Ciò ebbe a rafforzare la scuola cattolica con precise caratteristiche: cioè la manifestazione di una comunità che ha una propria cultura, non una cultura monolitica, ma principi che vanno letti e mediati secondo le varie situazioni locali e le diverse culture presenti.
Don Pierino De Giorgi fu per diversi anni – dal 1995 al 2006 – Assistente ecclesiastico dell’Agesc, l’Associazione Genitori Scuole Cattoliche – colla quale ebbe ad intrattenere un rapporto forte di sostegno, condivisione e proposizione culturale, aiutandola a darsi una caratteristica unica: quella di “comunità operativa” presente ed operosa sul territorio.
«I genitori, come portatori di una cultura della dualità – ebbe a dire – sono portatori specifici e insostituibili anche se non unici della mediazione laicale, tra principi da sapere sempre proporre e situazioni concrete a cui saper sempre provvedere. Il contributo specifico che quindi la scuola potrebbe ricevere dall’Agesc è l’avvio di un percorso culturale ed educativo in cui diventi chiaro quale contributo di razionalità possa pervenire alla scuola della dualità coniugale, e quale educazione dal suo strutturarsi in libera e autonoma associazione di soggetti».
Ma il suo rapporto con l’Agesc non si racchiuse in quegli anni: si accostò all’Associazione sin dal suo nascere dando forte consistenza nel 1976 alla realizzazione del “progetto educativo” elaborato e proposto alle scuole cattoliche. Quello fu un incontro positivo che don Pierino De Giorgi fortificò promuovendo l’associazione nella sua scuola – Istituto Don Bosco a Milano – e agendo in promozione negli altri istituti.
Molteplici furono i suoi interventi che assunsero poi grande concretezza nel periodo della sua presenza nell’associazione. L’accompagnò nel panorama dell’associazionismo ecclesiale per una sua chiara e univoca peculiarità, legata alla specificità della sua rappresentanza: essa, ed essa sola, venne riconosciuta quale rappresentante dei genitori della scuola cattolica italiana. Quindi una associazione per “soggetti” e per soggetti operativi naturali di valori educativi e non per soggetti portatori di competenze professionali, e tanto meno una associazione per ordine o tipo di scuole. Sostegno che continuò anche oltre il suo coinvolgimento diretto nell’associazione.
Con questa sua caratteristica l’Agesc, con l’aiuto e il sostegno di don Pierino, venne inserita nel Centro Studi Scuola Cattolica e nel Consiglio Nazionale Scuola Cattolica, dove ebbe a portare il proprio contributo. Più di una volta ebbe a dire: «La scuola o è letta come problema di contenuti culturali o è solo strumento di uso per tutt’altri scopi». E ciò è impossibile se non ci sono chiari gli obiettivi. Cioè, «abituare ciascun membro e l’intera associazione ad equilibrare – attraverso un lavoro di gruppo – ciò che è l’immobilità con la razionalità del compito associativamente assunto».
Certo, di don Pierino De Giorgi si potrebbero dire molte altre cose, tuttavia l’importanza del suo contributo operativo e ideale all’Agesc è stato sempre un contributo preciso e tale da farlo considerare, negli annali associativi, un contributo tra i più importanti. Egli è stato, durante il lungo cammino associativo, un insostituibile “fratello maggiore”.