Boicottate i talebani, non fatevi le canne

Nel 2020 i tagliagole hanno guadagnato 1,6 miliardi, molti di questi con l'eroina e la marijuana che noi abbiamo comprato. Saviano sorvola su questo dettaglio, ma non è il caso di smettere di magnificare lo spinello libero?

Ci volevano i talebani per ricordarci che la droga non solo fa male, ma è un ottimo strumento per finanziare il terrorismo internazionale. Da una settimana i giornali non fanno che sottolineare quanto la marijuana e l’eroina con cui ci sballiamo in Europa e Usa abbia aiutato i talebani a vincere la ventennale guerra in Afghanistan. Chissà se se ne ricorderanno anche alla prossima campagna per la liberalizzazione del consumo “ricreativo” delle droghe.

La droga ha fruttato ai talebani 120 miliardi

I numeri sono impressionanti: come riporta il guru per eccellenza sul tema, Roberto Saviano, sul Corriere nel 2017 l’Afghanistan ha prodotto 9.900 tonnellate di oppio, per un valore di circa 1,4 miliardi di dollari. Se si somma anche quanto ricavato da hashish e marijuana, solo quell’anno l’economia illecita nel paese ha fruttato 6,6 miliardi. Negli ultimi 20 anni di guerra, «gli Stati Uniti hanno speso 80 miliardi per addestrare l’esercito afghano; i talebani, in vent’anni, hanno guadagnato oltre 120 miliardi dall’oppio». E a chi lo vendevano? Ai cittadini americani ed europei.

Nonostante gli sforzi degli americani per tagliare la produzione e limitare l’afflusso di risorse nelle casse dei talebani (8,6 miliardi spesi tra il 2002 e il 2017), precisa la Stampa, l’80% delle forniture globali di oppio ed eroina provengono tuttora dall’Afghanistan. E la produzione è in mano proprio ai talebani. L’anno scorso, in piena pandemia, è aumentata del 37 per cento.

400 milioni solo nel 2020

Come spiega bene il Foglio, nel 2020 i talebani hanno avuto entrate per 1,6 miliardi di dollari. Nello stesso periodo lo Stato afghano ha incassato poco più del triplo (5,5 miliardi). Secondo un’analisi pubblicata su The Conversation da Hanif Sufizada, del centro studi sull’Afghanistan dell’università di Omaha, di questi 1,6 miliardi circa 400 milioni provengono dalla droga, con i talebani che controllano tutta la filiera. Altri 400 milioni arrivano dalle numerose e ricche miniere afghane (i terroristi non estraggono nulla, ovviamente, ma impongono un pizzo salato a chi vuole farlo), 300 milioni da investimenti immobiliari e vendita di manufatti, 500 milioni da donatori poco amanti della libertà e 100 milioni dalle tasse raccolte tra la popolazione locale sotto il loro controllo.

La marijuana fa ricchi i terroristi

Insomma, non è un caso se i talebani con circa 100 mila effettivi sono riusciti a reggere agli eserciti alleati per 20 anni e infine a spuntarla. Se come scrive ancora Saviano i talebani sono dei consumati «narcotrafficanti», è curioso vederlo intento a nascondere tra le righe che a finanziare il terrorismo islamico non c’è soltanto l’eroina ma anche quell’hashish e quella marijuana che lo scrittore vorrebbe legalizzare nel nostro paese, aumentando ancora di più i profitti dei tagliagole.

C’è da scommettere che lo scandalo della droga che alimenta mafie e terroristi sarà dimenticato subito alla prossima campagna per la canna “giusta” e “innocua” (è solo uno spinello, no?).  Ma visto che in questi giorni il sol dell’avvenire progressista passa in secondo piano, possiamo dirlo: boicottate i talebani, non fatevi le canne.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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