A provocare il rinnovato e quanto mai opportuno richiamo di Augias è stata la manica di botte che Tarquinio gli ha rovesciato addosso sabato scorso 29 marzo dal quotidiano dei vescovi. Il giornalista cattolico se l’era presa perché due giorni prima il collega anticattolico aveva scritto alcune riflessioni sulla cattiveria della Chiesa traendo spunto, oltre che da una “lettera firmata” abbastanza inverosimile, anche da qualche presunto «precetto» inventato alla bisogna, segnatamente quello in base al quale «l’atto sessuale è consentito solo se destinato alla procreazione» (ricordate? No? Allora leggete qui).
Orbene, oggi il reverendo Augias – e con lui il Correttore di bozze – intende specificare un paio di cose.
1) La tanto contestata lettera anonima, nella quale una signora – ricorda Augias – «denunciava il comportamento di un sacerdote che l’aveva invitata a rinunciare a qualunque rapporto d’amore considerata una sopraggiunta sterilità post-operatoria», non era affatto escogitata surrettiziamente al solo scopo di denigrare il Vaticano, come invece hanno «insinuato» il direttore Avvenire nonché «alcuni siti oltranzisti cattolici» pieni di «insolenze» nei confronti del rubrichista di Repubblica. A dimostrazione di ciò l’autrice stessa della missiva, Linda Pappalardo, ha voluto inviare una nuova lettera al pregiatissimo dottore sciogliendolo dal vincolo di riservatezza. Tiè.
Ora. Nessuno sa se tra i suddetti «siti oltranzisti cattolici» il divino Augias annoverasse anche il qui presente sito di Tempi. Nel dubbio, tuttavia, il Correttore di bozze si fregia volentieri del titolo e coglie l’occasione per confermare la sua intenzione di convertirsi alla misericordiosa fede repubblicona.
A riprova di ciò egli si impegna ad accogliere misericordiosamente le critiche ribadite oggi da Augias verso i seguenti “precetti” cattolici:
«L’ostilità della Chiesa nei confronti dei rapporti sessuali non finalizzati alla procreazione, la campagna contro la contraccezione compreso l’uso dei preservativi nei paesi africani devastati dall’Aids». «La diffidenza tradizionale della Chiesa quando nel matrimonio manca il “bonum prolis”», diffidenza che sarebbe «dimostrata» anche «dalla campagna contro i ritrovati anticoncezionali, la fatica per diffonderne l’uso, la raccomandazione di affidarsi, al più, alla lotteria del ciclo mestruale».
Che poi, di nuovo, sono tutti precetti leggermente inventati e/o appositamente travisati da Augias. Ma con tanta, tanta, tanta voglia di dialogare con voi, brutti sfigati.