Concepite per essere molestate. Una tragica storia di utero in affitto in Australia

Un uomo di 49 anni ha confessato di aver speso 44 mila dollari per ottenere due gemelline al solo scopo di abusare di loro. Ora l'Australia potrebbe rivedere la legge sulla maternità surrogata

Un uomo di 49 anni ha speso 44 mila dollari per ottenere due gemelline attraverso la pratica dell’utero in affitto al solo scopo di abusare di loro. Una delle storie più terribili da quando la maternità surrogata è stato legalizzata in molte parti del mondo è avvenuta in Australia, portando alla luce alcuni dei problemi insormontabili che la tecnica presenta.

SETTEMILA IMMAGINI E VIDEO. L’uomo, che vive con la moglie nel piccolo Stato di Victoria, ha ammesso il 21 aprile di essere colpevole per tutti i 37 capi di accusa presentati dal pubblico ministero, compresa la produzione di quasi 7 mila immagini e video pedopornografici. Di questi almeno 300 riguardavano le sue due figlie, altri le sue nipoti. Secondo quanto dichiarato dalla polizia federale australiana, è il materiale più depravato mai sequestrato a una persona in Australia.

UTERO IN AFFITTO. Il nome dell’uomo e delle bambine, così come il paese asiatico dove sono state concepite, non può essere rivelato. Secondo l’esclusiva del Sydney Morning Herald, l’uomo non aveva mai manifestato interesse a diventare genitore durante il matrimonio, celebrato nel 1990. Proprio negli anni 90, ha dichiarato alla polizia, ha cominciato a provare attrazione per immagini e filmati pedopornografici, cercando però di resistere e cancellando nel 2007 tutto il materiale scaricato fino ad allora.
Nel 2009, quando riallacciò i rapporti con suo fratello, cominciò ad abusare delle sue nipotine di quattro e sei anni. Da quel momento, cambiò idea sull’ipotesi di concepire un figlio. Vista l’età avanzata, sia il concepimento naturale che l’inseminazione artificiale fallirono. La coppia pensò anche all’adozione, ma non era idonea per accedere all’istituto. Quando la moglie, nel 2012, propose allora di ricorrere all’utero in affitto, l’uomo accettò.

GLI ABUSI. Nei forum pedopornografici che il molestatore frequentava, con lo pseudonimo di Candy, l’uomo aveva annunciato la scelta della maternità surrogata e l’intenzione di molestare le bambine una volta nate. Scrisse anche che aveva proposto alla moglie di chiamare Candy una delle figlie. Il resoconto della polizia ha mostrato che gli abusi avvenivano mentre l’uomo dava da mangiare, cambiava e lavava le bambine. Le molestie sono cominciate prima che le gemelline compissero un mese e sono durate per almeno sette mesi.

RIESAMINARE LA LEGGE. La polizia ha scoperto gli abusi nel 2014 e sequestrato il materiale dopo una perquisizione in casa dell’uomo a novembre. Le figlie sono state affidate ai servizi sociali. L’uomo ha confessato tutto, mentre la moglie ha dichiarato al processo di non sapere nulla delle turbe del marito. Nel dicembre del 2015, il procuratore generale George Brandis ha chiesto alla commissione per le politiche sociali del Parlamento di esaminare attentamente le leggi australiane sulla maternità surrogata in patria (è permessa solo quella “altruistica”) e all’estero. Il rapporto della commissione uscirà il 30 giugno.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

Exit mobile version