Centrafrica, continuano le violenze dei ribelli islamisti. «Il paese è al tappeto»

Il racconto di padre Aurelio Gazzera, missionario nella Repubblica Centrafricana: «A Bossangoa ci sono ancora circa 41 mila rifugiati, di cui 34 mila nella concessione della Cattedrale»

«A Bossangoa ci sono ancora circa 41 mila rifugiati, di cui 34 mila nella concessione della Cattedrale». Scrive così il missionario in Centrafrica padre Aurelio Gazzera sul suo blog, descrivendo una situazione ancora drammatica nel paese a maggioranza cristiano che dopo il colpo di Stato dello scorso 24 marzo si ritrova guidato dal presidente Michel Djotodia e da una coalizione di ribelli Seleka, stranieri e musulmani, che da mesi ormai minacciano e uccidono i cristiani razziando case e città.

«MINACCE DI MORTE». Un racconto di padre Gazzera spiega bene come operano i ribelli che hanno preso il potere nel paese africano: «Lunedì sono arrivati nel mio ufficio alcuni collaboratori della Caritas. Uno di loro, questa notte, ha ricevuto una brutta visita: tre ribelli Seleka sono andati verso mezzanotte a casa sua. (…) Pretendono dei viveri, che lui non ha. E poi lo minacciano di morte, e gli danno appuntamento per le 9, dicendogli di portare 225 euro circa. Telefono un po’ in giro, poi vado nella tana dei ribelli… Incontro il “colonnello”: gli spiego cos’è successo, dandogli anche i nomi degli autori delle minacce. Dice che non li conosce… Discuto un po’, e poi ce ne andiamo. Ed il volontario decide di partire da Bozoum per qualche tempo…».

VILLAGGI DERUBATI. Anche in altre zone del paese la situazione non è migliore: «A Berberati i morti non si contano più. In un’altra zona i ribelli adesso passano di villaggio in villaggio, e lasciano dei sacchi vuoti ad ogni contadino, pretendendo che li riempiano». Il missionario racconta anche degli incontri con Unicef e Caritas per permettere «ad altri 8.000 bambini di andare a scuola» e «riflettere a come lavorare meglio in questo contesto terribile». Ma «tutto il paese è al tappeto» e le violenze dei ribelli continuano senza che si riesca a fermarli.

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