La Cina aumenta la produzione di carbone (addio alle belle promesse sul clima)

Per far fronte alla carenza di energia elettrica, Pechino emetterà ancora più Co2. La mossa di Xi Jinping mina alla radice la Cop26: quando la finiremo di fidarci delle promesse di Pechino?

Non solo l’Europa, Anche la Cina è nei guai per problemi legati all’energia. Nelle ultime settimane, per far fronte alla carenza di elettricità, 17 province e regioni hanno annunciato tagli alla produzione industriale dopo che numerosi blackout hanno mandato in tilt la vita di importanti città soprattutto nel Guangdong, Heilongjiang, Jilin e Liaoning. Il presidente Xi Jinping ha quindi deciso di correre ai ripari ordinando di aumentare del 10 per cento la produzione di carbone, come riportato dal Financial Times.

La Cop26 è sempre più a rischio

La decisione è gravida di conseguenze, soprattutto in vista della conferenza sul clima di Glasgow, la Cop26. La Cina, infatti, non ha migliorato le sue promesse e obiettivi di riduzione delle emissioni di Co2, come richiesto e fatto da altri paesi. Resta quindi impegnata a raggiungere il tetto delle emissioni nel 2030 e la neutralità climatica nel 2060.

Ma le promesse di Pechino fanno costantemente a pugni con le decisioni politiche che vengono prese dal Partito comunista giorno dopo giorno. Tre settimane fa, all’assemblea dell’Onu, Xi aveva dichiarato che la Cina non avrebbe più costruito centrali a carbone all’estero, guadagnandosi l’applauso di tutti i convenuti. Ma quell’annuncio aveva sollevato diverse domande e il timore del solito doppio gioco da parte del regime.

L’ennesima bugia della Cina

Ora è arrivata l’ennesima conferma sulla mancanza di volontà della Cina di impegnarsi seriamente nella lotta al cambiamento climatico: l’anno scorso la Cina ha prodotto 3,9 miliardi di tonnellate di carbone e quest’anno la produzione aumenterà ancora.

Dopo l’annuncio di Pechino, la Cop26 sembra indirizzarsi verso l’ennesimo fallimento. Tra i dieci paesi responsabili della maggior parte delle emissioni dal 1850 a oggi, soltanto quattro hanno annunciato obiettivi di riduzione più ambiziosi. Cina, Russia, India, Giappone, Indonesia e Brasile, invece, non hanno presentato piani soddisfacenti.

Il Green Deal è un pericolo per l’Ue

Le mosse di Pechino dovrebbero anche far suonare un campanello d’allarme a Bruxelles. L’Unione Europea, responsabile di appena l’8% delle emissioni globali, con il Green Deal si è lanciata in un piano iper ambizioso per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Il piano rischia di danneggiare enormemente l’economia del continente.

La scommessa è che i paesi responsabili della maggior parte delle emissioni di Co2 seguiranno l’esempio dell’Europa. Ma i fatti, al momento, sembrano dare torto alle speranze della Commissione Ue e questo, come già spiegato in una nostra inchiesta, potrebbe non solo danneggiare il comparto industriale europeo ma anche peggiorare l’ambiente a livello globale.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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