Francia, sì alla ricerca sugli embrioni. Le Mené a tempi.it: «Perché l’uomo vale meno degli animali?»

Il Senato francese legalizza la ricerca sugli embrioni, che implica la loro uccisione. Intervista a Jean-Marie Le Mené, presidente della Fondazione Jérôme Lejeune: «Il Senato francese rende un'eccezione la protezione dell'essere umano».

«Perché oggi l’uomo è rispettato meno degli animali?». È questa la domanda che Jean-Marie Le Mené (nella foto), presidente della Fondazione Jérôme Lejeune, pone incredulo quando gli si chiede di commentare la legge approvata nella notte tra il 4 e il 5 dicembre dal Senato francese.  Durante la seduta cominciata alle 22 e terminata oltre la mezzanotte, la Francia ha modificato la pietra miliare che governava la ricerca scientifica nel paese: se prima era proibito fare ricerca sugli embrioni umani, con alcune eccezioni, con le modifiche approvate dal Senato, se verranno confermate dalla Camera, sarà possibile fare ricerca sugli embrioni umani, ma solo a certe condizioni.

«EMBRIONE VITTIMA DEL SUO MISTERO». Ma, sostengono molti in Francia, vietare con alcune eccezioni e autorizzare a certe condizioni non è la stessa cosa? «Assolutamente no – risponde Le Mené a tempi.it – Dopo queste modifiche del Senato l’embrione diventa indifendibile. Anche prima si attentava alla vita dell’embrione ma questi tentativi potevano essere sanzionati grazie alla legge che proteggeva la vita dell’essere umano. Domani questo non sarà più possibile». L’articolo 16 della Costituzione francese protegge l’essere umano, ma dal momento che la ricerca sulle cellule staminali embrionali implica la distruzione dell’embrione, autorizzarla pur con delle condizioni da rispettare significa «che la difesa della vita dell’essere umano diventa un’eccezione e non più la regola». Aggiunge Le Mené: «L’embrione umano è vittima del suo mistero e della sua vulnerabilità. Ma quando si tocca l’embrione, si demolisce un intero mondo. Così, rimpiazzando il principio che vieta la ricerca sugli embrioni con quello che la permette a certe condizioni, il Senato francese rende un’eccezione la protezione dell’essere umano. C’è sempre una “prima volta” nella storia e questa è molto grave».

PREMIO NOBEL IGNORATO. La Fondazione Jérôme Lejeune, che porta il nome di uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi, di cui oggi è in corso la causa di beatificazione, scopritore della trisomia 21, causa genetica della Sindrome di Down, è sul piede di guerra e accusa il Senato francese di ideologia anche alla luce del recente conferimento del premio Nobel 2012 per la medicina al giapponese Shinya Yamanaka, che ha scoperto come riprogrammare le cellule adulte e farle “ringiovanire” fino allo status di bambine. Non è più necessario, dunque, distruggere vite umane per ottenere cellule staminali embrionali su cui sperimentare perché si possono usare quelle adulte “ringiovanite”, rese nuovamente pluripotenti. Perché dunque approvare la ricerca sugli embrioni proprio quando la scienza fornisce nuove tecniche per ottenere gli stessi risultati ma senza uccidere gli embrioni? «Ideologia, appunto» risponde Le Mené.

VI SEMBRA NORMALE? Ed è per combattere l’ideologia che la Fondazione Jérôme Lejeune ha lanciato la petizione “Vous trouvez ça normal?“, “Vi sembra normale?”: «Si tratta di una campagna di sensibilizzazione basata sul paragone tra come viene protetto l’embrione rispetto altre specie viventi. Oggi innumerevoli embrioni di animali sono protetti dalla legge con pene per chi la viola che vanno dalle ammende pecuniarie alla prigione. Noi siamo d’accordo che la natura venga rispettata di più di quanto si faccia ora, ma bisogna rispettare tutta la natura. E se è vero che anche l’uomo appartiene alla natura, perché oggi viene rispettato meno degli animali?».

@LeoneGrotti

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