Gigi Amicone, uomo libero, avversario leale, giornalista coraggioso

I messaggi che stanno arrivando in redazione e sui social di amici, lettori, collaboratori, compagni e avversari politici di Gigi Amicone

Gigi Amicone al pellegrinaggio Macerata – Loreto nel 2019 (Foto Leonora Giovanazzi)

Stanno uscendo sui social e arrivando in redazione tantissimi ricordi di amici, lettori, collaboratori, compagni e avversari politici di Gigi Amicone. A poco a poco li raccoglieremo qui tutti. I funerali si terranno giovedì 21 ottobre, alle 10.45, nel Duomo di Monza. Sempre giovedì, alle 8.30, sarà celebrata una Messa di suffragio alla grotta della Natività a Betlemme e un’altra Messa sarà celebrata a Nazareth alle 10.30 (ora locale), presso la Basilica dell’Annunciazione, entrambe celebrate dai custodi francescani. Amicone era legato alla Terrasanta fin dal pellegrinaggio, organizzato nel 1986, dall’amico “tuono fulmini e saette” don Pontiggia insieme a don Giussani: partì da imbucato, tornò e scrisse Sulle tracce di Cristo. Viaggio in Terrasanta con don Luigi Giussani. Un “classico” che aveva voluto ripubblicare il Natale scorso: «Altro che Natale spirituale alla Conte: torniamo sulle tracce di “Cristo la tigre”»

«Un fine scrittore, un acuto giornalista, ma soprattutto un amico. Si è spento, troppo presto, Luigi Amicone, che ho avuto modo di apprezzare come consigliere comunale dai banchi dell’opposizione. Non dimenticherò mai il suo acume e la sua passione per la nostra città» (Beppe Sala)

«Mi unisco al cordoglio per la scomparsa di Luigi Amicone, grande giornalista e fondatore di Tempi. Una persona acuta, gentile, libera e appassionata del suo lavoro e della vita. Un pensiero di vicinanza alla moglie, ai figli e ai suoi cari» (Luigi Brugnaro)

Fratelli d’Italia si unisce al cordoglio per la scomparsa improvvisa di Luigi Amicone, fondatore di Tempi. Ci lascia una voce libera del giornalismo e della cultura. Tutta la nostra vicinanza alla moglie Annalena, ai suoi figli e a tutti i suoi cari» (Giorgia Meloni)

«Una preghiera e un pensiero per Luigi Amicone che ho conosciuto e stimato come politico, giornalista e come uomo» (Matteo Salvini)

«“Vi auguro di non essere mai tranquilli, mai più tranquilli” (Don Giussani, 1985). Sei sempre stato così! Ciao Luigino» (Maurizio Lupi)

«La morte di Luigi Amicone è una grave perdita per tutto il Paese. Ci lascia un giornalista coraggioso, un combattente instancabile, sempre in prima linea nella difesa della dignità della vita umana e del valore della famiglia. Esprimo le mie condoglianze ai suoi familiari e alla sua grande Compagnia di amici» (Andrea Ostellari)

«Ci lascia una mente acuta e un ottimo giornalista che ricorderemo per sempre» (Attilio Fontana)

«Apprendiamo con enorme dolore la notizia dell’improvvisa scomparsa di Luigi Amicone, preghiamo per lui e per tutta la sua famiglia. Era un amico e un fratello. Profondo conoscitore dell’uomo, ci ha lasciato un cattolico autentico innamorato della verità. Ha sempre condotto senza paura e in modo esemplare la battaglia culturale per mettere al centro libertà e persona, famiglia e urgenza educativa, calando il suo impegno nella realtà quotidiana mai facile e mai scontata della vita intellettuale e politica italiana, con una passione incessante e un desiderio sincero di dare il massimo anche sul fronte civico, in particolare per i milanesi e per Milano, la sua amata città» (Massimiliano Salini)

«Belle, e stimolanti, appassionanti le discussioni e le polemiche con Luigi Amicone, da cui molto mi divideva, ma l’essenziale, quello no: il rispetto per le altrui opinioni, il gusto della curiosità di capire, la passione e la libertà di difendere cause anche quando non c’è alcuna convenienza a sostenerle. Ed è accaduto più volte che le strade di credenti come lui in Comunione e Liberazione si siano incrociate e intersecate con quelle percorse dall’impenitente laico anticlericale. Valga per Luigi un non formale “Requiem aeternam dona ei Domine et lux perpetua luceat eis, requiescat in pace. Amen”» (Valter Vecellio)

«È venuto a mancare improvvisamente Luigi Amicone. Perdiamo un giornalista brillante, fondatore del settimanale “Tempi”, un uomo appassionato e di grande cultura. Esprimo sincero cordoglio e vicinanza alla famiglia. Luigi mancherà tanto a tutti noi» (Mariastella Gelmini)

«Esprimo tutto il mio cordoglio e la mia vicinanza alla famiglia per l’improvvisa scomparsa di Luigi Amicone. Fondatore del settimanale Tempi, giornalista sempre garbato e sorridente, testimone e protagonista della storia dei moderati italiani» (Mara Carfagna)

«Ci ha lasciato improvvisamente Luigi Amicone, un ottimo giornalista e, per me, caro amico. Ciao Luigi, ricorderò il tuo valore professionale e soprattutto il tuo valore umano» (Daniela Santanchè)

«Fatico ancora a credere al messaggio che mi è arrivato alle 5.48 da Mario Mauro. Luigi Amicone non c’è più. Quel barricadero che avevo conosciuto come autore di infuocati editoriali negli anni del mio liceo, e che poi ho conosciuto come collega sugli scranni di Palazzo Marino, ha concluso la sua irrequieta corsa questa notte. Divisi, ma uniti. Questo è il ricordo che mi rimane degli ultimi anni passati fianco a fianco all’opposizione a Milano. Eletti in liste diverse, spesso con idee, sensibilità e approcci diversi. Espressione di generazioni diverse: lui, figlio di don Giussani, che ha conosciuto gli anni dei conflitti e degli scontri ideologici; io più figlio di quel tempo che il nostro don Gius descriveva come caratterizzato da un ‘effetto Chernobyl’, in cui il crollo delle ideologie ha come modificato i nostri organismi dall’interno rendendoli ‘affettivamente scarichi’. È probabilmente per questo che una volta il Corriere descrisse Luigi come l’uomo delle battaglie perse, perché lottava con tutto sé stesso contro le conseguenze di questo effetto Chernobyl e si accendeva ancora di più di fronte ad un mondo e a intere generazioni in cui quel che sembra dominare è solo la moda o il mainstream. Eravamo divisi, discutevamo spesso delle nostre diverse scelte politiche, dello nostra società, della nostra Chiesa, ma uniti. Uniti in una comunità umana che ci ha spesso assimilati agli occhi di chi ci vedeva alternarci l’un l’altro nell’intervenire, unici in aula, su certi temi sensibili. Non solo sui cosiddetti ‘etici’, ma anche a difesa del nostro ex collega Pietro Tatarella, detenuto in carcere per decine di giorni come un pericoloso terrorista. Battaglie perse, forse. O che lasciano un segno, nel tempo. E seminano» (Matteo Forte)

«Gigi è (ciò che sei e ciò che fai rimane per sempre) persona aperta e coraggiosa, amante della Verità che rende liberi e che lo ha reso capace di inventare e costruire un’opera culturale come Tempi, per comprendere al meglio ciò che accade attorno a noi. Preghiamo per lui» (Antonio Palmieri)

«La notizia mi è giunta improvvisa questa mattina: Luigino non c’è più. Sono rimasto senza parole. Luigino, Luigi Amicone, era un grande giornalista, mai banale e sempre attento alla realtà, che era capace di guardare, spesso anche con un occhio visionario. Era una persona di cuore, cuore che ha sempre messo in tutto quello che ha fatto, dall’aver fondato Tempi ai banchi di Palazzo Marino. Siamo entrambi figli di Don Giussani, di cui, pensando a Luigino, mi piace ricordare l’augurio che ci fece tanti anni fa: “Vi auguro di non essere mai tranquilli”. Ecco, Luigi Amicone non è stato mai tranquillo e di questa inquietudine ha fatto il tratto distintivo della sua vita, anche professionale. Grazie Luigi per la tua testimonianza: ora ti accolga la gioia di quel Mistero buono a cui hai sempre guardato» (Raffaele Cattaneo)

«L’improvvisa scomparsa di Luigino Amicone mi addolora moltissimo. Sono due le cose che mi hanno sempre colpito di lui. Il suo andare in battaglia, fatto di passione, audacia e un po’ di sana follia. E il suo “essere conquistato”. Tratti che sono l’uno conseguenza dall’altro. Direttore di un settimanale che seguo da sempre, Tempi, uomo interessato a giudicare tutto, e per un mandato anche consigliere comunale a Milano con Forza Italia, Amicone ha avuto in don Giussani un padre in cui immedesimarsi, un maestro non scelto, ma trovato lungo le strade della vita e subito abbracciato. Entrambi erano conquistati da una cosa che si chiama fede. Le doti innate di Luigino hanno trovato senso compiuto nel cammino di Comunione e Liberazione, di cui era parte. Tra le tante cose che ci ha mostrato, questa mi rimane impressa: si vive più intensamente quando si appartiene a qualcosa di grande. A tutta la sua bella famiglia va il mio abbraccio e il mio cordoglio» (Luca Del Gobbo)

«Un intellettuale cattolico, giornalista, docente, scrittore, un uomo libero dal pensiero profondo, difensore dei nostri valori, quotidianamente impegnato nella società e nella politica e nella società» (Stefano Bruno Galli)

«Esprimo profonde condoglianze alla famiglia di Luigi Amicone. Un giornalista libero e mai conformista, intelligente e appassionato. L’Italia perde una grande penna, un intellettuale impegnato e sensibile» (Giorgio Mulè)

«Sono incredulo per l’assurda scomparsa di Luigi Amicone, protagonista assoluto del dibattito politico nel mondo cattolico e non solo. Era un raro esemplare di intellettuale dc, un uomo spiritoso, capace di visione. È una perdita irreparabile» (Gianfranco Rotondi)

«È morto Luigi Amicone, direttore di Tempi. Era un uomo e un giornalista intelligente e generoso. Lo ricordo con grande affetto. Che riposi in pace» (Marco Taradash)

«Ci siamo visti una volta sola caro Luigi. Era il papà che ogni figlio sogna». (Riccardo Ruggeri)

«Desidero esprimervi le nostre sentite condoglianze per il grave lutto per la scomparsa di Luigi Amicone. Con stima e riconoscenza da parte di tutti noi» (Marina Mavian, presidente Casa Armena – Hay Dun Milano)

