Incontro Letta-Napolitano, la fiducia si vota l’11. Renzi: «Il 9 il Pd deciderà cosa fare»

Ieri premier e presidente della repubblica hanno deciso il nuovo passaggio parlamentare. Il sindaco di Firenze: «Parteciperò alla riunione dei gruppi parlamentari per decidere cosa fare, il governo del Pd non può più tentennare»

È stato fissato per l’11 dicembre il passaggio parlamentare per la fiducia al governo Letta dopo il passaggio di Forza Italia all’opposizione. Lo hanno deciso ieri sera al Quirinale il presidente Giorgio Napolitano e il premier Enrico Letta, appena rientrato dalla Lituania. In serata dalla trasmissione Piazza Pulita su La7, però, Matteo Renzi, che l’8 potrebbe essere eletto segretario del Pd, ha annunciato che il passaggio in Parlamento potrebbe essere più tribolato di quello che appare oggi: «La sera del 9 partecipo alla riunione dei gruppi parlamentari per decidere quale atteggiamento tenere l’11, quando Letta si presenterà alle Camere». Stando ai dati, la maggioranza dei parlamentari oggi sono “renziani” (sebbene il sindaco di Firenze dica di non amare le correnti e che tutto sia in divenire): il loro voto quindi avrebbe un peso determinante per il futuro del governo.

TUTTO IN DISCUSSIONE. A Napolitano sono stati i capogruppo alla Camera e al Senato di Fi, Renato Brunetta e Paolo Romani a chiedere un segnale di discontinuità rispetto al governo, con un nuovo voto di fiducia, e il presidente comprendendo la nuova situazione che si è venuta a creare in Parlamento si è trovato d’accordo. Ieri dal Quirinale hanno fatto sapere che presidente e premieri convenivano «sulla opportunità di un sollecito passaggio parlamentare che consenta di prospettare indirizzi e contenuti dell’attività di governo, segnando la discontinuità intervenuta tra la precedente e la nuova maggioranza». Un passaggio che in quel momento sembrava comunque sereno, poiché il governo, con Ncd, avrebbe i numeri per farcela. Poi la doccia fredda da Renzi, che ieri ha continuato dicendo che tutto dipenderebbe dal programma del governo: «Ora o mai più: il Pd ha adesso la maggioranza per fare le cose. Se Grillo e Berlusconi vedono un governo che tentenna, ci portano via di peso». Renzi, riprendendo il discorso fatto ieri mattina a Trieste, ha quindi sottolineato quali sarebbero le tre priorità dell’azione politica oggi: «Una riforma seria della politica, con il risparmio di un miliardo di euro; un grande ”Job act“ destinato a incrementare l’occupazione e a sfoltire le norme che ingessano il mercato del lavoro; l’Europa da orientare verso la crescita. E poi una nuova legge elettorale: e quella non la fanno i saggi o il ministro Quagliariello. Si fa in Parlamento»

Exit mobile version