Guerra in Ucraina: la sconfitta. Che cosa c’è nel numero di marzo di Tempi

Guida ai contenuti del mensile di marzo 2022. In copertina il conflitto scatenato da Putin in Ucraina e l’Europa di nuovo divisa tra Est e Ovest

Che cos’è la guerra in Ucraina, se non una tragica sconfitta per l’Europa che ora, trent’anni dopo la fine della Guerra fredda, si riscopre di nuovo drammaticamente divisa tra Est e Ovest? «Il sogno di poter avere un’identità senza avere un’anima (cristiana) si è rivelato un incubo». È questo il tema della copertina del numero di marzo 2022 del mensile Tempi: l’imperdonabile (e sanguinoso) tradimento dell’ideale di un’Europa che respirasse a due polmoni, secondo l’inascoltato auspicio di san Giovanni Paolo II. Lo ricorda nell’editoriale il direttore Emanuele Boffi, ne delinea le conseguenze Rodolfo Casadei in un’ampia e approfondita analisi contenuta nel mensile.

Ma legata alla crisi ucraina c’è un’altra crisi che l’Europa – e l’Italia in primo luogo – deve affrontare con urgenza e lungimiranza: quella energetica. Per forza di cose, è giunta l’ora di affrancarsi dalla dipendenza dal “gas di Putin”, ma anche dalle pregiudiziali ambientaliste che rendono impraticabile qualunque soluzione. È di nuovo il momento di inchinarsi a Enrico Fermi, cioè di riaprire al nucleare? Lo ha chiesto per Tempi Alan Patarga a Davide Tabarelli, uno dei maggiori esperti di energia in Italia, mentre un’altra autorità del settore, il professor Marco Enrico Ricotti, spiega perché le nuove tecnologie del nucleare sono più che promettenti anche per il nostro paese. Non solo: al contrario di quanto si ripete quasi ovunque, i nuovi sviluppi del nucleare sono compatibili eccome con obiettivi e scadenze della transizione ecologica. E non è vero che – altro luogo comune – il nucleare è ormai una fonte in disuso: come spiega Casadei, non sono pochi i paesi che puntano ancora, e non poco, sull’atomo.

Nel numero di Tempi di marzo, inoltre, ampio spazio alle opere e al pensiero di Badiucao, il “Banksy cinese“. Nella grande intervista concessa a Leone Grotti, il giovane artista dissidente racconta come è diventato una spina nel fianco del regime di Pechino. Anche grazie a un grande esempio letteralmente inciso nella sua pelle: il Tank man di piazza Tienanmen.

Ma c’è un altro personaggio sorprendente che merita di essere raccontato nel nuovo numero di Tempi: si chiama Isabel Díaz Ayuso ed è la “presidenta“ della Comunità autonoma di Madrid. Cattolica, liberale, grande lavoratrice, priva di complessi verso i dogmi del pensiero unico, sta terremotando il panorama politico spagnolo e perfino il suo stesso Partito popolare: ce la raccontano dall’interno del suo entourage Rafael Núñez Huesca e il suo “ministro dell’economia“ Javier Fernández-Lasquetty.

Non è finita. Il numero di Tempi di marzo segna anche l’esordio sul mensile di una nuova rubrica, quella di Pier Paolo Bellini dedicata alle “Parole perse”. Si comincia con realizzazione, termine che ci ricorda il nostro paradossale destino di uomini: diventare cose. Monsignor Massimo Camisasca, invece, nel suo dialogo con i lettori spiega che cos’è la “mondanità spirituale” così spesso criticata da papa Francesco. Mentre Giancarlo Cesana affronta quello che probabilmente è il tema dei temi: la felicità. E quale “dettaglio del mondo” racconta stavolta Fabrice Hadjadj? Solo un indizio: si tratta della caduta di un grande impero giapponese, ma non è quello a cui state pensando.

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Tutto questo e molto altro nel nuovo numero di Tempi. In attesa che il mensile di marzo 2022 arrivi nelle loro case, gli abbonati a Tempi possono già sfogliare la rivista in formato digitale nell’area riservata del sito.

I lettori non ancora abbonati, invece, farebbero bene ad abbonarsi subito (a proposito: scopri perché abbonarsi conviene).

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