«Questa notte ci ha lasciato Luigi Amicone, un punto di riferimento culturale e amico di molti di noi. Di lui ci restano in modo particolare l’amore per la libertà, l’irriducibilità a ogni forma di potere, la sua “ingenua baldanza”, che lo hanno reso testimone nel mondo di ciò che aveva incontrato, l’esperienza della fede cristiana attraverso il carisma di don Giussani e di Comunione e Liberazione. Un incontro capace di generare una fede che aveva la pretesa di diventare cultura, apertura all’altro, passione per tutta la realtà. Per questo, e per molte altre cose, insieme a tanti amici e “avversari”, ti siamo grati e ti rendiamo onore» (Nuova Generazione)

«Luigi Amicone è stato un giornalista coraggioso: ha raccontato storie di dolore e conflitti dal fronte delle guerre più dilanianti. È stato un uomo di fede fedelmente vissuta, concretizzata nella testimonianza personale e nel giornale da lui fondato e diretto, Tempi. Il Centro Studi Rosario Livatino è vicino ai suoi familiari e ai suoi amici e colleghi di lavoro, in particolare alla redazione di Tempi, nella certezza che quel pellegrinaggio ad Jerusalem, di cui ha scritto in un suo bel libro, oggi è arrivato a compimento» (Centro Studi Livatino)

«Oggi piangiamo la morte di un autentico soldato di Cristo, sempre disponibile alle battaglie per i principi fondamentali del bene comune che insieme abbiamo combattuto negli ultimi decenni. Ciellino della prima ora, fondatore di Tempi, consigliere comunale, Luigi Amicone è stato un amico vero che Alleanza Cattolica ricorderà sempre con affetto e ammirazione. Ai suoi familiari e ai confratelli del Movimento che lo hanno amato, alla redazione di Tempi assicuriamo la nostra preghiera per un amico che ricorderemo sempre» (La famiglia spirituale di Alleanza Cattolica)

«Aiuto alla Chiesa che Soffre condivide il dolore per la scomparsa di Luigi Amicone, giornalista coraggioso, uomo di fede e amico sincero. Che il Signore lo accolga al termine del pellegrinaggio terreno» (Aiuto alla Chiesa che Soffre)

«Vi siamo vicini con il pensiero e la preghiera per la perdita di Luigi. Dal Presidente e tutta Ai.Bi. le più sentite condoglianze» (Marco Griffini – Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini)

«Luigi Amicone è stato un fiero avversario, faceva battaglie contro la legge 194, contro le unioni civili, di negazione dell’omofobia. Era una persona acuta e intelligente, con cui ho avuto scontri tv e sui giornali. È mancato improvvisamente ieri e lo voglio salutare, così come avrebbe gradito: un granitico oppositore dei diritti e delle libertà. Qualche volta ci siamo confrontati in forma riservata, circa un anno fa mi aveva interpellato per chiedermi un editoriale per la rivista Tempi sul tema della maternità surrogata. Alla fine convenimmo che le distanze rimanevano tali e, che quell’intervento sarebbe stato inopportuno. Che la terra ti sia lieve, indomito avversario» (Aurelio Mancuso)

«Ciao Gigi, amico dolcissimo, i nostri anni indimenticabili sono stati il 1995 e il 1996, quando in pochi mesi, dopo giorni e notti a parlare di giornali e di politica abbiamo partecipato alla nascita del Foglio e di Tempi. In edicola a due, tre mesi di distanza l’uno dall’altro. Tu direttore di Tempi proponesti a me, non credente, di esserne direttore responsabile, io amministratore del Foglio ti introdussi nel nostro “giro”. È stata la nostra magnifica avventura. Quante risate e quante litigate. Ma ci siamo divertiti come di rado può capitare. Valgono le due parole con le quali ti ricorda Giuliano Ferrara e che non saprei dire meglio: esagerazione e affetto fraterno. Il piacere della battaglia delle idee e quel sorriso indimenticabile che porterò sempre con me. Che dolore» (Sergio Scalpelli)

«Addio, Luigi Amicone! Addio. Oggi abbiamo perso su questa terra un uomo intelligente, inquieto, che ti punzecchiava senza sosta perché ti voleva bene. Battagliero perché onesto. Gentile» (Antonio Spadaro)

«Anche io piango per la partenza di Luigi. Ma piango di gratitudine. Per l’amore puro che ci ha legati per sempre, insieme ad Annalena e a tutti i loro figli. Da quando l’ho conosciuto e aveva 20 anni, Luigi ha sempre amato Gesù. Non il suo messaggio, il pensiero, l’insegnamento… ma l’uomo Gesù, la persona di Cristo. Direi che ne fiutava la presenza ovunque. Lo amava. Ed io lo guardavo stupita come un diamante in mezzo alla polvere e alla cenere di cui tutti siamo fatti. La sua simpatia umana era tutta per Cristo e si rifletteva nel suo sguardo, sul suo bel volto. E Giussani, quale tigre dall’occhio penetrante che era, lo vedeva e ne gioiva come un bambino. Il mio silenzio adesso è pieno della tua presenza, Luigi, mentre ti vedo lieto accanto al tuo Signore e a una moltitudine innumerabile di amici» (Carmen Giussani)

«Caro Luigi, prezioso e raro interlocutore, amico e compagno nel leggere la realtà che condividevamo “nella totalità dei suoi fattori” come diceva qualcuno: sei bruscamente andato avanti, ora bisognerà prendere in mano le cose e mettersi a fare senza di te. Una cosa in particolare mi ha sempre colpito e mi resta: ci definivi “anarco-resurrezionalisti”: beh, mi accorgo che mai come in questo tempo in cui nessuno sa più dove è e con chi è, appaiono vere queste parole, alla lettera l’unico programma possibile. Arrivederci, spero» (Mario Binasco)

«Cari amici di Tempi, lasciatemi salutare Luigi. Ti abbiamo voluto bene, ci hai voluto bene. Cosa avevi di eccezionale per me: eri come uno che si fa bambino per entrare nel regno dei cieli; eri una persona che cercava i riflessi della verità in ogni scheggia dello specchio rotto della quotidianità; sei stato testimone della possibilità della salvezza per ogni persona, anche la più improbabile; ai tuoi occhi ogni persona destava sincera curiosità. Poi avrai avuto mille difetti e commesso mille peccati ma stasera ci sarà gran casino in paradiso. Ti vogliamo bene Luigi, prega per noi. Ti saluta mia figlia Stella per la quale hai pregato per me quando era malata. Dio protegga e consoli i tuoi cari. Ti vogliamo bene» (Pier Giacomo Ghirardini)

«L’ultima volta ci siamo visti in remoto perché eravamo stati convocati nello stesso gruppo all’audizione in Commissione al Senato sul disegno di legge Zan. E come sempre fu un fuoco di artificio, polemico quanto serve ma mai offensivo. Proprio domenica parlavamo di lui con don Villa che sono andato a trovare. Non si poteva non volergli bene e quando abbiamo fatto delle battaglie comuni con Il Sabato sulla libertà scolastica (allora ero responsabile scuola di MP) l’unità nella passione a difendere l’uso della ragione e non i preconcetti su questo tema era evidente. Luigino, ora ti goderai la compagnia con Don Giussani, Don Giorgio Pontiggia, Don Fabio Baroncini (tre preti che hanno segnato la tua come la mia vita) e gli altri amici, ultimo Bertazzi, che hanno raggiunto la pienezza. Saperti felice renderà più sopportabile il fatto di non averti ancora qui a difendere l’uso della ragione nell’affronto della realtà come ci ha insegnato don Giuss» (Mario Dupuis)

«A Dio Gigi. Mai tiepido. Se ne possono sbagliare tante, tutti. Ma un’amicizia fedele è una corona eterna» (Davide Rondoni)

«Le mie condoglianze e preghiere per la pace e la gioia del nostro amico Luigi Amicone. A lui sempre impetuoso, si adattano le parole di San Paolo: ho terminato la corsa. Ora mi attende la corona di giustizia dal Signore» (padre Bernardo Cervellera)

«Carissimo Emanuele, scrivo a te, a nome di tutti, solo una riga per dirvi che vi siamo vicini in questo momento. Non conoscevo bene Luigino, anche se, nelle occasioni che abbiamo avuto, mi ha sempre parlato con simpatia e stima. Certamente la sua morte segna un ulteriore passaggio anche per voi, che vi siete assunti la responsabilità di portare avanti il giornale. Noi vi accompagniamo. Con stima e amicizia» (don Paolo Sottopietra)

«Partecipo del vostro dolore per la morte di Luigi Amicone. Questa mattina l’ho ricordato nella S. Messa e l’ho affidato alle braccia misericordiose del Padre. Aver avuto il coraggio di fondare Tempi è stata, secondo me, una delle cose più utili per tanta gente che ha potuto trovare in questo strumento uno orientamento indispensabile. Continuate il suo lavoro» (don Roberto Zocco, Città del Messico)

«Sono profondamente addolorato per la scomparsa di Amicone. Era un grande provocatore di Verità. Amico del dialogo interreligioso, lascito che gli aveva trasmesso don Giussani, aveva sempre praticato l’amicizia col mondo ebraico. Da fratello ebreo pregherò per la sua anima giusta e buona» (Guido Guastalla)

«Al risveglio la notizia della scomparsa di Amicone mi ha molto intristito anche se le manifestazioni di affetto che continuo a leggere indicano un centuplo e una vita eterna già quaggiù. Io l’ho incrociato solo una volta, tanto tempo fa, ma ho conosciuto i ragazzi di Tempi, “figli suoi”, e anch’io oggi mi sento un po’ orfano e per questo mi unisco al cordoglio e all’abbraccio, forza! La sua testimonianza continui ad essere sprone. Una preghiera per Luigi e per tutti voi» (Max Herber)

«La Fondazione De Gasperi esprime il suo cordoglio per la scomparsa di Luigi Amicone, fondatore di Tempi. Osservatore lucido e attento ha lasciato un segno indelebile nel giornalismo. Siamo convinti che il suo pensiero libero e acuto continuerà a vivere in Tempi» (Fondazione De Gasperi)

«Luigino è stato uomo di cultura e di pensiero, amico di tanti del Centro Frassati e soprattutto testimone di fede, nell’esperienza di don Giussani, e di amore alla verità, difesa sempre e instancabilmente “sperando contro ogni speranza”. Il pensiero e le preghiere vanno alla moglie Annalena e ai figli Teresa, Clara, Gloria, Francesco, Lucilla e Giovanni» (Centro Culturale Pier Giorgio Frassati)

