Da Audi a Tiffany: tutte le aziende che si sottomettono alla Cina

Tutti pronti a umiliarsi e censurarsi pubblicamente quando il regime di Pechino pretende le scuse per qualche pensiero troppo libero. Fare affari in Cina costa sempre di più

Non c’è avversario che John Cena non abbia schienato. Non c’è atleta che il wrestler più amato degli anni Duemila, uno dei più forti di tutti i tempi, non abbia battuto sul ring. Eppure l’eroe della Wwe, il duro, il vincitore di sedici titoli mondiali, ha trovato qualcuno in grado di sottometterlo senza neanche combattere. È accaduto a maggio, quando il wrestler prestato a Hollywood ha presentato il nuovo capitolo della saga Fast & Furious, che lo vede appunto tra i protagonisti. Durante un’intervista con l’emittente taiwanese Tvbs, ha dichiarato che «il primo paese che potrà vedere il film è Taiwan». E lo ha detto in cinese, forte della sua ottima conoscenza del mandarino praticato da oltre 10 anni per promuovere il wrestling in Cina. Non l’avesse mai fatto.

Pochi giorni dopo, sull’account Weibo (il Twitter cinese) dell’attore, seguito da 600 mila persone, è apparso un video nel quale Cena si è scusato con queste parole: «Ho rilascia...

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