«Vi ammazzeremo». La Francia ha un problema di cristianofobia

Due ragazzi aggrediti a Rambouillet da tre musulmani al grido di «sporchi cristiani» due giorni dopo l'incendio di una moschea. L'odio aumenta ma sembra interessare a pochi

Parigi. Rambouillet, fino allo scorso anno, era ancora una periferia tranquilla a sud-est di Parigi nota per il suo castello, residenza ufficiale del presidente della Repubblica francese insieme all’Eliseo, nonché sede di numerosi incontri internazionali, tra cui il primo vertice del G8 (all’epoca si chiamava G6) nel 1975. Poi, il 23 aprile 2021, anche questo sobborgo pacifico venne colpito dal terrorismo islamico che dilaga in Francia dal 2015 e il suo nome finì su tutte le prime pagine: una poliziotta e madre di famiglia, Stéphanie, fu sgozzata da un islamista tunisino.

L’incendio alla moschea e il fermo dei responsabili

In questi giorni, Rambouillet è tornata al centro delle cronache per un fatto che mostra fino a che punto le tensioni comunitarie siano capillarmente diffuse sul territorio francese. Domenica scorsa, attorno alle 21.00, un ragazzo di 17 anni e una ragazza di 15 sono stati aggrediti da tre individui davanti alla chiesa di Sainte-Bernadette de la Louvière. Secondo quanto riferito da una fonte della polizia al canale televisivo Cnews, gli aggressori hanno attaccato i due adolescenti al grido di “sales chrétiens”, sporchi cristiani, prima di minacciarli di morte. Sempre secondo quanto riportato da Cnews, i tre aggressori avrebbero lanciato dei lacrimogeni contro le due vittime, prima di colpire al volto il ragazzo a più riprese.

Due dei tre responsabili, entrambi minorenni, sono stati rintracciati dalle forze dell’ordine e posti in stato di fermo. Originari di Trappes, comune del dipartimento delle Yvelines, sono accusati di “violenze volontarie di gruppo” e “discriminazione religiosa”. Ma qual è il motivo dell’aggressione? Secondo il prete della parrocchia di Sainte-Bernadette de la Louvière, l’attacco potrebbe essere una risposta all’incendio di una moschea (un capannone) nello stesso quartiere, avvenuto nella notte tra il 2 e il 3 settembre. Una sorta di rappresaglia, anche se i due ragazzi aggrediti e insultati al grido di “sporchi cristiani” non hanno nulla a che vedere con i fatti.

Solidarietà. Ai musulmani

«L’incendio della moschea alimenta l’odio», ha commentato il parroco ai microfoni di Cnews, aggiungendo tuttavia che probabilmente si tratta di un “atto isolato”. Diversi osservatori fanno invece notare che le tensioni tra comunità religiose sono tutt’altro che isolate: sono ormai un sottofondo della vita quotidiana dei francesi. Alcuni, poi, sottolineano a ragione che dal governo non è arrivato nessun messaggio di solidarietà verso i due adolescenti aggrediti e che la cristianofobia continua a essere uno dei dossier più trascurati dai piani alti della République, nonostante gli atti ostili ai cittadini di confessione cristiana siano in costante aumento.

Il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, ha giustamente manifestato la propria solidarietà alla comunità islamica per l’incendio al luogo di preghiera di Rambouillet. «Solidarietà ai musulmani di Rambouillet il cui luogo di culto è stato distrutto nella notte. È stata aperta un’inchiesta che permetterà di fare luce sull’origine del rogo», ha twittato Darmanin, raccontando di aver incontrato, tra le altre persone, il presidente del Senato Gérard Larcher per affrontare la questione.

Cristiani sempre più perseguitati in Francia

Darmanin si è invece “dimenticato” di utilizzare le stesse parole di sostegno nei confronti della comunità cristiana. «”Sporchi cristiani vi ammazzeremo”. Due giovani cristiani di 15 e 17 anni sono stati aggrediti vicino a una chiesa del quartiere La Louvière, a Rambouillet: la caccia ai cristiani è aperta», ha scritto su Twitter Gilbert Collard, membro di Réconquête!, il partito di Éric Zemmour. «Due giovani cristiani di 15 e 17 anni sono stati aggrediti al grido di ‘sporchi cristiani vi ammazzeremo’ a Rambouillet. I cristiani sono i credenti più perseguitati in Francia ma l’Unione europea si rifiuta di nominare un funzionario incaricato di lottare contro gli atti anti-cristiani», ha commentato l’eurodeputato Jérôme Rivière. È l’ennesimo episodio di cristianofobia che una certa Francia fa finta di non vedere.

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