«A nome del Family Day e mio personale intendo esprimere il più sentito cordoglio per la scomparsa di Luigi Amicone, un uomo che con la sua instancabile attività intellettuale e politica ha dato voce a tutte le più nobili battaglie per la vita, la famiglia e la libertà educativa condotte in Italia, un vero e proprio punto di riferimento per tutti i movimenti pro-life e pro-family del nostro Paese. Come fondatore del settimanale Tempi, consigliere comunale di Milano, padre di una famiglia numerosa e tra principali animatori di CL, Amicone lascia un grande eredità materiale, culturale e spirituale che continuerà ad arricchire la società, l’editoria, la politica e in particolare l’attivismo cattolico. Piangiamo quindi la sua morte insieme alla moglie Annalena, ai suoi sei figli e alla redazione di Tempi e ci uniamo in preghiera invocando anche il suo aiuto dall’Alto» (Massimo Gandolfini)

«Che tristezza, gli sia lieve la terra» (Alberto Mingardi)

«Ciao Gigi» (Alessandro Giuli)

«Devo molto a Gigi Amicone e la sua morte è un grande dolore. Oggi piango e prego con tutti quelli che gli hanno voluto bene» (Mattia Ferraresi)

«Mannaggia Gigino, mannaggia. Io ti ricordo così, a tavola, insieme. Una buonissima cena, tanti amici. Buon viaggio fratello» (Roberto Perrone)

«Sconvolto dalla scomparsa improvvisa di Luigi Amicone, un direttore magnifico che a me – semplice collaboratore – ha sempre dato fiducia e libertà e soprattutto una mano quando i tempi erano bui. Un esempio di giornalista combattente e di cristiano senza paura, un amico. Saperlo tornato alla casa del Padre non basta a trattenermi le lacrime. Una preghiera per lui, per la sua grande famiglia e per tutti gli amici e colleghi di Tempi» (Alan Patarga)

«Ciao Luigi amico e combattente appassionato irriducibile e disinteressato. Ho pregato per te al santuario che amavi. Che la terra ti sia lieve» (Gian Micalessin)

«“Cercò la sua solita paura della morte e non la trovò. Dov’era? Ma quale morte? Non c’era nessuna paura, perché non c’era neanche la morte. Invece della morte c’era la luce” (Lev Tolstoj, “La morte di Ivan Il’ic”) #LuigiAmicone» (Gian Guido Vecchi)

«Te Deum laudamus per Luigino. Ce lo chiedevi, un grazie dell’anno trascorso per il tuo Tempi, costringendoci a trovare il buono nascosto e silenziato, il meno ovvio e banale. E Deum laudamus oggi per te, anche se strozza la gola il pensiero di quanto mancherai, quanto mancherà la tua irruente, appassionata testimonianza di fede. Che non può che essere cosí, irruente, appassionata, fantasiosa e dunque creativa, semplice e sapiente, generosa e astuta, coraggiosa e spiazzante. E un po’ matta, lo sai, buon Dio, sono i tuoi preferiti quelli che si giocano sempre, tutti interi, e sbagliano e fanno casino e proprio lí svelano miracoli, regalano luce e forza. Luigi ha coperto tante pavidità e ritrosie. C’era lui. Ha messo in campo l’energia e l’intelligenza che per nostro comodo avevamo dimenticato sempre di avere. Ha fatto a pugni con il becerume, la propaganda, di destra e sinistra, fregandosene delle etichette, anche quelle ingiuste appiccicategli da chi lo disprezzava o escludeva fingendo di non conoscerlo. Ha alzato la voce e i toni, bisticciato, ma sempre volendo bene, libero dalle ideologie e dagli schemi, e ha sempre servito e amato Cristo e la Sua Chiesa, anche quando ci stava stretto, come noi tutti. Ma lui la amava di più e si addolorava e gioiva di più. La scrittura, i giornali, la politica erano per questo amore, per questa decisione per l’esistenza, come aveva intuito don Giussani, che l’aveva prediletto, da sempre e sempre. Ora buon Dio, ti lodiamo col magone per non essergli stati abbastanza vicini, e neanche un po’ coraggiosi e certi come lui. Ma grazie perchè adesso, almeno adesso, non possiamo fingere di non averlo conosciuto. Un cuore grande pieno di ardore e baldanza, d’una giovinezza mai fiaccata. La vita è la realizzazione dei sogni della giovinezza, diceva Giovanni Paolo II. Luigino non li ha realizzati tutti, erano troppi, ma non ne ha mai smesso uno» (Monica Mondo)

«Luigi Amicone aveva un’intelligenza intensa e una passione ardente. Cattolico radicale, non la pensavo spesso come lui, ma ha animato tante volte il dibattito dei miei programmi del passato, mi stava molto simpatico e la notizia della sua morte improvvisa mi addolora assai» (Andrea Vianello)

«Addio a Luigi Amicone, amico, avversario, ragazzo vitale che ci ha affiancato con passione nella battaglia contro la barbarie dell’utero in affitto» (Marina Terragni)

«La sua passione, la sua/nostra storia, i bellissimi articoli sul Foglio le battaglie (anche quelle non condivise), la fede. Ciao Gigi» (Massimo Bernardini)

«Abbiamo saputo della morte di Luigi Amicone. Preghiamo per lui e per tutti voi che avete condiviso tanto con lui. Anche per Tempi, certamente. Un forte abbraccio» (Pablo Oriol)

«Luigi Amicone aveva un pessimismo gioioso, una capacità di stare dentro e fuori la realtà, una verve e un estro intellettuale e umano che ne faceva un animale raro nel giornalismo italiano. Mancherà tanto agli amici di Tempi che ha fondato e a chi lo ha conosciuto e stimato» (Giulio Meotti)

«Mi è capitato spesso di trovarmi a discutere con Luigi Amicone in qualche programma tv. Non eravamo quasi mai d’accordo ma ogni volta ne apprezzavo l’ironia, l’onestà intellettuale e lo sforzo sincero, mai narcisistico, di cogliere la logica delle opinioni altrui. Una rarità» (Stefano Cappellini)

«Apprendo, sgomento. Che la terra ti sia lieve, grande Gigi. E che le braccia del Padre ti accolgano nella Sua tenerezza infinita» (Maurizio Caverzan)

«A Luigi Amicone che mi ha insegnato tanto. Una delle ultime battute ce le siamo lanciate dopo il primo turno delle elezioni. Dopo una serie di botta e risposta al vetriolo delle nostre, gli avevo scritto: Comunque alla fine si torna al centro e vincete voi, maledetti democristiani. Lui aveva risposto con una parola: Provvidenza. Non aveva bisogno di aggiungere alcun faccino sorridente sardonico. Maledetto ciellino sui generis. Maledetto direttore sui generis. Amico. Ci presentarono un anno a La Thuile, in uno dei ritiri di cielle dove io ero la comunista ospite, incuriosita da quel movimento che, don Luigi Giussani ancora vivo, era limitante ridurre alla formula allora in voga “comunione e fatturazione”. Lui, Gigi, aveva appena finito un intervento applauditissimo. Io ero perplessa. Mi ritrovai in un gruppetto ristretto che lo osannava. Mi presentarono per quello che ero: nome, cognome e, in un tutt’uno, giornalista-di-radio-popolare, benché fossi lì in veste privata. Strabuzzò gli occhi come sua abitudine e col suo sorriso senza filtri mi chiese cosa ne pensassi, di quei matti lì. Risposi con una battuta alla quale pensavo di far seguire una riflessione più seria. Ma gli altri volevano parlare con lui, proseguendo i mille ragionamenti che aveva stimolato durante la sua conferenza. Non avevano tutti i torti. Li lasciai discutere, non ricordo l’argomento, ma alla fine lui mi chiese cosa ne pensassi, di quel loro punto di vista. Gli risposi stavolta sul serio senza perdere l’occasione di riprendere uno dei capi di cielle, a partire dalla critica al “loro” linguaggio e al suo a maggior ragione: finimmo a cenare parlando di parole, di verità o presunte tali, di fede e di laicità. Di da dove veniamo e dove andiamo. Per Gigi Amicone la prima risposta non bastava mai e nemmeno la seconda, bisognava andare sempre più a fondo. Sembrava un Ecce Bombo in salsa ciellina. Mi chiese di scrivere per il suo Tempi e me lo fece fare senza mai dirmi né cosa né come, senza mai spostarmi una virgola di nessun pezzo. Anzi, in una fase del dibattito politico in cui si era riacceso lo scontro sulla legge sull’aborto mi chiese di intervistare “come la intervisteresti tu” la ginecologa per eccellenza di cielle. Deglutii. Mi diedi un pizzicotto. Chiesi di spiegarsi meglio, di dichiarare il suo obiettivo: “nessuno, rispose. Voglio un’intervista tra due donne che stanno su fronti opposti, non voglio accarezzare e nemmeno trafiggere lo stomaco di nessuno: voglio solo un’intervista vera”. Presi appuntamento con la ginecologa e la raggiunsi in ospedale dove passai tutto il pomeriggio tra una chiamata urgente e l’altra in reparto. Tornai a casa a sera e iniziai a scrivere subito l’intervista. Quando finii avevo ancora addosso il peso di quella responsabilità, non sapevo se stessi sbagliando a evidenziare alcune cose anziché altre. No, non sto parlando di me, sto parlando di lui, della sua curiosità sconfinata, del suo attaccamento alla vita in tutte le sue forme, del suo non essere indifferente a niente e a nessuno. La scrissi e gliela inviai che ormai mancava poco alla deadline. Amicone non mi chiamò e la mattina in cui uscì il giornale, allora cartaceo, corsi in edicola: non aveva, nemmeno nel titolo, cambiato il senso di quel dialogo in cui la ginecologa di cielle mi diceva che no, la 194 non era da cambiare ma da applicare in tutta la sua completezza. Stavo pedalando ed ero in piazza Duomo quando mi squillò il cellulare: era lui impaziente come un bravo direttore di farmi complimenti sinceri; era incontenibile come un bambino pestifero che aveva ottenuto quello che voleva, desideroso di comunicarmi del putiferio di critiche feroci di alcuni suoi importanti lettori e sostenitori: lo diceva con quella sua risata piena, me lo immaginavo sulla sedia del suo ufficio con le gambe e i pugni che volteggiavano in aria, appagato da quell’aver scosso, ancora una volta, les bourgeois. Questo era Luigi Amicone, fino all’estremo fastidio che potesse talvolta provocare. Quando lo faceva provavo pena per i suoi interlocutori che sbagliavano registro. Scuotere il cervello era il fine delle sue a volte estreme polemiche, solo gli ottusi non lo hanno capito mai: non che lui da fervente cattolico – ma atipico – non credesse a quel che diceva, anzi lo credeva sempre, da cattolico e atipico, ma era allo stesso tempo pronto a misurarsi con la ragione degli altri che per lui era vitale. Amava la polemica quanto amava le persone, tutte. Perché non era un moralista ma un uomo libero. E soprattutto un giornalista libero. Prima dell’estate avevamo pranzato assieme: lui costernato per la deriva della sua parte politica e interessato al mio racconto sul Pride di pochi giorni prima, sulla composizione di quella piazza giovane, sulle loro parole d’ordine, sui loro interessi, sulla rappresentanza complessa dei diritti: ballavamo il tip tap sulle parole al ritmo di una dialettica degli opposti liberi. Pensava a cose belle da fare in futuro e rideva rideva rideva. Gli avevo confessato che per aver scritto per il suo Tempi, libera, una direttrice di sinistra non aveva voluto pubblicare un mio articolo sul Sudafrica: aveva fatto esplodere una risata breve e triste, non all’altezza delle sue invece così rotonde e piene di energia. Del Sudafrica mi aveva fatto scrivere tanto, se ne era innamorato, era venuto a una bellissima cena milanese in cui attraverso i piatti tradizionali cucinati da una cara amica chef avevamo raccontato la storia della Nazione Arcobaleno: ci saremmo dovuti vedere a breve per parlarne con una delle figlie che stava organizzando un viaggio là. E invece stamane guardavo la nostra chat e provavo a immaginare il dolore di chi aveva in mano il tuo cellulare che risultava online. E invece tu non ci sei più a stimolarci amaramente sotto la frusta delle provocazioni e di quel bellissimo sorriso. Ma come ha detto stamane un’amica più giovane ma più saggia di me – che me ne stavo lì a piangere come ora mentre scrivo – che fortuna, però, la tua amicizia» (Lorella Beretta)

