Il caso Madonna e l’emergenza fentanyl negli Stati Uniti

La pop star è stata salvata con il Narcan, usato come prassi nei casi di overdose da fentanyl. Ma il farmaco non basta ad affrontare una piaga che ha già fatto 107 mila vittime nell'ultimo anno negli Usa

Madonna è stata “resuscitata” con il Narcan (naloxone), il farmaco usato soprattutto per salvare le moltissime persone in overdose da fentanyl, l’oppiode sintetico che solo negli ultimi 12 mesi ha fatto oltre 107 mila vittime negli Stati Uniti. Prima di essere ricoverata in terapia intensiva il 24 giugno scorso, secondo Radar Online, quando la 64enne Material Girl è stata trovata nella sua casa di New York, i paramedici del 911 che l’hanno descritta come «un corpo senza vita» le hanno somministrato almeno un’iniezione di Narcan.

Madonna non era in overdose da fentanyl

Questa è oramai la prassi negli Stati Uniti anche se, in realtà, la popstar non era in overdose da fentanyl ma rischiava di morire a causa di uno shock settico. La sepsi si verifica quando una persona ha un’infezione e il suo sistema immunitario reagisce in modo eccessivo. Può causare una pressione sanguigna molto bassa e infine l’insufficienza di un organo mentre lo shock settico è l’ultimo e il più grave stadio della sepsi.

Si sta ancora indagando sulle cause di quanto accaduto a Madonna, che di certo aveva combattuto contro una lieve febbre per un mese prima del suo collasso, anche se la popstar ha voluto continuare a provare per il suo prossimo tour mondiale. Tra le ipotesi quella dell’armonizzazione facciale cui si era sottoposta di recente, come hanno visto tutti all’ultima cerimonia dei Grammy. In Brasile, il 91enne attore Stenio Garcia l’ha fatta per poi essere ricoverato lo scorso 1 luglio a Rio de Janeiro, proprio per una setticemia acuta. La moglie dell’anziano attore ha negato qualsiasi connessione tra i due eventi ma, secondo il quotidiano O Globo, tra i principali rischi dell’armonizzazione facciale c’è l’ostruzione del flusso sanguigno, la necrosi cutanea, la deformazione del viso e, soprattutto, le infezioni generalizzate. Inoltre, la procedura cui si sono sottoposti sia Garcia che Madonna «viene eseguita con filler localizzati di acido ialuronico, tossina botulinica e fili di polidiossanone, tre sostanze che possono rimanere nel corpo della persona fino a sei mesi», spiega il giornale brasiliano.

Il fentanyl mischiato alla marijuana

L’altra ipotesi è che Madonna abbia semplicemente fumato una canna contenente fentanyl a sua insaputa. Succede ormai da tempo negli Stati Uniti, soprattutto in California ma anche a New York, che i negozi illegali gestiti dai narcos e proliferati dopo la legalizzazione della marijuana (perché fanno prezzi più bassi e superano di molto i principi attivi consentiti dalla legge) mescolino a quella che poi vendono come marijuana (ma anche a cocaina o a pillole di Xanax) del fentanyl, per creare una dipendenza potente e immediata cui si unisce il rischio di overdose.

È morto così, qualche giorno fa, il nipote di Robert De Niro, convinto di avere comprato analgesici e invece finito in overdose da fentanyl. Stessa sorte, ovvero “overdose accidentale da fentanyl”, per l’ex piccolo, biondo e bravissimo Nicholas, il figlio più giovane de La famiglia Bradford, il 54enne Adam Rich che pure era un tossicodipendente di lunga data.

I pericoli del Narcan iniettato a Madonna

Dopo l’iniezione di Narcan, Madonna è stata intubata in terapia intensiva a causa di una grave infezione batterica e ora si sta riprendendo a casa (è prevista la guarigione completa) ma la vera domanda da farsi dopo tutta questa vicenda finita bene, tuttavia, è un’altra. È ragionevole che quando i paramedici del 911 trovano una persona priva di sensi, non responsiva, insomma «un corpo senza vita», le somministrino il naloxone per prassi? Secondo il Washington Post, che ha trattato il tema il 20 giugno scorso appoggiando in pieno la politica di Joe Biden, che sta premendo sui produttori del farmaco affinché abbassino i prezzi, sì, senza dubbio. A detta del giornale di Jeff Bezos, «il naloxone è sicuro da usare anche quando qualcuno non è in overdose e in genere ripristina la respirazione in pochi minuti, anche se non è insolito per i soccorritori l’utilizzo di dosi multiple».

Peccato solo che, a onor del vero (e della salute dei cittadini, statunitensi ma non solo), «sia la Food and Drug Administration (la Fda, che a marzo ha liberato il Narcan senza prescrizione medica come farmaco da banco, ndr) sia la Pfizer, uno dei tanti produttori di naloxone, allertino sugli eventi avversi che possono verificarsi se il farmaco viene somministrato a persone con shock settico», raccomandando di «prestare attenzione quando si decide di usare il naloxone su questo tipo di pazienti», ha precisato su Forbes Joshua Cohen, professore per vent’anni al Tufts Center for the Study of Drug Development e con oltre 100 pubblicazioni su riviste peer-reviewed.

L’emergenza fentanyl non si risolve con il Narcan

Insomma, «visto che il Narcan non è tipicamente somministrato nei casi di shock settico», il “caso di Madonna” apre uno scenario complicato per le politiche sanitarie iperattive dell’amministrazione Biden. Il farmaco usato per Madonna è stato infatti registrato e approvato dalla Fda come antidoto contro gli oppioidi dal lontano 1971 ed è indicato per il trattamento di emergenza di overdose da fentanyl, nota o sospetta. Puntare in automatico solo sul Narcan rischia di essere un altro grave errore dell’amministrazione Biden, la cui priorità numero uno oggi sembra essere far abbassare ai produttori i prezzi del farmaco rendendolo accessibile a tutti.

Gli Stati Uniti, infatti, oggi sono in pieno boom di una nuova sostanza “collegata”, cioè aggiunta all’insaputa del consumatore al fentanyl e all’eroina e che, soprattutto, non risponde al naloxone. Si tratta della xilazina, un anestetico veterinario usato principalmente per i cavalli. La Drug Enforcement Agency (Dea) degli Stati Uniti ha emesso lo scorso maggio un avviso di pubblica sicurezza visto che ha trovato la xilazina nel fentanyl in almeno 48 stati della Federazione mentre le overdosi sono aumentate del 1127% in un anno, causando oltre tremila morti solo negli ultimi mesi.

@pmanzo70

Foto Ansa

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