A due anni dal terremoto, Haiti rinasce anche grazie ad Avsi

Nel gennaio del 2010 un terribile terremoto devastò l'isola. Da allora i volontari di Avsi hanno lavorato senza sosta per permettere agli abitanti di tornare il prima possibile a una vita normale. A due anni di distanza sono già sedici le strutture riattivate grazie all'associazione italiana. E non finisce qui.

Gennaio 2010, un terremoto di magnitudo 7 provoca una strage. A quindici chilometri dalla capitale di Haiti, Port au Prince, il sisma ha ucciso circa 230mila uomini e causato lo sfollamento di un milione di persone. L’isola del Golfo del Messico sembra irraggiungibile per tutti coloro che cercano di contattare parenti e amici. Soltanto il giorno successivo Fiammetta Cappellini, responsabile di Avsi ad Haiti, riesce a parlare con l’Italia.
«Ciò che abbiamo visto per le strade era spaventoso – ricorda Fiammetta – C’erano bambini soli in cerca dei genitori. Cumuli di cadaveri lungo le vie. Abbiamo cercato di portare aiuto come potevamo per trasportare i feriti, almeno i bambini non accompagnati. Dalle macerie si sentivano le grida di aiuto di chi era rimasto schiacciato».

Da quel giorno, l’impegno di Fiammetta e degli altri volontari dell’Associazione si è rafforzato. Hanno portato a termine l’avvio di sedici strutture, di cui nove scuole, cinque centri nutrizionali, un centro educativo, laboratori artigianali con un ristorante comunitario e ateliers di moda, ferro battuto e perlate. Oltre alla coordinazione di interventi a fini educativi e di scolarizzazione, Avsi sta riattivando due acquedotti e dieci pozzi di acqua potabile nel sud dell’isola, per favorire lo sviluppo rurale e offrire lavoro. Intanto, i volontari stanno formando dei tecnici agricoli locali per la produzione di derrate alimentari e per la riforestazione.

Ma non basta. La sfida di Avsi sta assumendo contorni sempre più ampi. Nel quartiere di Martissant, centro della tragedia, Fiammetta sta collaborando alla rimessa in sesto di un grande terreno su cui realizzare un luogo accogliente e sicuro. Qui, secondo il progetto dei volontari, si organizzeranno dopo-scuola, laboratori di artigianato, formazione per insegnanti e genitori per coinvolgere i 400 bambini aiutati attraverso il sostegno a distanza in attività ricreative. A un anno dalla tragedia il popolo di Avsi continua a sostenere gli haitiani perché, come cita il volantino di commemorazione «l’unico orizzonte adeguato per sostenere l’urto e la ferita […] è che la vita abbia un compito». Ecco perché per Fiammetta non è ancora il momento di andare via. 

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