Caso Sea, la giunta Pisapia rifiuta 30 milioni

Dopo la [link url=https://www.tempi.it/caso-sea-tabacci-risponde-alle-dieci-domande-di-masseroli]risposta di Tabacci alle dieci domande di Masseroli[/link], Sea e Palazzo Marino fanno ancora parlare di sé.

La battaglia della Sea si è spostata sullo scivoloso terreno di quanto distribuire agli azionisti. La società che gestisce in toto gli scali di Malpensa e di Linate ha approvato in un’assemblea il bilancio del 2011: 55,9 milioni di euro, di cui 17, 74 verrano distribuiti in dividendi agli azionisti. L’azienda, di prassi, chiede che gli utili vengano reinvestiti a vantaggio della società stessa. Richiesta ragionevole anche per la F2i, il fondo che ha acquisito il 29,75 per cento di Sea.

Ma non tutti sono sulla stessa lunghezza d’onda. Basilio Rizzo, presidente del Consiglio comunale e azionista di minoranza, chiede: il Comune di Milano incassi l’intero utile. Palazzo Marino, socio di maggioranza di Sea, si mette di traverso: il Comune prenda solo il 32 per cento degli utili, il resto rimanga in società. La proposta è stata però bocciata dall’ad di F2i, Vito Gamberale. Insomma, non se ne viene a una, e all’interno della stessa Sea posizioni contrastanti minano la stabilità dell’azienda. Bruno Tabacci, assessore al Bilancio, non getta la spugna e cerca una mediazione. «È comprensibile la richiesta di F2i, ma il Comune non può essere impiccato ai dividenti. Bisogna avere bilanci equilibrati che prescindano dai dividendi». E prosegue: «Il Comune non ha fatto una battaglia per avere tutti i dividendi». Carlo Masseroli, capogruppo del Pdl, commenta al Corriere della Sera Milano: «Le casse di Palazzo Marino non godono di grande salute: 30 milioni in meno significano 30 milioni in più di tasse. E se i dividendi verranno distribuiti l’anno prossimo F2i avrà una percentuale maggiore. A chi giova? Ho presentato un’interrogazione e aspetto una risposta».

All’ennesima interrogazione sullo stesso argomento dopo quella di marzo, ospitata su questo stesso sito, Tabacci preferisce una replica indiretta: «Per il 2012 non ci sarà nessuna ulteriore addizionale sull’Irpef e l’aliquota Imu sulla prima casa resterà del 4 per cento». Ma sul futuro di Sea rimangono comunque perplessità. O vendita, o collocamento in Borsa. Delle due, l’una. E l’assessore comunale non nega la sua predilezione per la prima opzione.

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