Il grande balzo in avanti della Marina cinese

L'Esercito popolare di liberazione ha varato venerdì la Fujian, la prima portaerei in grado di competere con quelle americane. La Marina da guerra della Cina è già più grande di quella degli Stati Uniti

La Marina da guerra cinese ha varato venerdì la Fujian, una portaerei dotata del sistema di decollo a catapulta elettromagnetica, la prima in grado di competere per tecnologia e potenza con quelle americane. Si tratta della terza portaerei a disposizione dell’Esercito popolare di liberazione cinese (anche se servirà ancora qualche anno perché diventi operativa), dopo la Liaoning e la Shandong.

La Marina cinese sfida gli Stati Uniti

Grazie alla Fujian la Cina potrà far decollare più velocemente e con più munizioni un gran numero di aerei da guerra. «È un passo avanti molto significativo. L’esercito cinese entra oggi nell’era moderna delle portaerei», ha dichiarato Matthew Funaiole, ricercatore del Centro per gli studi strategici e internazionali.

Gli Stati Uniti hanno osservato da lontano il varo della Fujian con crescente preoccupazione: Pechino infatti ha la Marina da guerra più grande al mondo. Gli Usa dispongono di 297 navi, che dovrebbero scendere a 280 nel 2027. La Cina invece ne ha 355, che dovrebbero diventare 460 nel 2030. Per quanto le navi cinesi siano mediamente più piccole di quelle americane, la supremazia a stelle e strisce non si può più dare per scontata. È vero che Washington può contare su 11 portaerei, ma solo la metà sono di fatto operative in caso di conflitto.

La Cina costruisce basi all’estero

Il Partito comunista cinese lavora da decenni alla costruzione della flotta navale più forte del mondo e per dominare i mari sta costruendo una vasta rete di basi che le assicurino la supremazia. L’ultima di queste è in costruzione in Cambogia. Il progetto, che doveva restare segreto, è stato svelato dal Washington Post: la base navale verrà usata esclusivamente dall’esercito cinese, una mossa che preoccupa Thailandia e Vietnam.

La Cina ufficialmente ha una base estera solamente a Gibuti, nell’Africa orientale, ma secondo il Congresso americano sta progettando di costruirne un’altra lungo le coste dell’Africa occidentale. ll Dragone sta costruendo porti anche in Sri Lanka ed Emirati arabi uniti e ha di recente firmato un patto con le Isole Solomon, nel Pacifico meridionale, che potrebbero aprire le porte alle navi da guerra cinesi ad appena 2.000 km dalle coste dell’Australia e a 4.000 da quelle della Nuova Zelanda.

Pechino ha inoltre completamente militarizzato almeno tre delle isole artificiali realizzate ex novo in questi anni nell’arcipelago delle Spratly, nel Mar cinese meridionale. Un insieme di operazioni che, come dichiarato dall’ammiraglio John Aquilino, a capo del commando americano nell’Indo-Pacifico, «aumenta la pressione su Taiwan».

Pechino si nasconde

Ufficialmente, le ragioni per cui la Cina sta costruendo una flotta di caratura globale sono pacifiche. Scrive infatti il Global Times: «La strategia della Marina cinese è diversa da quella americana. La Cina usa le portaerei per salvaguardare la sua sovranità nazionale, la sua sicurezza e per proteggere la stabilità regionale e la pace nel mondo. Gli americani invece cercano di ottenere l’egemonia mondiale».

La verità è che il guanto di sfida agli Stati Uniti per il predominio sui mari è lanciato.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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