«È morto nella notte il mio caro amico Luigi Amicone per un infarto. Volle dedicarmi una copertina di Tempi in cui mi descrisse come un “pericolo pubblico”. Discutevamo molto, qualche volta in tv ci capitò pure di litigare. Ma Luigi ci credeva. Dio, se ci credeva. Ai colleghi di Tempi, a Comunione e Liberazione cui era da sempre legato, al mondo dei cattolici impegnati in politica negletti perché non di sinistra mancherà moltissimo il suo acume. A me mancheranno il suo vigore umano e la sua schiettezza, che sono i pilastri su cui si basa l’amicizia» (Mario Adinolfi)

«Che notizia terrificante. Scopro adesso che Luigi Amicone se n’è andato nella notte. Aveva appena 65 anni. Sono frastornato e allibito. Mi sono battibeccato per anni con lui. Per anni. Prim’ancora che passassi al Fatto Quotidiano, e parlo dunque degli anni del blog di Micromega (2009/10), avevo preso di mira Amicone per le sue posizioni oltremodo teocon. Lo avevo reso un tormentone, un po’ come il povero Nardella sotto il renzismo. Amicone, su certi temi, era una sorta di “Adinolfi colto” e simpatico. Comunione e Liberazione, Forza Italia. Lontanissimo da me e immagino da molti di voi. Quando parlava di eutanasia, di aborto, di diritti civili mi faceva incavolare da morire. E allora lo “colpivo” con la satira. Quando poi ci incrociammo dal vivo in tivù, anni dopo, mi disse che si divertiva a leggermi (come Nardella). La sua autoironia, rarissima nel mondo politico e giornalistico, mi colpì molto. Era spesso insopportabile sul piano politico e gradevolissimo come persona. L’avversario ideale. Negli ultimi anni, benché giovane, era un po’ uscito dai radar tivù (l’apice mediatico lo raggiunse durante gli anni del bunga bunga, dove si ostinava a difendere l’indifendibile). È quindi probabile che gli under 35 lo conoscano di meno. Ho appreso della sua morte da Gad Lerner, che lo conosceva molto bene, ci ha litigato per decenni e adesso lo piange come si piange un amico. E le parole di Gad dicono tutto. È una notizia terribile. Fai buon viaggio, Luigi. Ti auguro di trovare, adesso, quel che eri certo di trovare» (Andrea Scanzi)

«Luigi Amicone è stato per me un avversario appassionato ma gentile con il quale ci siamo sempre voluti bene. Oggi lo piango insieme ai suoi familiari e alla sua comunità di fede» (Gad Lerner)

«Non ti si poteva essere indifferenti caro Luigi, molti li facevi arrabbiare, molti ti amavamo (fra questo io, benché una volta mi dicesti che ero ingrassata, che infatti era vero). Chissà adesso che festa in cielo» (Costanza Miriano)

«Quella volta che in redazione mi disse guardando il mio anello col teschio: “Ma Betta perché ti metti questo simbolo di morte sulla mano? Tu sei vita non morte”. Ricordo che era proprio tornato indietro mentre andava nel suo ufficio apposta per dirmelo perché era giorni che lo notava. Ma come si fa a parlare di Gigi al passato?» (Betta)

«Mi è giunta la tristissima notizia. Gigi era un amico insostituibile, una voce libera e fiera. Lascia un terribile vuoto. Un grande abbraccio a tutti voi, alla moglie, ai figli» (Angelo Guerini)

«Mi manca già» (Marco Cobianchi)

«Una grande e bella persona e una grande penna, arguta e mai banale. Non dimenticherò il suo intervento alla presentazione di un mio libro, al Centro Rosetum a Milano. Ci mancherà. RIP» (Luca del Pozzo)

«Ho frequentato poco Luigi Amicone: in occasione di una sua intervista sulle opere di carità che avevo realizzato a Milano, qualche pezzo da me proposto a Tempi, una cena con le rispettive mogli. Eppure l’ho presente come un fratello con cui si è cresciuti insieme. Non è un modo di dire: entrambi, in circostanze diverse, eravamo “venuti su” con don Giussani. Educati e allevati, in una compagnia fisica durata decenni che attraversava tutto l’umano: i giudizi pubblici, le opere, la politica, fino al dettaglio – decisivo come il resto – degli “avvisi” al termine degli incontri… Insomma, Luigi era – come me – un testimone degli inizi e viveva ancorato alla sua storia di “scelto” da don Giussani: aveva visto, toccato e vissuto il “carisma”. E quindi, fino all’ultimo, ha vissuto per cambiare se stesso ed il mondo, senza curarsi degli esegeti – presenti e presunti – delle priorità tra fede ed opere, parole ed azione. “Io sono Tu che mi fai”, ripeteva don Giussani. E quindi la domanda “C’è speranza?” non si poneva. Certo, che c’è speranza. Di più: c’è Cristo, risposta ad ogni domanda. Ecco, Luigi guardava tutti con questa certezza. Mi torna alla mente questa frase di Andrej Tarkovskij: “Lo sai bene: non ti riesce qualcosa, sei stanco e non ce la fai più. E d’un tratto incontri nella folla lo sguardo di qualcuno – uno sguardo umano – ed è come se ti fossi accostato a un divino nascosto. E tutto diventa improvvisamente più semplice”. Che Dio ci aiuti a vivere senza un testimone così» (Valter Izzo)

«Una notizia che lascia senza parole, disarma. Riduce al silenzio e alla preghiera. Soprattutto quando a salire in Cielo, convocato all’improvviso, è un amico con il quale avresti dovuto parlare l’indomani. Ricordo Luigi Amicone nel nostro incontro: sapeva valorizzare le persone, cogliendone il bello che erano capaci di portare nel mondo. Mi sollecitò più volte a scrivere su Tempi, a contribuire a questo canale portavoce di verità al quale era tanto affezionato poiché affezionato alla Verità tutta. Da ultimo mi lanciò l’idea di scrivere sul pensiero di don Giussani, qualcosa che aveva in mente, ricordo il “tu potresti farlo!”, un invito a mo’ di esortazione come erano i suoi inviti, gentili e curiosi, intravedendo chissaché, qualcosa che avremmo dovuto discutere insieme e che ora ti porti lassù. Grazie per le tue battaglie e per la tua amicizia» (Elisa)

«Cari amici di Tempi! Che commozione, che sconforto, che disperazione. Caro Luigi, veglia su di noi: ne abbiamo un gran bisogno!!! Prega per tutti, anche per quelli che non credono (ma questo, sono sicuro, già lo facevi….). Requiescat in pace» (Riccardo Dietrich)

«Nella scuola statale don Luigi Giussani con i suoi interventi sulla libertà di informazione ci comunicava con passione che se l’informazione è ridotta ad impresa e distoglie dalla realtà allora “il focus educativo sta nel recupero dell’umanità della persona che incontra la verità nella concretezza della vita”. Grazie Luigi, nella scuola statale ci hai parlato di Cuore e Mistero, dimensioni dell’educare» (Agnese Ivana Sandrin)

«Andavo ancora al Liceo quando un giorno comprai Il Giornale in edicola (non ricordo perché visto che, all’epoca, compravo solo Il Foglio) e vi trovai allegato un numero di Tempi. Stavo per buttarlo pensando fosse la solita fregnaccia di moda e costume. Sfogliai le prime pagine per pietà, e così conobbi il nome, la firma, il “segno” di Luigi Amicone. Da giovanissimo cattolico nella trincea di un liceo borghese zeppo di anticlericali radical-chic (il Giulio Cesare di Roma), Amicone iniziò inconsapevolmente a regalarmi argomenti, prospettive, attitudini per vivere – bene – l’essere “nel” ma non “del” mondo. Non posso escluderlo dalle persone che hanno ispirato il mio successivo impegno pubblico per la vita, la famiglia, la libertà educativa, l’uomo stesso e questo “immenso, impossibile universo che ci fissa in volto” (GKC). Il Vangelo di oggi ci esorta a farci trovare “svegli” dal padrone che può tornare anche a notte fonda. In questa notte fonda e buia, il Signore ha trovato Luigi Amicone più sveglio che mai, all’alba di un nuovo giorno, senza tramonto» (Filippo Savarese)

«Cari Amici, solo ora riesco a realizzare che Gigi se n’è andato davvero. Dopo averlo letto sempre sulla vostra splendida rivista, un giorno gli scrissi una lettera e me la pubblicò, ma volle telefonarmi per capire meglio ciò che gli raccontavo. Da allora è nato un rapporto di amicizia che non si è mai spento. Nel 2018 organizzai un incontro per dargli una mano dato che si era candidato alle elezioni politiche in Emilia-Romagna. Ci conoscemmo di persona, poi lo portai a cena fuori e parlammo di tutto. Lui non venne eletto ma l’amicizia restò per sempre. Posso solo ringraziare di averlo potuto conoscere in una occasione così particolare come quella. A Dio, Gigi» (Giovanni B. Barillà)

«Ho appena saputo della morte di Luigi Amicone. Un forte abbraccio a tutti voi. Dio vi benedica. Lui sta già nella gioia. Qualcuno qui a cena ha detto che era uno che ha fatto mille battaglie e le ha perse tutte: non saprei dire meglio che cosa sia il temperamento e la vita cristiana (è la tesi di un libro che io stimo tanto di Fabrice Hadjadj: Farcela con la morte. Anti-metodo per vivere”)» (Jesús de Alba)

