I parlamentari si accorciano le vacanze

La riapertura della Camera è stata fissata il 6 settembre anziché il 12. Si chiude così l'insulsa polemica sul pellegrinaggio in Terra Santa dei parlamentari, che verrà anticipato. Gianfranco Fini: «Pronto a convocare la Camera anche a Ferragosto se necessario»

È tornato il sereno dopo una giornata di indignazione è alle stelle: i parlamentari non si accorciano le vacanze perché vanno in pellegrinaggio, si diceva ieri. E in effetti a prestare il fianco alle critiche era stato proprio il capogruppo Pdl alla Camera Cicchitto, che aveva motivato il rifiuto di ridurre le ferie come una «forma di rispetto» per i parlamentari che partecipano al tradizionale pellegrinaggio in Terra Santa all’inizio di settembre.

Ieri invece i parlamentari hanno deciso di rivedere il proprio piano ferie: si tornerà in Aula il 6 settembre anziché il 12 e le commissioni riprenderanno i lavori già dal 29 agosto. E il tanto criticato pellegrinaggio? Verrà semplicemente spostato, ha spiegato l’organizzatore Maurizio Lupi (Pdl) che già da martedì aveva precisato che il pellegrinaggio, una tradizione dal 2004, viene fissato a seconda dei lavori della Camera e non il contrario. «Mi dispiace – ha detto ieri il deputato pidiellino – che si sia potuta rovinare con le polemiche una iniziativa che ha un grande valore. Ora che i lavori sono stati anticipati, cercheremo di anticipare la partenza o posticiparla ad altro periodo dell’anno».

Resta la legittima curiosità: che fanno i parlametari in Terra Santa? Tempi lo ha raccontato nel 2008 con un reportage di parole e immagini. Lo ripubblichiamo oggi con un’avvertenza speciale: gli indignati perenni non troveranno pane per i loro denti. Si trattava di un normalissimo viaggio nei luoghi in cui è nato il cristianesimo.

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