Cina, nuovo regolamento per i giornali: vietato citare rumors o “voci”

Pechino vuole impedire che le notizie di soprusi e incidenti che le persone diffondono su internet vengano riprese dai quotidiani. Chi le pubblica rischia la revoca a vita della tessera. Il regolamento: "Ognuno deve riuscire a trovare le notizie sul campo. I servizi dovranno avere almeno due fonti differenti per la stessa notizia. I giornalisti dovranno fornire prove precise"

Tempi duri per l’informazione in Cina. Al grido di “Blocchiamo le informazioni dannose”, l’Amministrazione generale della stampa e delle pubblicazioni (Gapp) ha deciso di migliorare il servizio informativo e ha rilasciato un nuovo regolamento per impedire che vengano pubblicate false notizie. Secondo quanto riporta l’agenzia statale Xinhua, “non si potranno più usare come fonti le troppo generiche ‘voci‘”.

Bando ai cosiddetti “rumors“, dunque, perché “ognuno deve riuscire a trovare le notizie sul campo e non riportare informazioni di seconda mano”. Da oggi, se questi criteri non verranno seguiti, i giornalisti rischiano di vedersi revocata la tessera per almeno cinque anni e di essere interdetti a vita dalla professione se saranno trovati a inventare storie che portino a “gravi conseguenze”.

Il vero obiettivo di Pechino, secondo alcuni osservatori di Hong Kong, è bloccare internet e rendere innocui i tantissimi blog e siti cinesi che ormai pubblicano di continuo lamentele o danno notizia delle ingiustizie che le persone subiscono a livello locale, e che spesso i giornalisti dei quotidiani riprendono. Dopo aver provato, invano, a impedire che commenti e opinioni “dannose” venissero pubblicati, con la chiusura di siti e blog, ora il governo prova a limitare la loro diffusione sui quotidiani. L’obiettivo ufficiale invece, come sottolinea Xinhua, è rendere il sistema di informazione cinese solido e credibile. Perciò, seguendo la lettera del nuovo regolamento, “i servizi dovranno avere almeno due fonti differenti per la stessa notizia e i giornalisti dovranno fornire prove precise per assicurare la verità, l’accuratezza e l’obiettività dei fatti”.

Inutile dire che la preoccupazione della stampa locale è di una nuova ondata di censure, o meglio, di “autocensure”. Secondo Zhan Jiang, docente di giornalismo all’università di Studi esteri di Pechino, «il nuovo regolamento potrebbe essere il risultato delle pressioni fatte sul Gapp dai governi locali per limitare la circolazione di notizie sui grossi incidenti ai luoghi in cui avvengono, evitando così che si sappiano anche nelle altre regioni della Cina».

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