«Un altro amico, testimone, fratello, padre, della mia vita se ne va…passa la sua vita terrena, ma non passa ciò che ci ha fatti incontrare e ciò che ci ha fatti permanere. Da giovane universitario ne ho seguito l’impeto battagliero, da giovane adulto ne ho sempre invidiato la radicalità e la disponibilità a lasciarsi sempre guidare da un altro! Ora in un qualche modo ne invidio la sua ultima destinazione! Non potrò più scrivergli come facevo ogni settimana da quando avevo saputo del suo tumore, non potrò più vederlo arrivare per ultimo con gli ultimi a riconsegnare la statua della Madonna al Suo Santuario di Loreto insieme ai suoi “amici di Zaccheo”. Oggi vorrei piangere, vorrei non avere impegni che mi obbligano a indossare la maschera dell’indifferenza, vorrei avere il tempo per piangere questo grande amico che va verso la sua meta! Mi resta semplicemente un grazie, un grazie nella voce e nel cuore, un grazie perché proprio a me è stata fatta la grazia di incontrarlo e di conoscerlo, perché lui mi ha preferito e sempre voluto bene, mi ha sempre avuto presente. Ecco proprio oggi che sentivo una certa lontananza, una certa distanza, una certa estraneità, in modo misterioso Lui ancora una volta mi sorprende con la Sua risposta!» (Andrea Mondini)

«Luigi Amicone non si annovera tra i tanti che hanno diretto un giornale, ma tra i pochi che un giornale lo hanno pensato. Eppure la sua non è stata pura intuizione di un genio individuale, ma il flusso di una storia e di un popolo che ha saputo tradurre con creatività» (Pino Suriano)

«Credo che ci siamo conosciuti a un Meeting di Rimini, sta di fatto che Luigi non mi ha più “mollato” come fanno le persone vere. Quando scrissi un libro sul Paradiso (per ricordare le cose vive che la Scrittura dice in proposito) mi telefonò e mi propose di collaborare a Tempi con una rubrica che lui battezzò: Cartoline dal Paradiso. Nome azzeccato e rubrica, almeno per me, fortunata. Ne sono usciti due libri di raccolte per le edizioni Ares e la pubblicazione continua. Ormai saranno circa otto anni. Quando presentai un altro libro a Milano lui fu subito disponibile e partecipò autorevolmente e simpaticamente come al solito. Quello che conta per me è il suo stile, da vero amico sorridente, intraprendente, sempre aperto al nuovo e al positivo. Manca alla sua famiglia e a tutti noi ma ringrazio Dio di averlo conosciuto e Gli chiedo di sfornare altri uomini così…» (Pippo Corigliano)

«Volevo manifestarvi il mio dolore per la scomparsa del nostro caro Luigi. Una grande perdita» (Massimiliano Casto)

«Ci lascia un giornalista bravo e sempre “sul pezzo”. Un collega libero e coraggioso». Così il Movimento Liberi Giornalisti, componente presente con propri rappresentanti nei Consigli dell’Ordine dei Giornalisti, della FNSI, dell’ALG, dell’INPGI e della Casagit, esprime le condoglianze alla famiglia di Luigi Amicone e ai colleghi della redazione di Tempi. «Colleghi che proprio grazie alla passione e all’intraprendenza di Luigi hanno imparato a fare il nostro mestiere con la schiena dritta» (Giuseppe Gallizzi, a nome del Movimento Liberi Giornalisti)

«Ho conosciuto Luigi Amicone al Liceo Cremona di Milano, tra il 1982 e il 1987. È stato il mio Professore di Religione. Ho detestato il Prof. Amicone, rappresentante di quel mondo – CL – così lontano da me. Non lo sopportavo. Era provocatorio, ironico, determinato, schietto: tutte qualità che un adolescente in piena crisi non coglie, anteponendo al proprio giudizio tutti i pregiudizi che derivano dalla mera appartenenza ad un gruppo percepito come ostile. Non gli ho permesso di aprirmi la mente, di obbligarmi al confronto dialettico, a rinunciare a stereotipi e preconcetti: ho perso, dunque, una buona occasione per crescere. Però gli devo un grandissimo favore. Mi ha fatto conoscere quello che, poi, è diventato (e lo è tuttora) il libro che più di altri ha segnato la mia esistenza, o quanto meno la mia esperienza di lettore curioso e sognatore: “Il maestro e Margherita” di Michail Bulgakov. E ancora oggi non so se questo dono mi faccia sentire di più Woland o il Maestro» (Quirino Camerlengo)

«Ciao Emanuele, leggo con profondo dispiacere della morte di Amicone. Non lo conoscevo personalmente ma ho apprezzato i suoi scritti. Rivolgo un pensiero affettuoso a te e a tutti quanti hanno coltivato con lui l’amicizia e l’appartenenza al progetto (di vita prima che del giornale)» (Matteo Brogi)

«Mi dispiace proprio per Luigi Amicone: una roccia!» (Carlo Costalli)

«Ho appena saputo di Gigi. Non ci posso credere. Impossibile. Un abbraccio forte a tutta la sua famiglia e alla sua famiglia giornalista» (Marco Lombardi)

«L’improvvisa morte di Gigi mi ha spiazzato. L’ho appena appresa e subito mi ritrovo scavato un vuoto dentro. La sua umanità sorridente e battagliera, sempre in prima linea, mi era punto di riferimento. Un uomo buono, impulsivo e indomito quando erano in gioco il bene e la verità… praticamente sempre in questi tempi inquieti e desolati. Già mi manca tantissimo, ma nella fede lo vedo contento, arrivato dritto alla meta a cui anche io aspiro. Un abbraccio forte a tutti coloro che lo piangono. Non conosco i famigliari, ma chiedo alla Madonna che li avvolga nel suo manto materno e pieno di consolazione. E chiedo a Gigi di pregare da subito per loro, per noi, per chi rimane. Già lo starà facendo, gettando il sorriso e il cuore oltre l’ostacolo, come sempre» (Riccardo Caniato)

«È morto “l’ultimo dei mohicani”. Ero stato a sentire incontro a Recanati il 2 ottobre. Grande amico» (José Berdini)

«Ciao Gigi, amico di sempre, sempre giovane e leale, il tuo orizzonte era il mondo e il tuo cuore mai tranquillo» (Cinzia e Tonino Saladino)

«Caro Gigi, rileggere, il giorno della tua scomparsa, le parole che hai rivolto a mio fratello Umberto dopo la sua morte, mi fa un certo effetto. Sì, perché le ho sempre guardate con una certa commozione, pensando a quanto fosse per te esperienza viva questa intuizione del significato della vita umana, che “bisogna vivere per l’Eterno”, che “è per questo che stiamo insieme”, pur non avendo ancora attraversato “il pungiglione della morte”. E “l’ultima prova” è sopraggiunta per te, che hai sempre vegliato, proprio oggi, nell’anniversario della dipartita dell’amato don Giorgio Pontiggia, un altro padre amico, insieme a te, del nostro caro Umbi. Grazie per la tua amicizia e, volendo citare le tue stesse parole, “grazie per la carità che ci hai fatto amico, vivendo fino all’ultimo respiro ciò che anche noi abbiamo visto, toccato e annunciato a voi: l’inizio gioioso e continuo della vita sgorgante dalla persona di Gesù Cristo, che ci conduce fino al livello più confidenziale e glorioso del Mistero che è Dio nostro Padre. Grazie, e adesso che sei lì con Flannery, continua a farci la carità, come ha scritto lei, questa azione per cui la carità cresce invisibile in mezzo a noi, intrecciando i vivi e i morti, chiamata dalla Chiesa la Comunità dei Santi”. Grazie amico #LuigiAmicone» (Silvia Motta)

«Siete nelle nostre preghiere, perché rimanga in noi un briciolo della sua combattività. Un caro abbraccio» (Federico Pendin)

«Un dolore immenso ed una speranza grande. Ha lasciato questa terra Luigi Amicone, insostituibile amico di tante battaglie e di tante condivisioni. Ora che, insieme al don Gius, vede direttamente la verità che ha sempre cercato ci aiuti ad avere la sua libertà» (Peppino Zola)

«Mentre in classe racconto le gesta di Sir Thomas More, dal cellulare dimenticato senza “mute” parte un wapp che mi trafigge il cuore: è morto Luigi Amicone.“Prof! Che le succede professore??”. “È successo che chi ha creduto in me più di mio padre, da stanotte non c’è più. Era un cattolico purissimo, coraggioso e insieme goliardico”. “Proprio come Tommaso Moro allora…”. Bravi, come lui”» (Valerio Pece)

«È con profondo dolore che mi giunge la notizia della scomparsa di Luigi Amicone. Certamente la fede, di cui lui è stato aperto testimone, ci fa vedere Luigi nella luce e nella gioia del Risorto. Ma ugualmente il dolore è grande e il vuoto enorme. Ho conosciuto Luigi Amicone per caso, quando era direttore di Tempi. Mi arriva una sua mail, per me memorabile, nel 2014: “Credo che tu abbia delle cose da dire sulla scuola…Perché non ‘vuoti il sacco’? Avresti questo coraggio?”. Una sfida, ma anche un invito, che ho colto immediatamente. Ne è nata una sincera amicizia, una ricerca per la libertà di scelta educativa, per l’autonomia della scuola, per il pluralismo nell’ambito della formazione. “Lasciateci andare in giro nudi, ma liberi di educare”, scriveva. L’ho sempre sentito solidale nella certezza che autonomia, parità e libertà di scelta educativa si giocavano sui costi standard di sostenibilità per allievo. Per primo ci ha creduto e dedicò una copertina, quella di Tempi, all’1,7 miliardi di euro che lo Stato risparmiava per la presenza delle scuole paritarie. Andammo insieme al Ministero dalla Ministra Giannini per presentare la questione. Lo ricordo non soltanto come uomo di cultura, umile, giornalista di frontiera, capace di dare la parola agli sconosciuti, capace di credere in ciò che era insperabile, perché non “politicamente corretto”, non adagiato sul consenso dei più. Luigi è stato anche un maestro della libertà di espressione, che per lui era anzitutto un dovere, prima che un diritto, un servire la società, un tenace, fermo desiderio di risolvere i problemi. La questione che ci stava a cuore della libertà, dell’autonomia, della parità scolastica doveva essere risolta, oltre ogni dissertazione, incontro e tavola rotonda. Amicone era capace di arrivare al cuore del problema per risolverlo. La stampa per lui non era un diletto, una pagina da riempire, ma un servizio alla verità. L’ho conosciuto come un guerriero nei confronti delle proprie vicende umane; ne ho sempre ammirato la vivace intelligenza, il coraggio di farsi… perseguitare da questa suora che già nel 2014 gli diceva: “Aiutami, perché anche i poveri possano scegliere, aiutami a realizzare quello che don Giussani, don Milani, i grandi fondatori avevano desiderato!”. Il giornalismo, la società, la scuola perdono certamente una voce libera e retta. Non era uomo che potesse cedere alla libertà di pensiero, perché è sempre stata sua ferma convinzione che la cultura rende liberi. Quello che ha raccontato, i suoi scritti, il suo esempio saranno eterni attraverso coloro che lo hanno conosciuto e stimato. Non si vive e non si muore per se stessi: Luigi Amicone è stato un luminoso esempio di padre, marito, professionista che, pur appartenendo ad un sistema, a un gruppo, ad un mondo culturale e umano, ha saputo allargare lo sguardo per cogliere il Vero, il Buono e il Bello e per condividerli con sincerità e generosità. Che il suo spirito buono continui a sostenere le nostre battaglie di verità e di libertà» (suor Anna Monia Alfieri)

