Show di Houellebecq all’Action française. «La sinistra si sente morire e diventa cattiva»

La religione? «Essenziale per la felicità umana». L'islam? «Ci sarà una guerra». La politica? «Il Parlamento va soppresso». Invitato dai militanti di Maurras, lo scrittore asfalta (ancora una volta) l'élite dimentica dei gilet gialli

Michel Houellebecq (foto Ansa)

Parigi. Michel Houellebecq, lo scrittore francese più tradotto e venduto al mondo, non perde mai l’occasione per épater les bienpensants, scuotere, scandalizzare, turbare le anime belle del progressismo, che non lo considerano più uno di loro da quando ha iniziato ad abbattere uno dopo l’altro i loro santini, ad attaccare i socialisti, a muovere critiche contro l’islam, a difendere la patria e le nazioni contri chi milita per dissolverle in nome del senzafrontierismo, a denunciare i laicisti da strapazzo che in Francia, la figlia primogenita della Chiesa, vorrebbero rimuovere ogni riferimento al cattolicesimo.

La Rivoluzione francese? «Una catastrofe»

Venerdì scorso, l’autore del bestseller Sottomissione e premio Goncourt nel 2010 per La Carta e il Territorio, ha accettato l’invito dell’Action française, movimento politico di ispirazione monarchica e nazionalista fondato nel 1899 dallo scrittore Charles Maurras, club considerato dalla sinistra francese come il male assoluto. «Perché ha accettato l’invito dell’Action française?», gli ha chiesto l’animatore della serata. «Per curiosità nei confronti del monarchismo», ha risposto il romanziere, per confrontarsi con chi non la pensa come lui da libero pensatore quale è sempre stato, ma anche per il gusto accattivante della provocazione.

Houellebecq, durante la serata, ha menato sciabolate contro il «progresso per il progresso» e contro il militantismo politico di certi scrittori e intellettuali che amano definirsi e essere dipinti come engagés, impegnati, che ostruisce la vista e corrompe la scrittura. «Dichiarandosi fan di Balzac, Baudelaire, San Paolo e Dostoevskij, una letteratura autentica e “ardente” contro i creatori o sostenitori dell’arte per l’arte, Houellebecq ha detto che la Rivoluzione francese è stata “una catastrofe” e ha confessato di aver letto con piacere i testi di Joseph de Maistre. Il fatto che una religione sia essenziale per la felicità umana, è una prova contro la quale il comunismo si è schiantato», ha scritto il magazine conservatore L’Incorrect, presente allo show houellebecquiano.

Islam e occidente, «ci sarà una guerra»

Sul rischio di uno scontro di civiltà tra islam e occidente che incombe sull’occidente, lo scrittore francese è convinto che «ci sarà una guerra». «È bene saperlo in anticipo e prepararsi. Chi vincerà? Non so». Gli uni, ha sottolineato, hanno il vantaggio della demografia (l’islam), gli altri (l’occidente), hanno la forza della tecnica. Ma quest’ultima, su scala individuale, non basta a colmare il vuoto religioso che è all’origine dei nostri tormenti e la ragione del nichilismo diffuso in occidente. «Qualsiasi felicità ha un’essenza religiosa», secondo Houellebecq.

Quando l’autore di Serotonina ha virato sul tema della politica, i discepoli di Maurras hanno ascoltato con ancor più attenzione. Ecco alcune proposte houellebecquiane: soppressione del Parlamento, ricorso a referendum di iniziativa popolare come in Svizzera, voto del bilancio da parte dei francesi e elezione dei giudici. «Non ci sono motivi per cui il potere giudiziario debba sfuggire alla democrazia», ha affermato Houellebecq davanti alla platea di monarchisti, dubbiosi dinanzi al concetto orizzontale di sovranità popolare.

«Solidale con i gilet gialli»

Poi, quando il discorso è scivolato sulla gauche, le sue parole sono state spietate: «La sinistra si sente persa, come gli animali feriti, e diventa cattiva. Non era così quando ho iniziato a pubblicare. Sì, sente che sta morendo, e diventa cattiva». L’evento politico più interessante degli ultimi anni è senza alcun dubbio la mobilitazione dei gilet gialli, ha evidenziato Houellebecq. «Ero completamente solidale con i gilet gialli, persone che sono state presentate come sfigate e troglodite, e che invece hanno dimostrato di avere una vera riflessione», ha dichiarato. Convinto che nel quinquennio appena iniziato potrebbero tornare a riempire le strade di Francia, per gridare il loro malcontento contro un’élite che li ha dimenticati.

Exit mobile version