La verità sofferta di Stalingrado

La battaglia capitale della Seconda Guerra mondiale raccontata da Vasilij Grossman. Un romanzo che subì le censure sovietiche e che trovò poi compimento nel capolavoro Vita e destino

Oggi, 4 aprile, Adelphi pubblica "Stalingrado" di Vasilij Grossman. Anticipiamo l'articolo di Pietro Tosco, esperto e studioso dello scrittore russo, dal numero di Tempi di aprile, in uscita nei prossimi giorni.

Quando a un artista viene un’idea, non riesce più a togliersela dalla testa. Più l’idea è grandiosa, più ad essa è disposto a dedicare la vita. A Vasilij Grossman l’idea venne a Stalingrado. La città ancora fumava, arsa dalla più terribile delle battaglie. Lui vi aveva preso parte, come corrispondente di guerra tra le file dell’Armata Rossa, e aveva visto tutto, le luci e le ombre della battaglia, l’epica della difesa e l’eroismo dei soldati, ma anche la spietata legge del sangue con cui era stata combattuta, il “prezzo” della vittoria. La vita e la morte. Fu qui che gli venne l’idea che lo avrebbe impegnato per il resto della vita: scrivere un’opera monumentale, una grande epopea che doveva avere il suo centro nella guerra, ma ch...

Contenuto riservato agli abbonati: abbonati per accedere.

Già abbonato? Accedi con le tue credenziali:

Exit mobile version