«Di Luigi ricordo con simpatia il periodo dell’esperimento di Kakkomatto e di quel gruppo di veri “matti” della Cattolica. L’ho conosciuto appena, mio fratello era suo compagno di corso, ma l’ho sempre stimato e seguito nelle sue battaglie. Dopo tantissimi anni, l’ho incrociato all’uscita da una conferenza di cui era relatore, mi ha riconosciuto, Dio solo sa come, mi ha salutato calorosamente e pur di fretta abbiamo avuto il tempo di scambiare due parole. Lui era così, non dimenticava. Ci mancherai Luigi!» (Antonio)

«Lele, che dolore la notizia della morte di Amicone, tutti noi vogliamo mandarti un abbraccio. Ora anche il tuo Tempi ha un santo in paradiso» (Gianluca)

«”Sei forte! Vai avanti! Ma ricorda: un buon politico legge Tempi di buon mattino”. Ciao Luigi, avrei voluto incontrarti qualche altra volta per raccontarti come vanno le cose, ma Qualcuno ha deciso che sei più utile in cielo ed io sono sicuro che oggi abbiamo tutti un amico in più che ci guarderà dall’alto! Ciao amico(ne) mio!» (Leonardo)

«”Che don Giussani, il suo amico e maestro, che aveva per lo spirito libero e gioviale di Amicone una predilezione, ci guidi in questo momento di smarrimento, ricordandoci di confidare sempre in quel Destino al cui cospetto si trova ora il nostro carissimo amico Gigi”. Lo chiedo con voi e per voi. Un abbraccio grande» (Giuditta)

«La sua passione per la ricerca della Verità, la sua incessante ricerca della libertà, il suo entusiasmo, la sua capacità di dire, hanno segnato gli anni della mia giovinezza ed hanno accompagnato gli anni della maturità.
Pur nel dolore della sua immatura scomparsa, Sono piena di gratitudine per averlo conosciuto e sono certa che la sua anima “forte e gentile” troverà pace» (Nicoletta)

«Immagino la vostra tristezza per Luigi. Sono con voi e penso a quanto lui vi sosterrà nel luogo dove siete già preferiti. Un abbraccio» (Chiara)

«Ho saputo solo ora della scomparsa di Amicone. Preghiamo per lui e per la sua famiglia e per voi amici e colleghi» (Matteo)

«Spett.le Redazione di Tempi, abbiamo invitato molto di recente Luigino a tenere una conferenza a Recanati sul tema “A cosa serve la libertà assoluta se è incatenata a un’emozione”? È stato il 2 ottobre scorso, e forse è stato il suo ultimo intervento pubblico… Ed è venuto con sua moglie Annalena, proprio il giorno del compleanno di lei. Dopo due giorni, il 4, sarebbe stato invece il compleanno di lui. Ha voluto visitare i luoghi leopardiani, naturalmente, e facendo il giro assieme a noi del Colle dell’Infinito. Ha anche voluto vedere il bar della Piazza centrale di Recanati perché si ricordava di quando venne a Recanati accompagnando don Giussani per una conferenza all’Aula Magna del Comune: era il 29 settembre 1982. Ci ha ricordato commosso che il Gius volle andare al bar per prendere un bicchiere di latte perché emozionato al pensiero della conferenza… Quel giorno del 2 ottobre scorso, Luigino si guardava intorno con lo sguardo semplice di un bambino, come a voler cogliere ancora una volta le emozioni vissute allora in quei luoghi stando insieme al suo – e al nostro – padre spirituale. Ha soggiornato a Loreto, tra il 2 e il 3 ottobre, volendo partecipare ad una delle messe celebrate in Basilica. Vogliamo quindi esprimere il nostro più sentito cordoglio per l’improvvisa, e incredibile al solo pensiero, scomparsa di Luigino, condividendo il dolore -che immaginiamo enorme- della moglie Annalena. Allego anche ciò che ci ha scritto don Roberto Zorzolo, il parroco che loro hanno conosciuto nella chiesa di Sant’Agostino la sera del 2 ottobre scorso in occasione della conferenza: “Le vie di Dio sono un mistero! Viene a Recanati per tenere una conferenza sulla libertà e visitare Leopardi, va a Loreto dove desidera festeggiare gli anniversari, e 15 giorni dopo è nella libertà dell’Assoluto”. Non aggiungiamo altro… Non occorre… Solo che, di sicuro, pregheremo tanto per lui – certi che riposa già nelle braccia del Padre -, e per tutta la sua famiglia» (Giuseppe Luppino e Edvige Caldarini)

«Grazie al Luigi Amicone, perché con la sua esistenza appassionata e sempre alla ricerca del Vero è stato per me e i miai amici un riferimento ed un fattore di crescita umana e spirituale. Ci mancherà il tuo acume, le tue riflessioni la tua ironia e la tua fede. Ciao Gigi!» (Piero Malorgio e gli amici di Supersano)

«Vi esprimo il grande dolore mio e della mia famiglia per la scomparsa di Luigi. Luigi ed il suo spirito anarco-resurezionalista ci mancheranno moltissimo. Vi chiedo la cortesia si trasmettere alla famiglia le nostre condoglianze» (Gianni Vigogna e Silvana Morri)

«Caro Emanuele, consentimi di esprimere a te, alla famiglia e a tutta la redazione di Tempi tutto il mio sconcerto e la mia preghiera per l’improvvisa morte di Luigi. Ma noi sappiamo che questa brutta bestia della morte non è l’ultima parola del nostro Destino» (Carlo)

«Di Sardegna e di muri, di Calabria e di ulivi. E di politica e di amministrazione. Il fratello maggiore che ho avuto il pochi (eterni) frammenti di vita. A Dio, Direttore» (Carmelo)

«Ho appena letto la notizia di Gigi. Ci conoscevamo da Gs (faceva il Molinari e il abitavo vicino) e poi Clu insieme. Ci mancherà tantissimo. Che mistero che il Signore se lo sia già preso con sé. Insieme a Enzo Piccinini proteggeranno il nostro cammino, con la loro santità e il loro chiaro giudizio, merce diventata molto rara tra noi, purtroppo» (Chiara)

«Luigi e gli amici di Tempi hanno modellato anche la mia vita e mi hanno tenuto sveglio in un mondo che ci vuole sonnolenti e apatici. Fin dal primo numero di Tempi. Ora rimane la sua eredità. Con un abbraccio alla sua famiglia e a tutti gli amici del giornale, vi invito a ringraziare Dio per il dono della sua vita. Te Deum laudamus» (Paolo)

«Leggendo ammirato su Tempi on line il mirabile florilegio di lettere ad memoriam di Luigino Amicone e amico per le tante mie letture dei Suoi editoriali, adesso qualcuno gli rende anche l’onore delle armi da antico avversario di un altissimo, indomabile guerriero, ho ripensato al film capolavoro di Milos Forman Amadeus laddove uno sconosciuto che poi è Salieri, accanito avversario, commissiona a Mozart, con pagamento in moneta sonante anticipata, una Messa cantata per solisti e orchestra per il padre morto del genio prodigioso che l’avrebbe meritata ma che nessuno gli ha dedicato. Ebbene Luigi Amicone merita totalmente la Messa che si sta componendo ed eseguendo in Sua memoria per gratitudine e affezione a un uomo formidabile, i solisti in primis Don Carron e Giuliano Ferrara, eppoi il coro dai più noti agli sconosciuti non meno significativi. Gigi merita questa Messa, quest’opera orchestrale, armonica e sinfonica che in vita non ha mai ricevuto, dimenticanza condita da dolorose ingratitudini. Ma il tempo è onesto e questo unanime e trasversale riconoscimento del Suo valore umano e giornalistico giunge alfine; ma la mia riconoscenza per la Sua penna sensazionale l’ha avuta sin dall’inizio del Suo cimento» (Giovanni)

«Apprendo ora la triste notizia…e mi mancano le parole. Non trovo di meglio che scrivere alla tua redazione, alla tua creatura che ci ha fatto incontrare in un momento triste della sanità milanese. Con la tua forza e determinazione sei stato al fianco di chi non aveva possibilità di farsi sentire e hai messo in gioco te stesso in quello che credevi. E hai pagato quella tua voglia di non lasciare andare… Siamo diventati amici in momenti difficili e questa amicizia la porto con me. Ciao Luigi» (Francesco)

«Sono una vostra lettrice di Bologna e ho scoperto al Meeting di rimini il volto di Luigi Amicone tanti anni fa, è un brutto colpo sapere che lui non c’è più. Ma sono convinta che le sue interviste e i suoi articoli di giornale rimangono sempre per ricordare a tutti noi la sua passione per l’uomo, per le persone e che siamo stati creati da Cristo per un amore grande. Grazie Luigi» (Elisabetta)

«Che dolore! Grande amico. Era venuto invitato da noi all’Università di Chieti. Lo abbiamo gustato tantissimo noi giovani universitari che in lui vedevamo il ciellino adulto che lottava per le verità che noi iniziavamo a conoscere. Personalmente mi ha trasmesso questo, essere in lotta» (Zhirajr)

«Mi ha colpito molto la notizia della prematura scomparsa del Direttore storico di Tempi, Luigi Amicone, persona che ho avuto modo di conoscere, per un veloce scambio di battute, in occasione di una conferenza per il referendum sulla fecondazione assistita. Con ciò sembra prevalere anche la nostalgia del ricordo di certe battaglie, che implicano una scelta di campo senza condizioni. Lasciandolo ora nelle mani della misericordia del Dio che è Presenza, come ha avuto modo di conoscere grazie a don Luigi Giussani, porgo le più sentite condoglianze ai familiari, alla redazione e ai collaboratori, il tutto nella speranza cristiana che non delude» (Marco)

«Carissimi, ho ricevuto come fulmine nel sereno la ferale notizia della perdita dell’Amico Luigi, mai conosciuto personalmente, ma stimato, apprezzato, amato dai tempi del Sabato e poi con Voi tutti nella vicenda perigliosa di Tempi. Non mi dilungo sulla Sua personalità, sul Suo credere nelle battaglie portate avanti, sostenute da quella Fede acquisita all’ombra del Gius, ci saranno altri più bravi di me a ricordarlo per le Sue parole e per i rapporti con tutti. Un grosso abbraccio a tutti Voi unendomi con l’anima al Vostro dolore per una ‘si grande perdita» (Sergio)

