».