Gingrich, il candidato che punta sull’educazione convertito grazie al Papa e alla (terza) moglie

Ha vinto contro Romney in South Carolina. Ora è tra i favoriti per la vittoria finale delle primarie repubblicane. Newt Gingrich, convertito al cattolicesimo, punta sull'educazione e sull'opposizione alla burocrazia e alle tasse. Distante da Obama, ma vuole una sanità più accessibile a tutti.

Pochi giorni prima la sua ex moglie lo ha accusato di avergli proposto di diventare una “coppia aperta”. Sabato, prima dal voto, è circolata una e-mail, poi rivelatasi fasulla, in cui sembrava che avesse forzato la nuova moglie ad abortire. Nonostante questo e altri scandali sulla sua vita privata, a grande sorpresa Newt Gingrich ha vinto le elezioni repubblicane nello Stato del South Carolina. Superando Mitt Romney, il candidato dato quasi per vincente. Mentre Romney ha preso il 27 per cento dei voti piazzandosi secondo, Gingrich ha preso addirittura il 40. È arrivato terzo Rick Santorum con il 17.

Il risultato rimette in discussione tutto, dato che su tre tornate elettorali Romney ha vinto solo quella in New Hampshire. È di pochi giorni fa, infatti, la notizia del riconteggio dei voti nello nell’Iowa, che sancisce la vittoria di Santorum. Fra i tre candidati ci sarebbe quindi il nome dello sfidante del presidente Barack Obama. Ma se contro tutti i pronostici Santorum rimane in corsa, la sua vittoria non è stata così schiacciante come quella degli altri due sfidanti. A contendersi la nomina sarebbero quindi Romney e Gingrich. Il primo è un mormone amato dall’America capitalista ed imprenditoriale. Il secondo si è aggiudicato l’appoggio dei cristiani che, nonostante gli scandali sulla sua vita privata, ne apprezzano la politica e il
pensiero.

Nel 2007 infatti l’ex professore di storia Gingrich ha pubblicato un libro, Rediscovering God in America (Riscoprendo Dio in America), in cui sostiene che secondo la reale visione dei padri fondatori lo Stato non solo deve permettere alla chiesa di svolgere un ruolo attivo nella società, ma anche di incentivarlo. La tesi di fondo di molte altre pubblicazioni politiche di Gingrich è l’urgenza di richiamare il popolo americano a “riscoprire le proprie radici cristiane per vivere un vero rinnovamento”. Un altro suo cavallo di battaglia è l’educazione, considerata “centrale per un futuro prospero”. Come membro del Congresso negli anni Novanta l’ex professore ha combattuto anche per una riforma sanitaria che rendesse più accessibili le cure alle classi medio basse, senza però snaturare la struttura portante del sistema sanitario. Sempre in quegli anni, come membro Think Tanks dell’American Enterprise Institute, Gingrich ha espresso più volte la necessità di mettere la famiglia al centro della politica, incoraggiando una tassazione basata sul numero dei suoi componenti, e ha sostenuto la necessità degli incentivi e della riduzione dei regolamenti per il commercio e le imprese operanti nei quartieri poveri.

L’idea di Gingrich, che piace molto all’America centrale e a quella del Sud, è quella di un welfare soft, in cui lo Stato intervenga a sostenere l’iniziativa dei cittadini e lo sviluppo autonomo delle classi povere. La sua battaglia per la tassazione equa e contro la burocrazia invece è quella che gli ha fatto guadagnare il consenso di molti sostenitori del movimento del Tea Party. Anche i cattolici non disdegnano di votarlo, data anche la sua conversione dovuta alla terza moglie e a papa Benedetto XVI, che in visita agli Usa nel 2008 lo aveva affascinato “per la pace e la gioia che emanava. Confermando cose che avevo compreso e sperimentato negli anni passati”. Con il colpo di scena in South Carolina, poi, molti repubblicani potrebbero rivedere la loro posizione anche in vista delle elezioni del 31 gennaio in Florida. Alcuni di loro stanno già spostando i loro endorsement pubblici su di lui.

Ma non è tutto. I prossimi giorni potrebbero riservare altre sorprese. Non è detto infatti che il partito Gop non scelga di giocare un colpo d’effetto per rinforzare il voto e indirizzarlo su un volto solo. Circolano già voci sulla possibile candidatura del governatore dell’Indiana Mitch Daniels, scelto per pronunciare il discorso repubblicano sullo Stato dell’Unione, con cui potrebbe aggiudicarsi l’inserimento nella corsa.

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