«Mi dispiace per la morte di Amicone, che conoscevo dall’Università» (Mauro)

«Che dolore la morte di Luigi Amicone. Penso alla sua famiglia, a tutti voi, famiglia di Tempi, da tutti noi che vi seguiamo da tanto tempo. Che dolore» (Paola)

«Un abbraccio forte, Luigi, nel ricordo di una sera meravigliosa trascorsa a San Benedetto a parlare dell’Eterno qui e ora. Era di venerdì, era in Quaresima, e abbiamo mangiato pesce. Sei forte, ti voglio bene» (Stefano)

«Mi unisco nella preghiera e nel ricordo, pieno di riconoscenza, per Luigi Amicone, che con coraggio cristiano ha saputo combattere la buona battaglia ed è tornato prematuramente alla casa del Padre. È stato uomo di pensiero e di azione, profondamente radicato in una fede viva, generoso nel suo impegno intellettuale e politico, mai stanco di combattere con gli idoli del momento, fedele alla lezione di due giganti come Charles Péguy e Luigi Giussani. Mi ha insegnato, già nei cupi anni Novanta, che un altro giornalismo è possibile, che si può essere al servizio della Verità anche alla tastiera di un computer. “Che tutto non finisca mai fra noi”: questa è la gioia che da oggi potrai vivere nella luce del Padre» (Filippo)

«Carissimi, la scomparsa di Luigi Amicone mi ha lasciato senza fiato. Non ho avuto la fortuna di conoscerLo personalmente, ma ho sempre apprezzato e condiviso il Suoi interventi e articoli, mai banali, mai scontati. Un uomo vero, un vero cristiano. Che il Signore che fa tutte le cose Lo accolga nella Sua Pace Eterna. Un sincero abbraccio alla moglie, ai figli e a tutta la redazione di Tempi, che la Madonna Santissima vi protegga sempre» (Aldo)

«Condoglianze per la morte di Luigi. Anche con lui scambiavo, quando era il Direttore parecchie email. Ne aveva anche pubblicate. Un abbraccio a tutta la redazione a alla sua famiglia» (Mauro)

«Gigi, audace e generoso, ironico e coraggioso. Sempre coerente, sempre amico. Sono qui stordita. Lo penso già al lavoro per noi tutti in un’Impresa che profuma di gioia e di eternità. Pater noster, fiat voluntas tua» (Carla)

«Esprimo la mia vicinanza alla famiglia e a Tempi per la perdita di Luigi Amicone. Gli sono grata per avermi aiutato, attraverso la rivista e i vari interventi, a mantenere alto il livello di giudizio sulla realtà rafforzando la mia fede. Dalla stima all’affetto ed ora alla preghiera, perchè nella comunione dei santi col Giuss si ricordi di noi» (Ileana)

«Con profondo dolore abbiamo appreso della morte del vostro amato Luigi. Da semplici abbonati del vostro bellissimo mensile, ci uniamo alla preghiera che, siamo certi, porterà conforto ad Annalena ed ai suoi figli. Ci stringiamo a voi in questa dolorosa circostanza» (Stefania)

«Carissimi, non conoscevo Amicone personalmente, ma ho sempre ammirato la sua personalità e i suoi scritti. In questo giorno mi stupisce in particolar modo una coincidenza: Luigi se n’è andato nell’anniversario di morte di don Giorgio Pontiggia, proprio colui attraverso il quale Dio ha afferrato il vostro caro amico. È proprio vero che il Signore non fa mai le cose a caso. Mi stringo a voi nel dolore, un’appassionata lettrice» (Francesca)

«Nel leggere che è passato oltre Luigi Amicone, fondatore di CL e direttore del settimanale Tempi, mi è tornato alla mente Empireo, il primo campo di Gioventù Nazionale a cui ho partecipato nel 2017 e che lo vedeva protagonista di un interessante dibattito su “I valori della gioventù nel mondo liquido”. Di lui – da cui pure mi separavano tante idee – ricordo la lucidità e la coerenza nel difendere quegli Eterni valori di sacralità della vita che anche per me, oggi, sono un faro imprescindibile. L’Italia oggi ha perso un punto di riferimento. Luigi ora è nell’Empireo. Buon viaggio» (Matteo)

«Volevo comunicare la mia vicinanza con la preghiera per la perdita di Luigi. Ho conosciuto Luigi quando era insegnante al Cremona a meta anni 80 e mi ha sempre colpito per il giudizio ed il suo essere impavido nelle sue spiegazioni nell’affrontare le assemblee studentesche. Ho seguito poi i suoi articoli prima sul Sabato e poi su Tempi ed è sempre stato fuori dagli “schemi”. Un nuovo abbonato» (Marcello)

«Sto ascoltando don Roberto Gottardo parlare a Radio Maria del “carisma”, e di don Giussani e del cammino di comunione… e non riesco a togliermi dalla mente Luigi Amicone e di come debba a lui, alla sua creatura Tempi, aver conosciuto il Gius, la spiritualità del “movimento”, incarnata nei tanti protagonisti (Marina Corradi, Padre Aldo Trento) delle pagine della rivista. E il ricordo corre al mio padre spirituale, ora in cielo, don Giovanni Sammarco, che mi ha fatto “vedere” con gli occhi Cristo in terra e che, alla veneranda età di novant’anni, andava matto per Luigi, per le sue fiere battagliate televisive, per il coraggio controcorrente della rivista al punto da aspettare trepidante ogni nuovo numero in edicola. Caro Luigi, rendo lode a Dio e ti ringrazio per aver permesso, con la tua vita, ad un giovane confinato nel “sud del sud dei santi” di sentirsi parte di un popolo pensante» (Marco)

«Ho appreso con sgomento la notizia della scomparsa di Luigi. Non ci siamo mai incontrati di persona, ma ho sempre letto i suoi articoli volentieri. La sua profondità nel leggere i fatti unita ad uno stile elegante ma familiare e con quell’ironia pungente, l’hanno reso uno dei giornalisti da me più attesi e seguiti sia sul sito che sulla rivista Tempi. Mi rendo conto solo adesso quanto quegli articoli abbiano contribuito a rendere Luigi un amico. Il mio ricordo e le mie preghiere vanno alla sua famiglia, e a voi che state attraversando questa prova. Sto sostenendo gli studi teologici e la preparazione al sacerdozio a Gerusalemme, e proprio giovedì mattina celebreremo messa al Santo Sepolcro per le intenzioni di alcuni di noi. Porterò Luigi e i suoi cari con me» (Enrico)

«Ho saputo quasi per caso della notizia della tua dipartita da questo mondo e sono rimasto incredulo. A lungo. Ti ho conosciuto nell’ambito della scuola e ho sempre imparato tanto dalla tua passione, che era sempre una passione educativa, come il tuo e nostro maestro. Questa passione la coglievo quando scrivevi, quando parlavi: c’era in te il desiderio di comunicare per educare, nel senso autentico del termine, per condurre chi ti leggeva e ti ascoltava verso una verità più alta e più profonda. Mi mancherà la tua intelligenza e la tua passione, il tuo sguardo sul mondo. Prega per noi che continuiamo su questa terra la battaglia per la verità che era il motore della tua vita» (Luigi)

«Caro direttore, stamattina all’alba appena alzato uno squillo del telefono mi dava la notizia della morte di Luigi Amicone. Che colpo! Non sto a rimarcare la sua battagliera e simpatica genialità nella professione e la grande umanità ma ciò che mi ha sempre colpito di lui: vita vera e intera, sulla scorta dell’insegnamento del suo e nostro maestro, don Giussani che Gigi descriveva come “un uomo che, prima di tutto ci ha insegnato a essere uomini, cioè a stare di fronte al proprio Destino con realismo, lealtà e razionalità”. Siccome delle vicende “milanesi” e professionali ne sapete più di chiunque altro, vorrei solo citare alcune circostanze “riminesi” come quella volta che recandomi al Meeting lo incontrai mentre camminava a piedi verso i padiglioni fieristici e lo salutai chiedendogli se voleva un passaggio. Mi rispose: “No, grazie! Preferisco passeggiare; ho così poche occasioni di fare del movimento e poi così posso pensare e pregare mentre raggiungo gli stand, dove sta accadendo un grande evento, importante per noi e per il mondo”. O un’altra volta, quando alla vigilia delle elezioni amministrative, era venuto a Rimini in casa di amici per sostenere la candidatura di alcuni amici comuni che avevano tentato l’avventura del lavoro politico. Quella volta, dopo avere incoraggiato da par suo chi si era candidato ha parlato del lavoro a Tempi raccontandoci come, giovani e nuove forze giornalistiche, stessero ricalcando le orme sue e dei predecessori in questa rara e singolare voce del panorama giornalistico italiano. Era entusiasta nel descrivere le capacità degli ultimi arrivati. Fra questi fra gli altri fece anche il tuo nome e pure quello del riminese Leone Grotti, figlio di Emma Neri, quest’ultima giornalista del “Sabato” e della Rai. Alla nostra domanda se fossero bravi, Amicone non ebbe esitazioni e disse: “Sono anche meglio di noi!”. Dunque ora che Luigi non è più qui, non dobbiamo rattristarci ma pregare e pregarlo perché noi, come lui, impariamo ad essere uomini con “realismo, lealtà e razionalità” come ha fatto lui. Alla moglie Annalena, ai figli e a tutti voi colleghi e amici, oltre alle mie preghiere invio un abbraccio» (Serafino)

«La gratitudine più grande che mi lega ad Amicone è di averci offerto la autorevole paternità di padre Aldo Trento testimone di quello che don Giussani definiva: il cristianesimo reale, da cui deve partire e una cultura nuova e una civiltà diversa, vale a dire una concezione sistematica, una autocoscienza sistematica, un giudizio sistematico e una sistematica manipolazione di sé e del reale. In alto i cuori» (Mario)

«Carissimi amici di Tempi, voglio solo dirvi che vi sono vicino nella preghiera. Il vostro, il nostro amico Luigi è nella Gloria adesso, e ci ha lasciato la sua creatura, di cui noi (lettori affezionati) e voi (giornalisti dall’animo ardente e dalla ragione aperta) ci prenderemo cura» (Matteo)

«Per Luigi Amicone una preghiera colma di gratitudine, per la sua testimonianza culturale e di vita, e di tristezza, perché ci ha lasciati troppo presto. Un abbraccio per Annalena e i loro figli: l’attrattiva presente che ha sempre mosso Luigi, possa sostenere anche loro in questo momento di fatica» (Gabriella)

«Ciao amici di Tempi! Non serve conoscersi per sentirsi amici. Questo mi sento di dire di Amicone. Era un amico, appunto, cui guardare, per come stava dentro la vita tutta, con la certezza che c’era qualcosa da imparare. Un abbraccio alla sua famiglia» (Terry)

«Che dolore leggere questa notizia! Mi ha stretto il cuore!! Che grande dispiacere!» (Luciana)

«Buona sera, ho appreso che prematuramente è mancato uno dei più interessanti sostenitore e scrittore di Tempi. Mi scuso se mi rivolgo a Voi ma non avendo avuto il piacere di conoscere personalmente il Dr. Amicone Vi prego porgere alla Sua famiglia le mie più sentite condoglianze» (Marco)

«Mi unisco alla famiglia e a voi della redazione in questo dolore per la sua morte. Mi manca già al solo pensiero di non leggere più i suoi giudizi così pieni della nostra grande storia» (Daniela)

«Carissimi amici di Tempi, il nostro amico, Amicone, è stato un grande maestro, non solo un amico. È stato uno che abbiamo guardato per imparare. Le parole belle, saranno quelle che voi continuate a scrivere, su di lui e su quello che accade nel mondo, che continuare a fare in modo unico, originale, vero, convincente. Un abbraccio a tutta la sua famiglia e a voi che avete avuto la forma di frequentarlo» (Angela e Arcangelo)

«Stamattina alle 7 ero a messa, non per capacità o bravura ma per un passaparola tra amici di CL che al mercoledì iniziano così la giornata… a seguire caffè. La lettura del Vangelo sec San Luca 12,39-48 mi ha suscitato, subito, l’immagine viva di Amicone, me lo ha rappresentato davanti: il servo che è pronto all’arrivo del suo Signore, che è stato amministratore fidato, prudente e sarà messo a capo della servitù. Ed è così che desidero trattenerlo, attraverso quella Parola che rende ogni circostanza sacra. Grazie» (Luisa)

«Ci lascia, ma forse è da oggi ancora più con tutti noi, il carissimo Luigi Amicone che per molti, almeno per me di sicuro, è stato motivo e sprone ad affrontare tutti gli aspetti della vita di petto e senza paura come lui faceva. Tutto è cominciato da quando tanto tempo fa ha deciso di iniziare la folle iniziativa di Tempi lanciato ad un Meeting di Rimini con il numero 0 ed il taz&bao “Attenti al Gorilla”. A Dio caro Luigi, veglia su di noi insieme all’altro tuo amico Luigi» (Claudio)

«Caro Gigi, ogni volta che mi capitava di leggerti o vederti in TV non potevo fare a meno di pensare all’Uomo Vivo di Chesterton; e in effetti ci avresti fatto una gran figura tra i protagonisti delle avventure del pingue scrittore inglese, in odore di santità. Ogni minuto col coltello tra i denti, pronto a dar battaglia, irriverente, entusiasta, spesso paradossale, mai scontato, sempre spiazzante, urtante, estraneo al calcolo, incomprensibile ai benpensanti e, allo stesso tempo, amico e fratello a priori, capace di una simpatia umana anche per chi si trovava dall’altra parte della barricata. E la battaglia molte volte l’hai combattuta anche per noi, a tratti distratti e intrappolati da cose piccole e borghesi mentre tu, deciso a non cedere di un millimetro, continuavi strenuamente a difendere la Rocca, tenendo la pistola puntata alla tempia dell’uomo moderno e lo sguardo fisso all’ideale. Un abbraccio» (Paolo)

«Carissimi amici e carissime amiche di Tempi, commosso e addolorato mi associo alla partecipazione in amicizia e preghiere per la scomparsa prematura del caro Luigi Amicone. Per me è sempre stato un testimone fedele ed appassionato della fede nel carisma di don Giussani. Il Signore sta prendendo a piene mani dal nostro movimento per portare a sé nel Suo Regno , soprattutto ultimamente, tanti di noi e c’è un pò di rabbia e rammarico. La consolazione, quella vera che viene dalla fede, ci assicura che abbiamo dei Santi che vegliano e pregano per noiè “la comunione dei santi”, come i nostri vecchi ci hanno insegnato: “anime sante anime purganti pregate Dio per noi che noi pregherem per voi che ci conceda la gloria dell’Eterno Paradiso”. Un abbraccio a voi, grazie della vostra fedeltà e cortesemente portate la mia vicinanza a moglie e figli» (Stefano)

«Per Luigi Amicone una preghiera colma di gratitudine, per la sua testimonianza culturale e di vita, e di tristezza, perché ci ha lasciati troppo presto. Un abbraccio per Annalena e i loro figli: l’attrattiva presente che ha sempre mosso Luigi, possa sostenere anche loro in questo momento di fatica» (Gabriella)

«Mercoledì scorso, mentre andavo in macchina da Monza a Milano con Luigino Amicone, gli raccontavo, tra le altre cose, di quando – andando a Praga per incontrare padre Josef Zvěřina e altri amici della Chiesa del silenzio, allora perseguitati dal regime filosovietico – un nostro amico, padre di 10 figli, ogni volta che i figli uscivano di casa per andare a scuola o al lavoro, li benediva facendo loro il segno della Croce sulla fronte e si salutavano dicendosi “a Dio” , “perché non sappiamo se questa sera ci rivedremo, ci affidiamo ogni giorno alle mani di Dio e così siamo sereni”. E Luigino mi rispose: “Che cosa grande! Così si deve vivere!”. Due anni fa, prima di candidarmi alle elezioni per il comune di Sassari, ho chiesto consiglio a lui, e Luigi mi ha risposto: “Certo che ti devi candidare! Chiedono i Tempi agir forte nel mondo…”. Ho messo quella frase sui miei volantini elettorali. Per le elezioni del 4 ottobre anche lui ha messo questa frase nei suoi volantini. Ed io, che da lontano lo sostenevo, mi sono appuntato questo pensiero sul mio blog, non immaginando di certo che oggi sarebbe diventato un ricordo di lui. Hai lasciato in me una ferita che non si rimargina, ma non sanguina, è quel “non stare mai tranquilli” che ci aveva detto il Gius, sapendo che siamo sempre nelle mani di Dio. S’Bôhem, amico mio, ne parlavamo mercoledì scorso. A Dio. Per ogni momento della vita e per l’eternità. Urgono i tempi agir forte nel mondo. E così siamo sparsi nel mondo/ per il nostro lavoro/ mentre la nostalgia, affascinati, / ci vorrebbe vicini./ A ciascuno il suo lavoro,/ per la certezza di Colui/ che ci ha messi a correre/ insieme per Lui./ Ci ritroveremo,/ e il luogo è, già oggi, di là,/ di là dalle apparenze,/ dove la vita è vera» (Giorgio Canu)

«È morto oggi Luigi Amicone, fondatore di Tempi, rivista cui riconosco una grande libertà e profondità di giudizio. Non lo conoscevo, ma leggendolo, a sua insaputa era diventato mio amico. Anzi, un Amicone, vista la sua capacità di abbattere ogni pregiudizio ideologico e di spingermi a interrogarmi sul perché vero di ogni cosa. Lasciò Avanguardia Operaia e si convertì, documentò su “Il Sabato” la guerra civile irlandese, il conflitto tra Libano e Siria, la fine dell’URSS e i problemi dei ghetti statunitensi. Scoprì inediti di Pasolini e riprese l’impegno politico da consigliere comunale a Milano. Amicone era un uomo ruvido e spigoloso, amante della Verità, dai giudizi mai banali e sempre schietti, non un teorico o un intellettuale al di sopra del popolo, ma un uomo d’azione che viveva nel popolo da giornalista e da politico. Di gente così ce n’è oggi un gran bisogno. Riposi in pace e il Signore lo accolga tra le sue braccia» (Michele)

«Cari amici di Tempi, cara Annalena, vi abbracciamo forte perché la perdita è grande e solo Lui vi potrà consolare» (Emanuela)

«Ho rincontrato Gigi qualche anno fa in un supermercato mentre entrambi facevamo la spesa. Ci eravamo conosciuti ai tempi delle superiori al Molinari e poi ci siamo persi di vista, io Agraria e lui Scienze Politiche. Era sempre lo stesso e alla notizia della sua scomparsa mi è immediatamente venuta in mente una frase di don Gius: “L’entusiasmo della dedizione è imparagonabile all’entusiasmo della bellezza. Il nostro sì a Gesù nasce infatti dall’attrattiva che Lui è. E così è possibile dire sempre sì, perché il sì coincide con una domanda: ‘Vieni’”. Questo è il mio ricordo di Gigi» (Tiziano)

«Vorrei esprimere le mie più sentite condoglianze alla famiglia e a tutta la redazione di Tempi.
Luigi Amicone è stato e rimarrà per me un esempio di come si testimonia l’Incontro fatto senza paura o infingimenti. Pregherò per lui» (Renato)

«Perdiamo un pezzo di storia e uno dei pochi coraggiosi Ciellini. Sono vent’anni che il mio cuore, la mia fede è sostenuta dall’incontro con il Movimento. Ci sono persone però che mi hanno fatto resistere, anche senza mai parlarmi e conoscendomi di striscio. Lui era uno di questi. Caro Luigi Dio ti avrà con Lui in Gloria» (Gherardo)

«Mentre siamo ancora scossi e frastornati per l’addio a Luigi Amicone, giornalista appassionato e cristiano autentico, desidero ringraziare la comunità di Tempi che, in queste ore di dolore e di commozione, ci ha donato l’occasione di leggere ricordi e pensieri profondi su un’esperienza e un’amicizia a cui tanti di noi si sentono legati. Per un senso di gratitudine e di appartenenza, ho deciso di rifare il mio abbonamento alla rivista cartacea la cui lettura avevo colpevolmente abbandonato alcuni anni fa. È il mio piccolissimo tributo alla figura di colui che l’ha meritoriamente fondata e animata per tanti anni affinché il suo ricordo lasci un segno indelebile in questo cambio d’epoca nel quale ci sentiamo tutti più soli ma che dobbiamo trasformare in una grande opportunità. A Dio Luigino!» (Pellegrino Giornale)

«Caro Tempi, ricordo molto bene quando con il mio caro amico Giulio siamo andati ad incontrare Luigi Amicone anni fa, nella redazione di Tempi in corso Sempione. Pur essendo allora molto impegnato ci diede molto spazio ascoltandoci per più di un’ora interessato alle questioni e domande che gli ponevamo, noi così giovani, e incalzandoci lui stesso con le sue. Davvero leggendo tutti i ricordi delle persone che lo conoscevano bene, ritrovo i tratti di quell’incontro per me così significativo. RIP Luigi Amicone» (Gabriele)

«Commosso per la scomparsa di Luigi Amicone. È stato un grande. Spero che ci aiuti dal Paradiso» (Pietro)

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